La classifica delle più innovative invenzioni del 2017, stilata dal Time

Il prestigioso periodico americano "Time" ha stilato una speciale classifica con la quale ha citato le più innovative invenzioni di questo 2017: alcune sono delle nostre "vecchie" conoscenze ma, nel novero generale, emergono tante utili sorprese.

La classifica delle più innovative invenzioni del 2017, stilata dal Time

Ormai, si va direttamente verso fine anno e – a meno di qualche colpo di coda dell’ultimo momento – il mondo dell’alta tecnologia ha già presentato il meglio che poteva offrire: pertanto, se ne può fare un bilancio, con una classifica che – stilata dal Time – elenca quelle che sono state le più innovative invenzioni del 2017.

Il prestigioso periodico americano, l’iconico Time, ha pubblicato in un suo recente numero la classifica di quelle che i suoi esperti hanno ritenuto esser state le più innovative invenzioni del 2017, con qualche “faccia nota” e, tuttavia, diverse sorprese. Una di queste ultime ha fatto la sua comparsa direttamente in vetta alla classifica.

Solitamente, siamo soliti accennare, per i progressi della robotica, agli inquietanti automi della Boston Dynamics che, ultimamente, hanno acquisito anche la capacità di saltare all’indietro, oltre alla già conclamata facoltà di rialzarsi inseguito ad una caduta. Secondo il Time, però, lo stato dell’arte della robotica è rappresentato da un’altra creazione, firmata dall’americana Cynthia Breazeal, un’autorità negli States quando si tratta di personal robot, con una lunga esperienza al MIT in qualità di professore associato in Arti e Scienze digitali. La studiosa, che qualche anno fa si chiedeva perché usassimo i robot solo per andare su Marte e non anche nelle nostre case, alla fine – a coronamento delle sue ricerche – ha concepito Jibo, il robot per famiglie più umano che esista.

Quest’ultimo, oltre a ricordarci appuntamenti, riportare messaggi a questo o quel membro della famiglia, riassumere le notizie e le previsioni del tempo, scattare foto e girare video, è in grado di riconoscere varie persone, sia grazie al sensore acustico ambientale a 360°, che alle sue due videocamere ad alta definizione: in conseguenza di ciò, ma avvalendosi anche del machine learning per imparare dalle abitudini e dai comportamenti di tutti, Jibo può rispondere appropriatamente, con un tono di voce ad hoc, voltandosi, e mostrando – nel suo occhio centrale (che può cambiare forma e colore) – delle emoticons, sì da veicolare anche delle emozioni. Entro il 2018, grazie al developer kit distribuito agli sviluppatori, potrà anche chiamarci un taxi, o assecondare alle richieste musicali. 

Un’altra invenzione ritenuta molto importante è rappresentata dagli occhiali smart “eSight” (prototipati nel 2015), idonei a migliorare la qualità della vita a chi ha avuto problemi di vista causati dal diabete, o da una degenerazione maculare e che, quindi, è ritenuto legalmente invalido e cieco. Questi occhiali, grazie a delle microcamere ad alta definizione e zero lag, proiettano ciò che l’utente ha davanti su 2 piccoli schermi OLED, con la possibilità di ingrandire i soggetti, migliorarne il contrasto o l’illuminazione, grazie ad un algoritmo ed a un controller manuale. Non è proprio come il Visor di Geordi La Forge, l’ingegnere capo dell’Enterprise D, con connessione diretta al cervello, ma la strada è quella giusta (costo a parte: 10 mila dollari). 

Sempre in tema di tecnologie utili, vi è da annotare – nella classifica del Time – il primo braccialetto smart per neonati. Quest’ultimo, una sorta di termometro da polso, rileva la temperatura dei neonati, allertando la mamma qualora sia troppo bassa, in modo che si provveda a fasciare il bimbo per riscaldarlo. Nei paesi in via di sviluppo, l’economica (meno di 30 dollari) creazione della start-up Bempu ha salvato qualcosa come 10 mila infanti, tanto che Saving Lives at Birth l’ha finanziata con 2 milioni di dollari, per esportarne il dispositivo in sempre più contesti bisognosi. 

Il colosso dell’acciaio, la nota Thyssenkrupp, invece, ha realizzato “Multi”, il primo ascensore le cui cabine si muovono su cuscinetti elettro magnetici, come nei treni ad alta velocità: oltre che per questo fattore, capace di ridurre i tempi di attesa, questi ascensori si distingueranno anche per la capacità di muoversi in tutte le direzioni (anche in orizzontale), e di spostarsi da un edificio all’altro, purché confinanti, modificando – quindi – anche il modo in cui verranno concepiti gli ambienti indoor del domani. L’arrivo di quest’innovazione sul mercato è previsto per il 2021. 

Nella speciale classifica del Time non poteva mancare l’iPhone X, citato per la sua tecnologia di scansione del volto, frutto dell’acquisizione dell’israeliana LinX: il melafonino del decennale ha un’innovativa selfiecamera TrueDepth con un proiettore di punti che crea una mappa virtuale del viso, poi scansionata da un sensore a infrarossi, a sua volta assistito da un illuminatore. Precisione? 20 volte più di uno scanner per le impronte, per l’appunto pensionato in casa Apple sul suo modello di punta e, secondo diversi rumors, in via di sparizione anche sui top gamma Android del 2018. 

Innegabilmente, anche l’abbigliamento diverrà smart e, a quanto pare, lo sta già diventando, grazie alla sportivissima Adidas. Quest’ultima, infatti, si è avvalsa della stampa 3D, sostanziata nella tecnologia “Light Digital Synthesis”, per scolpire – a colpi di lampi luminosi – una resina liquida sino ad ottenerne una intersuola solida che assomma, in sé, i dati ottenuti dai più grandi atleti degli ultimi 17 anni. L’obiettivo, ovviamente, è quello di ottenere una scarpa intera, calibrata sul piede dell’atleta, sulla disciplina intrapresa, ed a seconda del terreno da calcare.

Anche se le auto elettriche non sono più una novità da qualche anno, e negli ultimi tempi hanno ampliato il loro raggio d’azione a diverse tipologie (persino SUV o auto sportive), il 2017 è divenuto un anno centrale, nella mobilità ecologica, grazie alla commercializzazione della Tesla Model 3 (2000 ordinativi al giorno), la prima auto elettrica popolare che, per 35 mila dollari, offre 350 km di autonomia, ed uno sprint da 0 a 100 km/h in quasi 6 secondi. 

Anche i droni, infine, non sono propriamente una novità, ma DJI ha investito forte nel settore, annunciando il quadricottero tascabile “Spark”, particolarmente adatto a scattare i selfie, grazie ad una fotocamera stabilizzata multiasse: quest’ultimo, controllabile via app, controller, o gesture, si libra sino a 30 metri d’altezza, si allontana fino a 5 metri dall’utente, evitando gli ostacoli grazie ad un sensore a infrarossi, ed atterra sul palmo della mano, individuato grazie ad un localizzatore GPS con supporto Glonass. 

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