Si è aperta col botto la seconda parte dell’evento Apple “Peek Performance”, col colosso di Cupertino che, dopo l’iPhone SE 2022 5G e l’iPad Air di 5a gen, ha prima illustrato il nuovo processore proprietario M1 Ultra e poi proposto una nuova categoria di prodotto, con i Mac Studio e l’Apple Studio Display.
Il processore M1 Ultra è formato sostanzialmente da due M1 Max affiancati, senza gli svantaggi di un sistema dual chip con il collegamento sino a 10mila segnali in simultanea grazie a una bandwitch di 2.5 Tb/s: il processore che ne risulta ha 20 core, con 16 ad alte prestazioni e 4 per l’efficienza, una GPU a 64 core anche poco energivora (- 200W rispetto a una dedicata Nvidia RTX 3090), una Neural Engine da 32 core capace di eseguire 22.000 miliardi di calcoli per secondo, 114 miliardi di transistor, e una memoria unificata da 64 (allestimento da 4.649 euro) o 128 GB (allestimento da 5.799 euro). Come termini di paragone, il processore in oggetto ha 8 volte la velocità di un Apple Silicon M1, ma un consumo energetico ridotto del 65% a fronte di una CPU per desktop a 16 core.
Destinato a chi cerchi prestazioni superiori a quelle di un iMac e di un iMac Pro, il Mac Studio ricorda da vicino una serie di tre Mac mini impilati verticalmente uno sull’altro: il maggior volume (20x20x10 cm, con peso da 2.7 a 3.6 kg a seconda del processore) gli permette di ospitare, in uno chassis elegante d’alluminio ottenuto da una singola estrusione, risultati elaborativi senza compromessi, garantiti dalla scelta tra un processore Apple Silicon M1 Max (processore a 10 core, con GPU a 32 core, 400 GB/s di bandwitch, 64 GB di memoria unificata, sì da risultare più rapido del 50% di un Mac Pro con Intel Xeon da 16 core) e un Apple Silicon M1 Ultra (rendendo il device capace di riprodurre 18 video stream in ProRes 422 a 8K, in ragione del raddoppio dei motori nel Media Engine, oltre che del 90% più prestante dello stesso Mac Pro con Xeon 16 core ma di 10 volte più veloce d’un iMac con i9 decacore). Il tutto ha comportato, vista la compattezza del terminale, un’attenta progettazione dei flussi d’aria, aspirata dal basso ed espulsa dai 2.000 forellini della griglia sul retro, all’insegna di un funzionamento silenzioso come un sussurro.
In termini di specifiche, il Mac Studio con il processore M1 Max è corredato con GPU da 24 a 32 core, con una memoria unificata da 32 a 64 GB, e con uno storage da 512 GB a 8 TB. Il Mac Studio con il nuovo processore M1 Ultra invece si avvale di una GPU da 48 a 64 core, di una memoria unificata da 64 a, in fase di configurazione 128 GB, e di uno storage per l’archiviazione da 1 a 8 TB. In tema di porte, anteriormente vi è sempre uno slot per SDXC card ma, nel modello con l’M1 Max ci sono due USB Type-C con trasferimento dati sino a 10 Gb/s, mentre nell’iterazione con l’M1 Ultra il trasferimento dati arriva sino a 40 Gb/s grazie alla coppia di Thunderbolt 4. Dietro, figurano il jack da 3.5 mm, una HDMI, una RJ45 per il Gigabit (10 Gb) Ethernet, un poker di Thunderbolt 4 (sino a 40 Gb/s), e una coppia di USB Type-A (sino a 5 Gb/s). Il tutto va considerato in un contesto di confermato rispetto per l’ambiente, con un prodotto che impiega a vario titolo alluminio e plastiche riciclate, stagno totalmente di riciclo per le saldature sulla motherboard, e terre rare riciclate ancora al 100% per i magneti, in grado di consumare assai poca energia (370 watt di potenza massima, con risparmio di 1.000 chilowattora rispetto all’impiego d’un desktop high performance).
Necessitando di un monitor, è possibile usare il testé palesato Mac Studio con il nuovo Apple Studio Display (sino a 7.7 kg di peso). Quest’ultimo, provvisto di base regolabile nelle angolazioni (da -5 a +25 gradi), alternativa a un supporto regolabile in altezza (con maggiorazione di 500 euro), o ancorabile a parete via attacco (100 x 100 mm) VESA, mette a frutto l’esperienza maturata da Apple negli iMac e con i Pro Display 6K, sfoggiando un display da 27 pollici risoluto in 5K (quindi a 5.120 x 2.880 pixel), con 218 pixel per pollice, supporto al color gamut DCI-P3, vetro anti-riflesso alternativo a quello in nanotexture, 600 nits massimi, e tecnologia True Tone per la tonalità dinamica.
Adatto anche alle videoconferenze, grazie alla webcam integrata da 12 megapixel con Center Stage, ai 3 microfoni ed ai 6 speaker (due tweeter e quattro woofer) per altro predisposti a offrire un soundstage surround (Dolby Atmos) e avvolgente (audio spaziale), l’Apple Studio Display si avvale di un processore A13 per gestire il suo hardware, comprensivo pure di un nutrito numero di porte, tra cui una suoThunderbolt 4 con carica a 96 watt e una tripletta di USB Type-C da 10 Gbps di trasferimento dati.
Sempre con disponibilità dal 18 Marzo, i pre-ordini partono da oggi, al prezzo di 2.349 euro per il Mac Studio con M1 Max, ed a 4.649 euro con l’M1 Ultra. Per l’Apple Studio Display, si principia da da 1.799 euro per il modello col vetro antiriflesso classico, e da 2.049 euro per quello in nanotexture.