Google, Apple e Samsung: strategie e innovazioni a confronto tra AI, smartphone e dispositivi smart

Negli ultimi giorni, Google, Apple e Samsung hanno introdotto aggiornamenti e novità che rafforzano le rispettive posizioni sul mercato globale, con nuove funzioni AI, vendite record, innovazioni hardware e collaborazioni strategiche.

Google, Apple e Samsung: strategie e innovazioni a confronto tra AI, smartphone e dispositivi smart

Negli ultimi giorni, i tre colossi tecnologici Google, Apple e Samsung hanno lanciato aggiornamenti e novità che riflettono strategie diverse ma complementari per il mercato globale. Google ha messo mano a Gemini 3 Pro, limitando l’accesso gratuito a causa di un picco di richieste e introducendo strumenti AI educativi e funzioni come Quick Share compatibile con AirDrop per migliorare l’esperienza utente, pur segnalando alcune instabilità. Apple, dal canto suo, continua a rafforzare la sua posizione commerciale e sociale: l’iPhone 17 guida le vendite al Singles Day cinese, Apple Pay sostiene programmi sanitari globali e la collaborazione con Intel apre la strada a chip “Made in USA” entro il 2027, mentre sfida regolamentazioni europee su Ads e Maps. Samsung concentra i suoi sforzi su innovazione e integrazione: conquista premi con la gamma Jet, riorganizza team per soddisfare la domanda di display Apple, risolve problemi software su One UI 8, prepara nuovi smartphone pieghevoli e punta sugli smart glasses con supporto avanzato a Google Translate, evidenziando un approccio pragmatico che unisce design, compatibilità e collaborazione interaziendale. In sintesi, ciascun ecosistema mostra come l’innovazione tecnologica si intrecci con strategie di mercato, ottimizzazione dell’esperienza utente e risposte rapide a esigenze commerciali e regolamentari.

Mondo Google

Google rivede l’accesso gratuito a Gemini 3 Pro: la domanda supera le aspettative

La crescita fulminea di Gemini 3 Pro, arrivato da pochi giorni anche in Italia, ha costretto Google a intervenire rapidamente sulle modalità di accesso per gli utenti della fascia gratuita. L’interesse per il nuovo modello, insieme all’impatto generato dalle funzioni visive di Nano Banana Pro, ha provocato un volume di richieste superiore a quanto previsto, al punto da mettere sotto pressione l’infrastruttura e da richiedere una revisione immediata delle soglie d’uso. I primi segnali del cambiamento sono arrivati in modo silenzioso, attraverso un aggiornamento alla pagina dei limiti che ha sostituito il precedente tetto di 5 prompt giornalieri con un indefinito “Basic access”, lasciando intendere che le nuove regole potranno variare di continuo secondo necessità. Anche le immagini generate con Nano Banana Pro sono state coinvolte dal rallentamento, confermando una strategia di contenimento per preservare la stabilità del servizio in un momento di picco eccezionale.

Google cambia rotta sul caso Microsoft: ora decide soltanto l’UE

Google ha scelto di ritirare la denuncia antitrust contro Microsoft sulle pratiche nel settore cloud, un gesto che non indica una distensione tra le due aziende ma piuttosto un riposizionamento tattico, visto che la Commissione Europea ha già avviato un’indagine autonoma e più ampia. La decisione, confermata da Reuters, arriva dopo l’annuncio dei regolatori europei che hanno deciso di valutare da soli se le dinamiche di mercato di Azure debbano essere soggette a regole più stringenti. Come spiegato da Giorgia Abeltino di Google Cloud Europe, la scelta punta a sostenere un percorso istituzionale più efficace e potenzialmente più incisivo rispetto a una singola denuncia. La stessa Abeltino ribadisce che Google intende continuare a collaborare con i legislatori per favorire un ecosistema cloud più aperto. Le accuse presentate lo scorso anno facevano riferimento a meccanismi che, secondo Google, rendevano complicato per i clienti uscire dall’infrastruttura Microsoft, in un mercato dominato da Amazon con il 30%, da Microsoft con il 20% e con Google ferma al 13%. Ora sarà l’UE a stabilire se Azure e Amazon Web Services debbano essere classificati come gatekeeper secondo il Digital Markets Act, obbligandoli a rispettare norme pensate per riequilibrare il settore e ampliare le possibilità di scelta degli utenti.

