OpenAI continua a spingere i confini dell’intelligenza artificiale con due novità rivoluzionarie: da un lato, il lancio di Deep Research, un agente AI avanzato destinato a trasformare la ricerca online, e dall’altro, l’annuncio di Sam Altman di non intraprendere azioni legali contro DeepSeek, mentre si prepara a sviluppare un dispositivo AI innovativo in collaborazione con Jony Ive. Queste iniziative evidenziano l’impegno di OpenAI nel guidare il futuro della tecnologia e nel ridefinire il modo in cui interagiamo con il digitale.
Deep Research di OpenAI: l’AI che rivoluziona la ricerca online
OpenAI ha annunciato il lancio di Deep Research, un nuovo agente di intelligenza artificiale progettato per rivoluzionare il modo in cui le persone conducono ricerche approfondite sul web. Questo strumento avanzato, inizialmente disponibile negli Stati Uniti per gli utenti Pro, è in grado di analizzare e sintetizzare enormi quantità di informazioni in pochi minuti, un compito che, svolto manualmente, richiederebbe ore.
Con un limite iniziale di 100 query al mese, l’azienda prevede di aumentare significativamente questa soglia e di estendere l’accesso agli abbonati Plus e Team nei prossimi mesi. Deep Research sfrutta una versione ottimizzata del modello OpenAI o3, rilasciato lo scorso dicembre, e progettato per navigare il web con maggiore efficacia. Il sistema è in grado di cercare informazioni, analizzarle e generare report dettagliati con riferimenti alle fonti consultate. L’utente può avviare una ricerca direttamente all’interno di ChatGPT, selezionando l’opzione dedicata e inserendo la propria richiesta.
Per ricerche particolarmente complesse, è possibile allegare documenti o fogli di calcolo, permettendo all’agente AI di contestualizzare meglio le informazioni richieste. Il processo di ricerca può variare dai 5 ai 30 minuti, a seconda della complessità del tema trattato. Durante questo periodo, il sistema esplora numerose fonti, organizza i dati e restituisce un report strutturato, accompagnato da citazioni dettagliate e collegamenti alle fonti originali.
Una barra laterale permette di monitorare l’andamento della ricerca in tempo reale, offrendo trasparenza sui passaggi eseguiti. OpenAI ha dichiarato che nei prossimi mesi verranno integrate nuove funzionalità, come l’inserimento di immagini e rappresentazioni grafiche dei dati raccolti. L’agente AI è stato pensato per supportare professionisti di diversi settori, dalla finanza alla ricerca scientifica, dall’ingegneria alla consulenza aziendale. Nell’ambito finanziario, può essere impiegato per analisi di mercato, valutazioni di investimento e studio delle tendenze economiche.
In ambito accademico e tecnologico, può aiutare nella ricerca di nuove scoperte o nello sviluppo di progetti innovativi. Anche le politiche pubbliche potrebbero beneficiare delle capacità di Deep Research, ad esempio per l’analisi di normative e regolamenti. Un altro settore d’uso riguarda la comparazione di prodotti, come la scelta di un’auto, di elettrodomestici o dispositivi tecnologici, permettendo agli utenti di ottenere informazioni dettagliate senza dover consultare decine di siti web.
OpenAI ha testato il sistema su benchmark avanzati per valutarne le prestazioni rispetto ad altri modelli di intelligenza artificiale. Nel test Humanity’s Last Exam, progettato per misurare la capacità di rispondere a domande di livello esperto su oltre cento discipline, il modello ha superato in accuratezza le versioni precedenti di ChatGPT. I migliori risultati sono stati registrati in ambiti come chimica, scienze umane, scienze sociali e matematica.
Anche nel benchmark GAIA, che valuta la capacità di rispondere a domande reali utilizzando il web, Deep Research ha ottenuto il punteggio più alto tra i modelli attuali, dimostrando avanzate capacità di ragionamento e analisi. Nonostante le prestazioni elevate, il sistema presenta ancora alcune limitazioni. In alcuni casi, può generare informazioni errate o trarre conclusioni imprecise, sebbene in misura minore rispetto ai modelli precedenti.
