Il gaming ed il business volano alti con le nuove soluzioni hardware di Zotac, Tornado, ed HP

Periodo di grandi novità per le soluzioni hardware destinate al mondo del gaming, e della produttività professionale, grazie alle nuove proposte di Zotac, in ambito gaming VR, e di Tornado ed HP per quel che concerne le workstatione ed i portatili business.

Il gaming ed il business volano alti con le nuove soluzioni hardware di Zotac, Tornado, ed HP

Le ultime settimane si sono rivelate particolarmente feconde e generose, in fatto annunci hardware in ambito computeristico, sia per quel che riguarda il segmento del gaming, che per quel che concerne la routine professionale.

Ecco allora una serie di proposte pronte per arrivare sul mercato tra non molto. Si tratta di oggetti molto interessanti.

Il nuovo zaino VR di Zotac

Dalla cinese (Hong Kong) Zotac, specialista in miniPC e schede grafiche overcloccate a scopo gaming, arriva (con data e prezzo ancora non pervenuti) un nuovo zainetto per la realtà virtuale.

La versione 2.0 è più comoda, visto che gli spallacci nella parte alta sono imbottiti, ed il telaio dell’insieme è più compatto, grazie al lavoro d’ottimizzazione delle componenti interne. Queste ultime, connesse al visore tramite un pannello di connettori comodamente posti nella parte alta, si sostanziano in processori Intel i7 di 8° generazione, schede grafiche NVIDIA GeForce GTX 1070 dotate di corposa memoria dedicata (8 GB), e di 16 GB di memoria RAM DDR4. La batteria, sostituibile in hot swap per non interrompersi finita l’ora e mezza di gioco supportata, alimenta anche gli effetti luminosi, regolati via app SPECTRA 2.0, ed affidati alle luci LED implementate negli inserti.

La workstation di Tornado

Decisamente più corposa l’offerta presentata a favore dei professionisti. La canadese Tornado, ad esempio, ha annunciato la workstation (428 x 314 x 25-51 mm, per 4.14 kg) Tornado F7W che, pur non vantando un design molto curato, fa delle prestazioni e della sicurezza il suo pregio maggiore. Dotato di display, sia FullHD che 4K, a 17 pollici, questo super-portatile è strutturato secondo una logica modulare, che lo rende aggiornabile, potendo sostituire la CPU di base (Intel Core i7-9700K o i9-9900K, Intel Xeon E-2816G) e la scheda grafica (NVIDIA Quadro di serie P5200, P4200, o P3200), o upgradare sino a 128 GB la RAM, e sino a 22 TB lo storage: quest’ultimo, tra l’altro, può prevedere hard disk SATA o SSD, anche in assetto RAID. Con le connettività affidata a Wi-Fi, Bluetooth, ed Ethernet Lan, la sicurezza di questo notebook Windows 10 based – in grado di eseguire anche Microsoft Server/Linux, e di virtualizzare altri OS tramite Wmware – conta sulla crittografia del disco lato BIOS, su uno scanner per le impronte, su un lettore di smart card, e sulla presenza di un chip di sicurezza TPM 2.0. Il difetto? Ovviamente il prezzo: tanta potenza si paga cara, con un listino di partenza pari a 2.700 euro.

I nuovi laptop protessionali di HP

L’americana HP, invece, ha tentato di conciliare le prestazioni con il design alla moda, sfornando nuovi portatili della serie EliteBook 705 (partendo da 799 euro) e della gamma ProBook 645 G4.

Nel primo caso, gli EliteBook 735 G5, HP EliteBook 745 G5 e HP EliteBook 755 G5 vantano un telaio slim con display molto luminosi contenuti entro bordi arrotondati, e si distinguono per prestazioni (grazie ai processori AMD Ryzen PRO Mobile), autonomia della batteria (dotata di HP Fast Charge per riguadagnare il 50% della carica in mezzora), sicurezza (affidata sia a componenti hardware che alle prerogative di Windows 10 Pro), ed attenzioni multimediali (microfono con cancellazione del rumore, posto frontalmente, in supporto alla videoconferenze).

Caratterizzato dalla flessibilità, ma sempre bello stilisticamente, è – infine – il portatile HP ProBook 645 G4 (da 749 euro): quest’ultimo, confortato dalla potenza (parsimoniosa nei consumi e, quindi, efficiente in sede di autonomia) dei processori AMD Ryzen Pro, è dichiarato compatibile con un certo numero di docking station dell’azienda e, in tal modo, lasciando queste ultime in ufficio connesse a varie periferiche, si trasforma in un nonnulla in un vero e proprio computer desktop stanziale.

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