Una modifica minima che cambia tutto: così Android ha aiutato Uber a crescere

Google ha mostrato come l’API Restore Credentials, introdotta l’anno scorso per eliminare le continue disconnessioni durante il passaggio a un nuovo smartphone, abbia generato benefici tangibili per Uber, che grazie a questa soluzione ha visto diminuire sensibilmente gli accessi manuali e migliorare in modo misurabile la fluidità dell’esperienza utente. L’azienda spiega che la semplice presenza di un token trasferito automaticamente dal vecchio al nuovo dispositivo ha evitato milioni di ri-autenticazioni indesiderate, ridotto i costi legati agli SMS OTP e favorito un aumento del numero di utenti che riescono ad avviare subito l’app e completare un viaggio. Una dimostrazione concreta di come una modifica quasi invisibile possa migliorare la continuità d’uso e trasformarsi in un vantaggio economico reale, spingendo altre realtà del settore a considerare seriamente questa integrazione.

Google testa le annotazioni sulle immagini di Gemini

Google sta sperimentando una funzione che permette agli utenti di aggiungere annotazioni manuali alle immagini generate da Gemini prima del download. L’obiettivo è facilitare la modifica e la personalizzazione, consentendo di disegnare o inserire spiegazioni direttamente sulle immagini, senza ricorrere a software esterni. Secondo quanto segnalato da @testingcatalog su X, questa novità potrebbe essere utile per generare immagini da colorare o con testi esplicativi, velocizzando il processo creativo. Al momento non è chiaro quando la funzione sarà disponibile per tutti gli utenti.

Google rivoluziona lo studio con tre strumenti AI interattivi

Google ha presentato tre nuovi strumenti basati sull’intelligenza artificiale pensati per rendere lo studio più coinvolgente e creativo, trasformando oggetti e immagini quotidiane in spunti di apprendimento. Il primo, Learn Everything, permette di scattare foto a elementi comuni come piante, animali o oggetti di uso quotidiano e utilizzarli come metafore visive per spiegare concetti complessi, adattando il livello di difficoltà e il tono dell’apprendimento alle esigenze dell’utente. Con World Toon Video, invece, gli studenti possono diventare protagonisti delle proprie lezioni: basta un selfie, la scelta di uno stile di disegno e uno sfondo storico, e l’IA genera un breve video educativo che inserisce l’utente direttamente nella narrazione. Infine, Art Chat consente di dialogare con le opere d’arte, ponendo domande sui dipinti o le sculture per comprenderne significati, dettagli e contesto in tempo reale, trasformando la visita a musei e gallerie in un’esperienza interattiva e personalizzata. Tutti e tre i prodotti sono attualmente in fase sperimentale, ma puntano a integrare l’intelligenza artificiale nelle routine di apprendimento quotidiane, offrendo un approccio innovativo che combina gioco, curiosità e didattica, stimolando la creatività e l’interesse degli studenti.

Android testa una nuova modalità hotspot con combinazione 2,4 e 6 GHz nel canale Canary

Nell’ultima build Canary di Android è stata individuata una nuova modalità per l’hotspot Wi-Fi che punta ad aumentare la velocità di connessione dei dispositivi più moderni senza sacrificare la compatibilità con quelli meno recenti. La soluzione prevede l’uso combinato delle frequenze a 2,4 e 6 GHz, lasciando fuori i 5 GHz, scelta che riflette la volontà di Google di offrire un equilibrio tra performance e copertura. La banda a 6 GHz, introdotta con il Wi-Fi 6E, garantisce infatti prestazioni elevate ma soffre la presenza di ostacoli e ha un raggio d’azione più contenuto, mentre la frequenza a 2,4 GHz resta quella più universale, assicurando accesso anche ai dispositivi più datati. La comparsa di questa modalità si affianca a quella, già presente, dedicata esclusivamente ai 6 GHz, pensata per chi vuole massimizzare la velocità senza compromessi, purché entrambi i dispositivi siano compatibili. Al momento le opzioni disponibili nella versione “pura” di Android comprendono quindi 2,4 + 5 GHz, solo 6 GHz e la nuova combinazione 2,4 + 6 GHz, ma restano da chiarire le tempistiche per un rilascio stabile. È possibile che arrivi con una futura QPR o direttamente nella prossima release del sistema operativo, che secondo la roadmap aggiornata non dista più così tanto, rendendo questa novità una delle evoluzioni più interessanti per la connettività mobile dei prossimi mesi.

