Negli ultimi giorni il panorama tecnologico è stato animato da numerose novità e aggiornamenti provenienti dai colossi Apple, Google e Samsung. Apple è al centro dell’attenzione per una controversia legale negli Stati Uniti, dove due professori hanno citato l’azienda per presunto utilizzo di libri piratati nell’addestramento della sua intelligenza artificiale, Apple Intelligence, sollevando questioni di etica e trasparenza nel campo dei modelli generativi. Parallelamente, Cupertino punta a rafforzare la sua presenza nel settore della smart home con l’acquisizione del team di Prompt AI e conclude ufficialmente il supporto a Clips, l’app di editing video, mentre prepara il rilascio di iOS 26.0.2 per garantire maggiore stabilità e sicurezza, e riduce i costi produttivi del suo iPhone pieghevole in vista del lancio del 2026. Samsung, invece, amplia i piani di diffusione del Galaxy Trifold, destinato non solo ai mercati asiatici ma anche a Stati Uniti ed Emirati Arabi Uniti, combinando display flessibili e fotocamere ad alta risoluzione con il chipset Snapdragon 8 Elite. Google affronta alcune difficoltà con il nuovo Google Home potenziato da Gemini, alle prese con segnalazioni di rilevazioni errate di persone e oggetti, mentre i Pixel 10 evidenziano problemi di crash applicativi e performance grafiche altalenanti. Per bilanciare queste criticità, l’azienda offre agli studenti universitari italiani un anno gratuito di Gemini AI Pro e prepara Theme Manager, una funzione che rivoluzionerà la personalizzazione dei dispositivi Pixel, rendendo più semplice, sicura e completa la gestione dei temi e dell’interfaccia. Insieme, queste novità testimoniano un periodo di forte dinamismo nell’ecosistema tecnologico, con un equilibrio tra innovazioni, ottimizzazioni e sfide operative per i principali protagonisti del settore.
Mondo Apple
Apple nel mirino: l’azienda accusata di aver usato libri piratati per addestrare la sua AI
Apple è finita al centro di una controversia legale negli Stati Uniti, dove due professori della SUNY Health Sciences University hanno accusato l’azienda di Cupertino di aver utilizzato copie pirata dei loro libri per addestrare i modelli linguistici alla base di Apple Intelligence. Secondo la denuncia, i testi “Champions of Illusion” e “Sleights of Mind” sarebbero stati inclusi, senza autorizzazione, nel dataset Books3, una raccolta di opere trafugate dal portale Bibliotik e successivamente integrata nel database open source The Pile, utilizzato anche da diversi altri colossi dell’intelligenza artificiale. I querelanti sostengono che Apple abbia beneficiato del materiale protetto da copyright durante la fase di training dei suoi algoritmi, pur implementando filtri per impedire che tali contenuti venissero riconoscibili nei risultati generati. Cupertino, da parte sua, non ha confermato l’impiego diretto dei volumi citati ma ha ammesso l’uso di fonti “collegate” a Books3, alimentando ulteriormente il dibattito sull’origine dei dati utilizzati per l’addestramento delle AI generative. Se le accuse venissero provate, le sanzioni potrebbero raggiungere i 150.000 dollari per ciascuna opera coinvolta, ponendo Apple di fronte a un caso delicato che mette in discussione la trasparenza e l’etica dei metodi di sviluppo della sua intelligenza artificiale.
Apple punta alla smart home con l’acquisizione di Prompt AI
Apple sarebbe pronta a integrare il team di Prompt AI, startup specializzata in computer vision e creatrice dell’app Seemour, capace di analizzare in tempo reale videocamere domestiche per rilevare persone, animali e oggetti, generando avvisi e descrizioni dettagliate. L’operazione, che segue la filosofia di acquisizioni mirate della società californiana, permetterebbe di rafforzare HomeKit e le competenze interne di Apple nell’intelligenza artificiale visiva, potenziando la capacità dei dispositivi, come Vision Pro e iPhone, di interpretare l’ambiente domestico e offrire soluzioni più sicure e intelligenti per la gestione della casa.