Un’altra criticità riguarda la valutazione dell’affidabilità delle fonti, poiché il sistema potrebbe non sempre distinguere con precisione tra contenuti autorevoli e fonti meno affidabili. Inoltre, la calibrazione della sicurezza nelle risposte non è ancora perfetta, il che significa che alcune affermazioni potrebbero apparire definitive anche quando richiederebbero ulteriori verifiche.
Nei primi mesi di utilizzo, potrebbero verificarsi problemi minori nella formattazione dei report e nella citazione delle fonti, aspetti che OpenAI si impegna a migliorare grazie al feedback degli utenti. Deep Research è attualmente disponibile solo per gli utenti Pro con un limite di cento ricerche al mese, ma l’azienda prevede di estendere il servizio agli abbonati Plus e Team, seguiti dagli utenti Enterprise. OpenAI sta lavorando anche per rendere il sistema accessibile nel Regno Unito, in Svizzera e nell’Area Economica Europea, dove attualmente non è ancora disponibile.
Per favorire una maggiore diffusione, l’azienda sta sviluppando una versione più veloce e meno costosa, basata su un modello di dimensioni ridotte ma in grado di mantenere elevati standard qualitativi. Nei prossimi mesi, Deep Research sarà arricchito con nuove funzionalità, tra cui un accesso più esteso a fonti specializzate, l’integrazione con database a pagamento e la compatibilità con applicazioni desktop e dispositivi mobili. OpenAI sta anche lavorando a una maggiore automazione della ricerca, combinando Deep Research con altri strumenti avanzati per eseguire compiti complessi in modo sempre più autonomo. L’obiettivo finale è sviluppare agenti AI capaci di condurre ricerche e analisi in maniera indipendente, riducendo i tempi necessari per ottenere informazioni affidabili e dettagliate.
Altman di OpenAI: nessuna causa contro DeepSeek e il lancio di un dispositivo AI rivoluzionario con Jony Ive
Nel panorama in continua evoluzione dell’intelligenza artificiale, OpenAI torna sotto i riflettori con due notizie di grande rilievo: Sam Altman, CEO dell’azienda, ha dichiarato di non avere intenzione di intraprendere azioni legali contro DeepSeek, il modello AI cinese accusato di aver copiato i progressi di OpenAI, mentre parallelamente annuncia un progetto ambizioso per lo sviluppo di un nuovo dispositivo basato sull’intelligenza artificiale in collaborazione con Jony Ive, l’ex Chief Design Officer di Apple. In un’intervista concessa a Nikkei durante una visita in Giappone, Altman ha affrontato il tema DeepSeek, mettendo a tacere le speculazioni su una possibile battaglia legale: “Non abbiamo intenzione di fare causa a DeepSeek in questo momento. Continueremo a concentrarci sullo sviluppo dei nostri modelli per rimanere leader nel settore, e credo che andrà tutto bene“. Questo atteggiamento riflette una strategia mirata a consolidare la supremazia tecnologica di OpenAI attraverso innovazioni costanti, anziché dispute legali. Ma l’annuncio più interessante riguarda il nuovo dispositivo AI su cui Altman e Ive stanno lavorando. L’idea alla base di questo progetto è quella di creare un hardware che superi i limiti degli attuali smartphone, offrendo un’interazione più naturale e immediata con l’intelligenza artificiale. Altman ha sottolineato che la voce sarà un elemento chiave dell’interfaccia, suggerendo un’esperienza utente più fluida rispetto agli assistenti vocali tradizionali. Tuttavia, la sfida principale sarà convincere il pubblico della necessità di un nuovo dispositivo dedicato, in un mercato dove gli smartphone hanno già integrato modelli di AI avanzati. L’interesse per dispositivi AI standalone è in crescita, ma i primi esperimenti, come Rabbit R1 e AI Pin, non hanno convinto del tutto il mercato. OpenAI potrebbe essere la prima azienda a riuscire nell’impresa, grazie alla collaborazione con un designer visionario come Ive. Se il progetto si tradurrà in un successo commerciale, potrebbe segnare la più grande rivoluzione tecnologica dai tempi dell’iPhone.