Quick Share sui Pixel 10 sorprende per la compatibilità con AirDrop, ma genera instabilità sul Wi-Fi

Google ha catturato l’attenzione del settore annunciando che il nuovo Quick Share dei Pixel 10 può dialogare direttamente con AirDrop, aprendo di fatto la strada a un sistema di condivisione universale tra dispositivi vicini, indipendentemente dall’ecosistema. La novità, distribuita inizialmente solo sui flagship più recenti, rappresenta un passo storico nella comunicazione tra Android e iOS e nasce con l’obiettivo di verificare il comportamento della funzione prima di una diffusione più ampia. Tuttavia, le prime prove sul campo stanno evidenziando un imprevisto piuttosto fastidioso: ogni volta che il Quick Share rinnovato entra in funzione, la connessione Wi-Fi dei Pixel 10 perde stabilità, con reti che scompaiono dall’elenco, impossibilità di collegarsi e necessità di riattivare manualmente la radio senza ottenere comunque risultati finché l’interfaccia di condivisione resta aperta. Una volta chiuso Quick Share, la situazione torna alla normalità, segno che il problema è strettamente legato alla gestione simultanea delle interfacce wireless. Le discussioni interne tra i vari team di supporto Google indicano che l’azienda è consapevole dell’anomalia, pur senza averlo dichiarato apertamente, e ora l’attenzione è rivolta a capire quando arriverà una correzione ufficiale, inevitabilmente considerata prioritaria vista la rilevanza strategica della funzione.

Mondo Apple

Tim Cook esprime cordoglio per l’incendio di Hong Kong

Tim Cook, CEO di Apple, ha pubblicato su Weibo un messaggio di cordoglio per il devastante incendio avvenuto a Hong Kong, definendo la tragedia “struggente” e assicurando che i pensieri dell’azienda sono rivolti a tutti i residenti colpiti e ai soccorritori impegnati in prima linea. Nel post, scritto in cinese e in inglese, Cook ringrazia i team di emergenza per il loro lavoro e annuncia che Apple effettuerà una donazione per sostenere direttamente le operazioni di soccorso sul territorio, sottolineando l’intenzione del gruppo di contribuire in modo concreto agli aiuti alle vittime e alla comunità locale. 

Apple Pay sostiene la lotta contro l’AIDS

Come lo scorso anno, Apple ha inaugurato una nuova campagna solidale che trasforma ogni acquisto effettuato con Apple Pay in un contributo concreto al Global Fund. Da oggi e fino al 7 dicembre, per ogni transazione completata tramite Apple.com, attraverso l’app Apple Store o negli Apple Store fisici nei Paesi aderenti, verranno destinati 5 dollari a sostegno dei programmi sanitari del Fondo, con un limite massimo fissato a 3 milioni di dollari. L’iniziativa rinnova l’impegno dell’azienda nel periodo che precede la Giornata mondiale contro l’AIDS del 1° dicembre, confermando una tradizione ormai consolidata nel tempo. Il Global Fund opera nell’ambito di interventi mirati a contrastare HIV/AIDS, tubercolosi e malaria nelle aree più vulnerabili del mondo, sostenendo attività ritenute essenziali per la tutela della salute pubblica. La donazione legata ad Apple Pay si integra nella collaborazione ventennale con (RED), il progetto creato da Bono che ha visto Apple contribuire con oltre 250 milioni di dollari dal lancio della partnership. Pur essendo oggi ridotta la presenza di prodotti in edizione (PRODUCT)RED, l’azienda mantiene una continuità di supporto attraverso iniziative stagionali come quella appena avviata, che mira a generare un impatto immediato e misurabile in un contesto globale ancora segnato da patologie che richiedono risorse costanti per essere gestite in modo efficace.