Apple dice addio a Clips: l’app di editing video chiude il suo capitolo
Apple ha ufficialmente terminato il supporto a Clips, l’applicazione lanciata nel 2017 per creare brevi video con musica, testi e filtri pensati per la condivisione sui social. Pensata inizialmente per un pubblico giovane e creativo, Clips consentiva di registrare, tagliare e assemblare clip aggiungendo effetti, scritte animate e colonne sonore preimpostate. Nel corso degli anni, Apple aveva arricchito l’app con funzionalità di realtà aumentata e strumenti di editing più avanzati, pur mantenendo un approccio semplice e immediato. Tuttavia, gli aggiornamenti sono diventati sempre più sporadici, riflettendo un calo di interesse sia da parte dell’azienda che degli utenti. La comunicazione ufficiale, pubblicata sulla pagina di assistenza, conferma che a partire dal 10 ottobre 2025 Clips non sarà più disponibile per i nuovi download e non riceverà ulteriori aggiornamenti. Gli utenti che già possiedono l’app potranno continuare a utilizzarla, ma Apple consiglia di salvare i video nella libreria Foto per preservare i progetti, anche nel caso in cui futuri aggiornamenti di iOS o iPadOS ne compromettessero il funzionamento.
iOS 26.0.2 in arrivo: Apple punta a stabilità e sicurezza
Apple sta testando internamente iOS 26.0.2, un aggiornamento minore ma importante, pensato per risolvere bug e vulnerabilità emerse dopo il rilascio di iOS 26. L’update segue le correzioni già introdotte con iOS 26.0.1, che avevano sistemato problemi di connessione Wi-Fi e Bluetooth, difficoltà con la rete cellulare, artefatti fotografici in condizioni di luce particolari, icone vuote e malfunzionamenti di VoiceOver. Al momento, non sono stati resi noti dettagli sulle nuove modifiche, ma è probabile che iOS 26.0.2 arrivi contestualmente a macOS 26.0.2, testato su un possibile nuovo MacBook Pro da 14 pollici con chip M5. Questo aggiornamento rappresenterebbe l’ultimo passo di ottimizzazione software prima dell’arrivo dei nuovi dispositivi Apple della stagione autunnale, consolidando stabilità e sicurezza per tutti gli utenti.
iPhone pieghevole, Apple abbassa i costi: prezzo finale più competitivo in vista del 2026
Le ultime analisi di Ming-Chi Kuo indicano che Apple sarebbe riuscita a ridurre in modo consistente i costi produttivi del suo primo iPhone pieghevole, atteso per l’autunno del 2026. Il merito andrebbe soprattutto all’ottimizzazione del design della cerniera, elemento chiave nei dispositivi flessibili, e alla collaborazione tra Foxconn e la taiwanese Shin Zu Shing, che ne hanno abbassato il costo medio a circa 70-80 dollari. Questo taglio, rispetto alle stime iniziali di oltre 100 dollari, potrebbe tradursi in un prezzo di lancio più competitivo, compreso tra 2.100 e 2.300 dollari (circa 1.950-2.140 euro). Il dispositivo, descritto come un modello a libretto con display interno da 7,58 pollici, dovrebbe combinare materiali di alta gamma come titanio e Liquid Metal, garantendo robustezza e leggerezza. L’arrivo sul mercato insieme a iPhone 18 Pro e iPhone Air 2 potrebbe segnare un momento cruciale per l’espansione di Apple nel settore dei pieghevoli, ponendo le basi per una nuova generazione di dispositivi più evoluti ma dal costo più equilibrato.
Mondo Samsung
Samsung Galaxy Trifold punta ai mercati globali: non solo Cina e Corea
Samsung sembra pronta a estendere il lancio del suo primo smartphone Trifold oltre i confini asiatici, rompendo l’idea iniziale che lo vedeva esclusivamente destinato a Cina e Corea. Secondo SamMobile, affidabile fonte di rumor sul colosso sudcoreano, il device potrebbe arrivare anche negli Emirati Arabi Uniti e, con buona probabilità, in alcuni mercati occidentali come gli Stati Uniti. Il Galaxy Trifold, noto provvisoriamente come Galaxy Z TriFold o Galaxy G, adotterà un display flessibile interno da 10” protetto a smartphone chiuso, affiancato da un pannello esterno AMOLED da circa 6,5”. Sul fronte fotografico, si parla di una fotocamera principale da 200 MP supportata da ultra-wide e teleobiettivo, con zoom digitale fino a 100x. Il comparto hardware dovrebbe poggiare sul chipset Snapdragon 8 Elite, probabilmente nella variante esclusiva “For Galaxy”, offrendo così una combinazione di innovazione tecnica e design evoluto per competere con i pieghevoli cinesi di fascia alta.
