Tra auto, smartphone, elettrodomestici e tv smart, notebook a tutto spiano, al CES 2018 – conclusosi in quel di Las Vegas appena una settimana fa – di robot se ne sono visti davvero tanti, con alcuni modelli a carattere prevalentemente ludico, ed altri più finalizzati a supportare l’essere umano nella sua quotidianità.
L’umanoide Sophia, il bipede Walker, ed il tuttofare Aeolus Bot
Ebbene sì, al CES 2018 ha fatto la sua comparsa anche Sophia, di recente omaggiata della cittadinanza dall’Arabia Saudita. Rivestita della speciale pelle “frubber”, la spilungona (1.80 cm) della Hanson Robotics può – ora – anche muoversi, e – presto – sarà utilizzata sia in fabbrica che nelle terapie mediche.
Meno “affascinante”, invece, si è rivelato essere – ma è ancora al suo esordio – il bipede “Walker” della cinese Ubtech, concepito – con i suoi circa 32 kg di peso – per essere un maggiordomo robotico: in attesa che impari a far ridere come ne “Il dormiglione” di Woody Allen, Walker sa già affrontare le scale, ballare, e giocare a calcio. Per lo più, però, lo si utilizzerà per sorvegliare gli ambienti di casa, per gestire gli appuntamenti del calendario, e interagire con gli altri via posta elettronica. Dimenticavamo, al momento, è sprovvisto di braccia!
Per fortuna, questo non è certo il problema del robot “Aeolus Bot”, che proprio di braccia è provvisto. In tal modo, dopo aver mappato casa (che può anche sorvegliare), è in grado di riporre ogni oggetto riconosciuto al suo posto, di spazzare, lavare i pavimenti, e persino prendere una lattina dal frigo. Qualora gli venisse chiesto, a suon di comandi vocali, gestiti dall’intelligenza artificiale di Amazon Alexa.
Il cagnolino Sony Aibo
Senz’altro, il robot più famoso che si è potuto toccare con mano è stato il “redivivo” cagnolino “Aibo” della giapponese Sony. Rispetto al modello varato nel lontano 2006, il nuovo esemplare si muove più agilmente grazie ai micro-motori che agiscono su 22 assi, e impara a migliorare il suo comportamento, sia tramite i comandi impartiti (via LTE e Wi-Fi) all’app “My aibo”, che tramite un processo di machine learning, sviluppando un rapporto – col padrone umano – che ricorda quello con i quattro zampe “analogici”. Al suo interno, la batteria (2 ore di autonomia, con carica completa in 3 ore) ed il processore quadcore supportano la numerosa sensoristica presente nel robot: gli occhi sono costituiti da oblò OLED, utili a mostrare le reazioni e le emozioni dell’animaletto, nel nasino è nascosta la telecamera adibita al riconoscimento di oggetti e persone, mentre sul capo – infine – è posizionata una superficie sensibile al tocco, che permette ad Aibo di percepire eventuali carezze. Per entrare in possesso del primo pet friend robotico a mondo, disponibile in commercio a partire dal mercato nipponico, a cominciare dall’11 Gennaio, occorrerà mettere in conto un investimento non da poco, pari a 198,000 yen locali, o circa 1500 euro al cambio.
Il mini androide semovente BUDDY
Altrettanto simpatico, ma in grado di scorrazzare (70cm/sec) per casa in virtù delle sue 3 ruote, è – invece – “BUDDY”, il robot domestico della francese Blue Frog, arrivato al CES 2018 nella sua seconda edizione. Il nuovo modello esprime le emozioni (tristezza, allegria, arrabbiatura, persino il timore per il freddo) grazie alle espressioni visualizzate sul maxi tablet da 8 pollici collocato in luogo del viso, ed ai movimenti della tasta, che può anche ondeggiare in conseguenza di quanto detto e percepito. Basato sul chip open source Arduino, Buddy riconosce oggetti, animali, piante, e persone grazie alla videocamera dotata di infrarossi e proiettore laser, idonea anche a mappare tridimensionalmente l’ambiente nel quale si muove.
Tra i suoi utilizzi, vi è quello di telecamera di sorveglianza, di hub domestico (per la domotica, il rilevamento dei pericoli di incendio/allagamento/furto, ed i consumi energetici di casa), di intrattenitore per la famiglia (visualizzazione dei filmati sul display), di compagno di giochi (racconta le favole) e di studio (insegna a contare ed a fare lo spelling) per i bambini, che possono anche essere sorvegliati a distanza (via app mobile, e connettività Wi-Fi e Bluetooth). Può supportare la massaia nella preparazione delle ricette, visualizzando le istruzioni sul tablet, ricordare appuntamenti e medicine da prendere, e fungere da device per le comunicazioni, leggendo i messaggi sopraggiunti in talune app, o avviando delle videochiamate tramite Skype.
Per ora, BUDDY supporta il francese e l’inglese, ed è stato già messo in pre-ordine a 646 euro per la versione base, ed a 923 euro per quella premium iper-accessoriata.
ed il rivale Kuri
Simile al robot appena citato è il nuovo prodotto della Mayfield Robotics, il robot Kuri di 2° generazione – semovente grazie a due ruote cingolate – che può essere utilizzato, dopo aver mappato l’intera casa – per sorvegliare i relativi ambienti in propria assenza (ha 4 microfoni ultra sensibili, ed una fotocamera HD in uno degli occhi), e far ascoltare della musica in streaming (recependo i comandi vocali e sfruttando due altoparlanti). Kuri è capace di mostrare le sue emozioni: quando gli si tocca il capo (ove è posizionato un sensore), solleva il capo, guardando di sbieco il suo padroncino, e può sorridere con gli occhi, mostrando emozioni anche grazie ad una particolare colorazione del suo cuoricino.
Titan Ai, lo speaker che riconosce le emozioni, e CLOi , che fa scena muta
Decisamente più tradizionale, e simile a uno speaker intelligente, è il robot da comodino “Titan Ai”, della Titan Platform Corporation. Quest’ultimo reagisce ai comandi vocali, e risponde fornendo le informazioni richieste, mentre sul monitor può consentire l’accesso alla domotica di casa ed alle telecamere di videosorveglianza. Capace di riconoscere le emozioni umane, può fornire pertinenti consigli in fatto di musica, e film, libri, e cibo. Sotto questo punto di vista, il progresso rispetto a CLOi (“Kloh-ee”) di LG si è rivelato essere abissale: il robot sudcoreano, infatti, concepito per aiutare nella gestione semplificata della casa, sul palco del CES 2018, ha più volte fatto scena muta, di fronte ai reiterati comandi vocali del suo imbarazzato ingegnere.