Apple contesta l’UE: Ads e Maps non sarebbero servizi dominanti

L’Unione Europea ha avviato una valutazione formale per stabilire se Apple Ads e Apple Maps debbano rientrare tra i servizi regolati dal Digital Markets Act, dopo che Apple ha comunicato di aver superato le soglie quantitative previste. Secondo Bruxelles, i numeri raggiunti da entrambi i servizi li porrebbero tecnicamente nella categoria dei gatekeeper, con l’eventuale obbligo di adeguarsi a regole più severe entro sei mesi. Cupertino, però, ha presentato una contestazione immediata, sostenendo che né Ads né Maps dispongono di un peso reale nel mercato europeo: la divisione pubblicitaria avrebbe una presenza minima rispetto ai colossi del settore e non integrerebbe dati provenienti da altri servizi Apple, mentre Maps, secondo l’azienda, avrebbe un utilizzo marginale nel continente e non ricoprirebbe un ruolo d’intermediazione tale da giustificare l’applicazione del DMA. La Commissione ora ha 45 giorni lavorativi per decidere se accogliere le obiezioni di Apple o se imporre la piena applicazione delle norme.

Apple valuta Intel per chip “Made in USA” nel 2027

Apple potrebbe tornare a collaborare con Intel affidandole la produzione dei chip di fascia base della linea M-series già dalla metà del 2027, mantenendo design e architettura Arm interamente propri. La scelta riguarderebbe MacBook Air, iPad Air e alcune configurazioni di iPad Pro, mentre i chip ad alte prestazioni resterebbero prodotti da TSMC. Oltre alla tecnologia, la mossa avrebbe valenza strategica: rafforzare la produzione nazionale, ridurre la dipendenza dalle fonderie asiatiche e consolidare i rapporti con l’amministrazione americana. Se confermata, il 2027 segnerebbe un passo importante per Intel e per l’industria dei semiconduttori statunitense, mostrando come Apple unisca innovazione e resilienza industriale.

iPhone 17 guida le vendite al Singles Day cinese e rafforza la posizione Apple

Durante il recente Singles Day in Cina, considerato l’equivalente asiatico del Black Friday, l’iPhone 17 si è imposto come il protagonista delle vendite di smartphone, conquistando il 26% del mercato secondo Counterpoint Research. Questo successo ha permesso ad Apple di consolidare la propria leadership, contrastando la flessione generale delle vendite nel Paese e impedendo un calo del 5% nel settore. La performance dei modelli standard e Pro della linea iPhone 17 ha attirato consumatori strategici per il mercato cinese, mentre concorrenti come Huawei hanno registrato perdite di quota a causa del lancio tardivo dei Mate 80, e Xiaomi ha mantenuto il secondo posto con il 17% di vendite nonostante una leggera flessione. Il risultato del festival conferma la capacità di Apple di stimolare la domanda anche in periodi di mercato stagnante e indica una ripresa nel mercato cinese, consolidando le aspettative dell’azienda per il miglior trimestre di vendite della sua storia.

Apple Podcasts, comportamenti anomali sollevano dubbi sulla possibile diffusione di contenuti sospetti

Negli ultimi mesi alcuni ricercatori hanno segnalato dinamiche inattese legate all’app Apple Podcasts, che in determinate circostanze si aprirebbe da sola mostrando contenuti mai richiesti, sia su iOS sia su macOS. Il fenomeno, raccontato da Joseph Cox di 404Media, riguarda episodi in cui l’app compare all’improvviso subito dopo lo sblocco del dispositivo, visualizzando podcast dal contenuto insolito, spesso affiancati da titoli con porzioni di codice, URL o elementi che ricordano tentativi di cross-site scripting. Il caso è stato approfondito anche da Patrick Wardle di Objective-See, che è riuscito a replicare il comportamento semplicemente visitando una pagina web, verificando che un sito possa forzare l’apertura dell’app e il caricamento di un contenuto scelto dall’esterno senza alcun avviso all’utente, una dinamica considerata atipica per macOS, dove simili interazioni richiedono normalmente un consenso esplicito. Tra gli esempi analizzati compare anche un podcast con link a un sito progettato per mostrare un pop-up dichiarato come test XSS, confermando che alcuni attori starebbero esplorando la piattaforma come potenziale superficie d’ingresso, pur senza sfruttare vulnerabilità note. Cox richiama inoltre un parallelo con i casi che anni fa coinvolsero Google Calendar, dove automatismi interni venivano sfruttati per iniettare eventi non richiesti: una logica simile, applicata però a un’app che gode di piena fiducia da parte del sistema. Al momento del report di 404Media, Apple non aveva ancora fornito commenti ufficiali sulla vicenda.

iOS 27: prime indiscrezioni sulle novità

A pochi mesi dal lancio di iOS 26, emergono le prime indiscrezioni su iOS 27, che sembra puntare a un adattamento all’iPhone Fold con supporto multitasking multi-finestra, correzione di codice ridondante ed errori di programma, miglioramenti a Liquid Glass, una Siri più intelligente e lo sviluppo di una nuova funzione satellitare per servizi sanitari a pagamento denominata Health+. Tre di queste novità non sarebbero correlate alla versione cinese del sistema operativo.

