OpenAI, la celebre organizzazione nota per lo sviluppo di avanzate tecnologie di intelligenza artificiale come ChatGPT, ha annunciato una trasformazione significativa nella sua struttura aziendale. A partire dal 2025, diventerà una Public Benefit Corporation (PBC), una mossa strategica volta a bilanciare la raccolta di investimenti su larga scala e il mantenimento della missione etica originaria.
La decisione arriva in un momento in cui lo sviluppo dell’intelligenza artificiale richiede investimenti di dimensioni colossali, stimati nell’ordine di centinaia di miliardi di dollari. OpenAI, fino a oggi operante come un’organizzazione senza scopo di lucro con una divisione profit integrata, ha sottolineato che questa trasformazione mira a creare una struttura più adatta ad attrarre i capitali necessari per continuare a innovare. Con la nuova configurazione, la divisione profit gestirà le operazioni aziendali, mentre la parte no-profit si concentrerà su iniziative filantropiche nei settori della ricerca scientifica, dell’educazione e della sanità.
Il consiglio di amministrazione ha dichiarato che questo passaggio consentirà di creare una delle organizzazioni no-profit meglio finanziate di sempre. Non tutti, però, sono favorevoli a questa evoluzione. Elon Musk, co-fondatore di OpenAI, ha già avanzato una mozione per bloccare il cambiamento, esprimendo preoccupazioni riguardo alla perdita della supervisione originaria no-profit. Anche Mark Zuckerberg si è unito alla causa, chiedendo l’intervento dell’Attorney General della California per fermare la transizione.
Le critiche si concentrano sul rischio che la nuova struttura possa compromettere la missione etica di OpenAI, spostando l’attenzione sui profitti. Tuttavia, il consiglio di amministrazione assicura che la nuova configurazione PBC manterrà saldo l’impegno verso uno sviluppo responsabile e trasparente dell’IA. Questo passaggio non arriva inaspettato. Già da mesi circolavano speculazioni su una possibile trasformazione di OpenAI in una PBC, soprattutto dopo il turbolento periodo dello scorso anno, quando il CEO Sam Altman fu temporaneamente rimosso dal suo incarico.
Altman stesso ha respinto le voci su una sua presunta quota azionaria del 7%, sottolineando che l’obiettivo principale rimane quello di garantire lo sviluppo etico dell’intelligenza artificiale.