Mondo Google
Google Home e il bug dei “fantasmi”: l’AI di Gemini confonde persone e oggetti
Il nuovo Google Home potenziato dall’intelligenza artificiale di Gemini è al centro di un curioso ma preoccupante malfunzionamento che sta facendo discutere gli utenti statunitensi. La funzione “Google Home Brief”, riservata agli abbonati Google AI Pro, è pensata per offrire un riepilogo giornaliero delle attività rilevate in casa dalle videocamere e dai sensori connessi. Tuttavia, molti utenti hanno segnalato segnalazioni surreali, con descrizioni di persone che “entrano nel salotto” o “si siedono sulla sdraio”, quando in realtà non c’era nessuno. Altri hanno riferito di rilevazioni di animali inesistenti o di interpretazioni errate — come gatti scambiati per procioni. Il problema sembra legato all’elaborazione delle immagini da parte di Gemini, che talvolta genera falsi positivi a causa di ombre, riflessi o movimenti minimi. Google ha già avviato un’indagine e promesso un aggiornamento correttivo, ma l’episodio dimostra quanto sia delicato integrare l’intelligenza artificiale nelle funzioni domestiche legate alla sicurezza. Il nuovo Google Home, attualmente in rollout nei Paesi anglofoni, arriverà in Italia solo quando l’ecosistema sarà pienamente stabile — e, si spera, senza “presenze” indesiderate nei report quotidiani.
Problemi e performance altalenanti per la serie Google Pixel 10
Gli utenti della serie Google Pixel 10 stanno affrontando due problemi distinti ma significativi. Il primo riguarda crash frequenti delle applicazioni, che si bloccano improvvisamente mostrando il messaggio “[nome app] non risponde”. Le segnalazioni sono esplose negli ultimi giorni e riguardano soprattutto i Pixel 10, con episodi sporadici anche su Pixel 9. Le soluzioni più comuni, come riavviare il telefono o reinstallare le app, si sono rivelate inefficaci, e il colpevole più probabile sembra essere un aggiornamento difettoso di Google Play Services. In attesa di una patch ufficiale, alcuni utenti hanno trovato rimedi temporanei disinstallando e reinstallando gli aggiornamenti di Play Services, anche se ciò comporta la disconnessione dall’account Google. Il secondo problema è legato alle performance grafiche con emulatori di console. Test approfonditi su Dolphin e altri emulatori hanno evidenziato che i Pixel 10 perdono rapidamente frame e frequenza di clock rispetto ai Pixel 9. Ad esempio, l’emulazione della Wii cala da 60 FPS a 50 già alla terza gara su Pixel 10, mentre su Pixel 9 il calo è più lento e contenuto, garantendo una maggiore stabilità. Anche le temperature restano più basse sui Pixel 10, a scapito della performance. Questi risultati indicano che, nonostante il nuovo chip proprietario e la GPU di Imagination Technologies, i Pixel 10 non siano ancora ideali per l’emulazione di console impegnative, generando un certo malcontento tra gli appassionati in attesa delle future soluzioni come il Tensor G6.
Google offre un anno gratuito di Gemini AI Pro agli studenti universitari
Google lancia un’iniziativa dedicata agli studenti universitari italiani, regalando un anno di abbonamento a Gemini AI Pro senza alcun costo. Per accedere al servizio, è sufficiente caricare un documento che certifichi l’iscrizione a un ateneo, inclusi gli istituti privati, entro il 9 dicembre. Il piano, normalmente valutato 21,99 euro al mese, mette a disposizione gli strumenti AI più avanzati di Google, tra cui l’accesso ampliato a Gemini 2.5 Pro per domande e immagini, Deep Research per report personalizzati, NotebookLM per organizzare i pensieri con sintesi audio e video, Veo 3 per trasformare testo o foto in brevi video e Nano Banana per manipolare immagini. Inoltre, gli studenti ricevono 2 TB di spazio cloud su Google Drive, Foto e Gmail, permettendo di salvare progetti, documenti e materiali didattici. L’abbonamento esistente può essere sostituito senza problemi, con rimborso della durata residua, e Google ricorda in anticipo la scadenza dell’offerta.
Theme Manager rivoluziona la personalizzazione dei Pixel
Google sta preparando un’importante novità per gli utenti Pixel: Theme Manager, un sistema che renderà molto più semplice e sicuro personalizzare l’interfaccia degli smartphone. Attualmente, con Material 3 Expressive, le opzioni disponibili lasciano ancora margini limitati rispetto ad altri brand Android, e il vecchio metodo basato su file JSON risultava fragile e soggetto a crash. Con Theme Manager, invece, tutte le modifiche – dai colori ai font, fino agli elementi dinamici – passeranno attraverso un servizio dedicato che garantisce uniformità e stabilità. L’aggiornamento permetterà non solo di applicare temi completi con un solo tap, ma anche di supportare pacchetti ufficiali e di terze parti, con palette di colori, sfondi e impostazioni coerenti, aprendo finalmente ai Pixel un livello di personalizzazione paragonabile a quello dei concorrenti.