Mondo Samsung

Samsung conquista gli Euroconsumers Awards 2025 con la serie Jet

Samsung si aggiudica gli Euroconsumers Awards 2025 nella categoria degli aspirapolvere cordless verticali grazie alla gamma Jet, in particolare ai modelli Jet 75, Jet 85 e Jet 95, riconosciuti per leggerezza, maneggevolezza e resa durante i test effettuati su oltre tremila prodotti e nelle valutazioni dei consumatori europei; un risultato che conferma il percorso intrapreso dal brand dal 2019 e che rafforza una tradizione di innovazione ribadita anche dal vicepresidente esecutivo Jeong Seung Moon, il quale ha evidenziato l’impegno nel migliorare prestazioni e praticità tramite l’intelligenza artificiale, mentre l’azienda celebra il premio anticipando che nuove soluzioni saranno presentate al CES 2026 di Las Vegas.

Samsung riorganizza team per soddisfare le richieste Apple di display

Samsung ha avviato una riorganizzazione interna per rafforzare la propria collaborazione con Apple, in vista dell’aumento della domanda di display per i futuri iPhone, MacBook e iPad. Secondo quanto riportato da The Elec, questi cambiamenti consentiranno a Samsung di gestire meglio la produzione di pannelli OLED, inclusi quelli destinati ai prossimi MacBook Air con touchscreen, agli iPad Pro, Air e mini 8, oltre al primo iPhone pieghevole. La nuova struttura produttiva, capace di realizzare fino a 10 milioni di pannelli OLED l’anno, dovrebbe garantire a Samsung il ruolo di principale fornitore per i notebook equipaggiati con chip M6 Pro e M6 Max. I rumor indicano inoltre che i laptop avranno schermi più sottili senza notch e con cerniere rinforzate, mentre l’iPad Air dovrebbe passare a OLED entro il 2028, consolidando il rapporto strategico tra le due aziende.

Samsung rimuove le pubblicità dai Family Hub: aggiornamento decisivo per ristabilire la fiducia

Samsung ha rimesso mano al discusso progetto pilota che aveva introdotto pubblicità sui display dei frigoriferi Family Hub, scegliendo ora una strada più rispettosa delle aspettative dei clienti. Dopo mesi di malcontento — comprensibile considerando il costo elevato di questi elettrodomestici premium — l’azienda ha rilasciato un nuovo aggiornamento che consente di disattivare completamente gli annunci senza perdere alcuna funzione smart. L’episodio era nato a metà settembre negli Stati Uniti, quando un update aveva introdotto “promozioni selezionate” che comparivano sulle schermate inattive del frigorifero, generando un’ondata di critiche. In un primo momento Samsung aveva chiarito che gli annunci indesiderati potevano essere rimossi singolarmente, ma che il sistema ne avrebbe comunque proposti altri, lasciando come unica soluzione drastica quella di scollegare il frigorifero da internet, compromettendo però tutte le funzioni avanzate che lo rendono un prodotto di fascia alta. La situazione cambia ora radicalmente: stando alle segnalazioni apparse su Reddit, gli utenti possono accedere alle impostazioni del dispositivo e disattivare la voce dedicata alle pubblicità con un semplice tocco, mantenendo intatte ricette, video, liste della spesa e tutte le caratteristiche che definiscono l’esperienza Family Hub. Resta da capire se questo intervento sancirà una piena riconciliazione con i clienti, ma la direzione intrapresa appare finalmente allineata a ciò che ci si aspetta da un prodotto premium.

Lock Star risolve il problema dell’Orologio Adattivo nella One UI 8

Samsung ha individuato una soluzione immediata alle anomalie che riguardavano l’Orologio Adattivo introdotto con la One UI 8: è sufficiente aggiornare il modulo Lock Star all’interno di Good Lock per ripristinare il corretto funzionamento della funzione. L’orologio, progettato per modificare forma e posizione dei numeri adattandosi al wallpaper scelto, in alcuni dispositivi non rispondeva in modo coerente, generando dubbi sulla sua reale efficacia. Con l’aggiornamento alla versione 7.0.1.10, scaricabile sia da Good Lock sia dalla Galaxy Store, la personalizzazione della schermata di blocco torna a funzionare come previsto, anche nel caso di sfondi complessi o con contorni molto marcati.

Samsung Galaxy A37 avvistato su Geekbench: torna un chip già noto

Samsung si prepara a rinnovare la sua fascia media e il Galaxy A37 inizia a prendere forma grazie alla prima apparizione su Geekbench. Il modello testato, identificato come SM-A376B, mostra una configurazione interessante per questo segmento, con 6 GB di RAM, Android 16 e soprattutto il ritorno dell’Exynos 1480 con GPU Xclipse 530, lo stesso chip visto su Galaxy A55 e M56. Una scelta che conferma l’intenzione dell’azienda di riutilizzare soluzioni già collaudate, pur cercando di mantenere prestazioni competitive. Le aspettative restano comunque caute: il 1480 promette numeri migliori rispetto allo Snapdragon 6 Gen 3 dell’A36, ma restano da verificare consumi, temperature e durata sotto stress. Il debutto è atteso nella primavera 2026 insieme ai nuovi Galaxy A27 e A57, ma finché Samsung non ufficializzerà la lineup è bene mantenere un filo di prudenza: su Geekbench, del resto, non mancano mai apparizioni discutibili.

Galaxy S27 Ultra, il passo avanti rimandato: i rumor raffreddano le aspettative sulla fotocamera

Le ultime indiscrezioni di Ice Universe suggeriscono che Samsung non introdurrà il nuovo sensore Sony LYT-901 sul futuro Galaxy S27 Ultra, preferendo mantenere un modulo da 1/1,3”, lo stesso formato adottato nelle generazioni recenti. Questo scenario delineerebbe un’evoluzione più conservativa del comparto fotografico, con l’azienda che continuerebbe a fare affidamento soprattutto sull’elaborazione software per migliorare gli scatti. Una scelta che, se confermata, potrebbe spingere gli appassionati a rivedere le aspettative sul modello del 2027, rimandando di fatto il salto tecnologico che molti si aspettavano in un segmento dove la concorrenza sta avanzando con sensori più ambiziosi.

Galaxy Z TriFold: prezzo più basso del previsto, ma sempre alto

Manca poco alla presentazione del Galaxy Z TriFold, il primo smartphone Samsung con design a tre sezioni, e le ultime indiscrezioni indicano un prezzo di listino attorno ai 2.500 dollari, più basso dei 3.000 inizialmente ipotizzati ma comunque elevato. Questo posizionamento lo colloca vicino al primo iPhone pieghevole in termini di costo, giustificando il prezzo con l’innovazione del display pieghevole con due cerniere. Pur essendo un prodotto destinato a una disponibilità limitata, il TriFold potrebbe arrivare almeno su un mercato occidentale, consentendo l’importazione per chi desidera provarlo in anteprima. Resta da confermare il prezzo ufficiale e le condizioni di disponibilità.

Samsung punta sugli smart glasses con Google Translate come protagonista

Samsung è pronta a lanciare i suoi primi smart glasses basati su Android XR, previsti per il 2026, e al centro del progetto c’è una stretta collaborazione con Google. L’elemento che potrebbe distinguere il debutto di questi occhiali è Google Translate, che nella versione 9.26.46.833192481.11 mostra novità pensate appositamente per i dispositivi indossabili. Tra le modifiche più rilevanti spicca l’aggiunta della voce “Glasses” nell’interfaccia Live Translate, suggerendo la possibilità di riprodurre la traduzione simultanea direttamente sugli occhiali, senza passare dallo smartphone, e di mantenere la funzione attiva in background tramite una notifica persistente. Queste ottimizzazioni puntano a offrire un’esperienza “a mani libere” durante conversazioni, viaggi o riunioni, compensando l’assenza di un vero display AR nella prima generazione, che sarà più leggera e simile a un dispositivo audio smart. Solo nel 2027, con la seconda generazione, Samsung introdurrà un display integrato per competere con Apple e Meta. L’approccio adottato evidenzia come la traduzione in tempo reale possa diventare il punto di forza degli smart glasses iniziali, offrendo utilità concreta anche senza funzionalità visive avanzate, e posizionando Google Translate come vera arma segreta per l’esperienza utente.

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