Negli ultimi mesi, il panorama tecnologico globale ha registrato una serie di aggiornamenti e novità che confermano l’impegno di Google, Apple e Samsung nel migliorare l’esperienza utente e nel preparare il terreno per il 2026. Da una parte, Google ha concentrato i suoi sforzi su Android 16 QPR3 Beta 1 e sulle patch di sicurezza dei Pixel, puntando a stabilità, ottimizzazioni grafiche e funzionalità più fluide, senza trascurare nuove opportunità nell’ambito dell’AI con Gemini e le automazioni domestiche. Apple, invece, ha concluso il 2025 con la dismissione di 17 prodotti tra iPhone, iPad, Apple Watch e Mac, preparandosi a un 2026 ricco di innovazioni, inclusi i nuovi modelli di iPhone pieghevoli, aggiornamenti hardware e maggiore apertura verso mercati regolamentati come il Giappone. Samsung ha invece focalizzato l’attenzione su design più sottili e performanti per i suoi pieghevoli, nuove generazioni di laptop Galaxy Book Pro e il chip Exynos 2600, insieme a ottimizzazioni software su Lightroom e conferme sulla produzione di SSD. In tutti e tre i casi emerge una strategia comune: perfezionare e consolidare l’ecosistema esistente, risolvendo problemi concreti e anticipando le tendenze tecnologiche del prossimo anno.
Mondo Google
Android 16 QPR3 Beta 1: l’ultimo grande aggiornamento prima di Android 17
Dopo il rilascio della versione stabile di Android 16 QPR2, Google ha dato il via alla distribuzione di Android 16 QPR3 Beta 1, un aggiornamento che segna una fase di transizione cruciale per il sistema operativo e che rappresenta l’ultimo intervento strutturato prima del passaggio definitivo ad Android 17. La nuova beta, destinata ai Pixel a partire dalla serie Pixel 6, introduce una serie di affinamenti mirati più all’esperienza d’uso che a rivoluzioni evidenti, confermando la natura delle Quarterly Platform Release come momenti di consolidamento. Tra i cambiamenti più apprezzati spicca la regolazione dell’intensità della torcia direttamente dalle impostazioni rapide, una funzione semplice ma attesa, insieme alla possibilità di rimuovere finalmente il widget At a Glance dalla schermata Home, lasciando maggiore libertà di personalizzazione. Migliorano anche alcuni aspetti estetici e di fluidità, come la nuova animazione di apertura delle cartelle nel Pixel Launcher e la riorganizzazione delle icone a tema, ora etichettate come “Minimal”. Sul piano tecnico, QPR3 Beta 1 porta con sé anche interventi meno visibili ma significativi, come l’aggiornamento del driver GPU sui Pixel 10 con Tensor G5, pensato per incrementare efficienza e compatibilità grafica. La versione stabile è attesa per marzo 2026 e chiuderà ufficialmente il ciclo di Android 16, preparando il terreno al prossimo major update: un passaggio che conferma come Google stia lavorando più sulla maturità dell’ecosistema che su cambiamenti radicali, in vista delle novità più profonde attese con Android 17.
Nuova patch di dicembre per i Pixel: focus su batteria e touch
Google ha avviato la distribuzione della patch di dicembre per i suoi smartphone Pixel, introducendo aggiornamenti mirati a correggere problemi di rilievo segnalati dagli utenti. Questa versione, identificata come BP4A.251205.006.E1, interessa principalmente i modelli Pixel 8, Pixel 9 e Pixel 10, con un pacchetto di circa 25 MB. Tra le novità principali spicca la riduzione del consumo eccessivo della batteria, un problema che aveva influito sull’autonomia in alcune condizioni d’uso. Sono stati inoltre risolti malfunzionamenti del touch, in particolare il mancato rilevamento di alcuni tocchi sui Pixel 10, migliorando così la reattività del display. La patch affronta anche un problema legato alla cache: gli utenti che passavano ad Android 16 da versioni precedenti come Android 14 talvolta non riuscivano ad accedere a mappe offline, file multimediali o altri contenuti scaricati dalle app, limitazioni ora eliminate. Pur essendo aggiornamenti minori rispetto al QPR2 di novembre, queste correzioni risultano fondamentali per ottimizzare l’esperienza quotidiana, garantendo maggiore stabilità e performance dei dispositivi. Al momento, la disponibilità della patch è in fase graduale, e gli utenti sono invitati a verificare manualmente la presenza dell’update nelle impostazioni dei propri Pixel.
Google Pixel 10, arriva il tanto atteso aggiornamento del driver della GPU
Dopo mesi di critiche legate alle prestazioni grafiche, Google compie finalmente un passo concreto per migliorare l’esperienza dei Pixel 10 introducendo, con Android 16 QPR3 Beta 1, un nuovo driver per la GPU PowerVR integrata nel Tensor G5. Fin dal debutto, infatti, il limite principale della serie non era tanto la potenza teorica del chip, quanto l’utilizzo di un driver ormai datato, incapace di sfruttare appieno l’hardware disponibile e responsabile di cali di fluidità soprattutto nei giochi più esigenti. La novità, non esplicitamente citata nel changelog ufficiale, è emersa grazie alle segnalazioni degli utenti e riguarda l’adozione del driver versione 25.1 rilasciato da Imagination Technologies nell’agosto 2025, lo stesso che introduce supporto completo ad Android 16, alle API Vulkan 1.4 e a un set più ampio di estensioni OpenCL. Secondo il produttore, questo aggiornamento porta benefici sia in termini di prestazioni sia di efficienza energetica, e dovrebbe contribuire a ridurre i problemi di frame rate irregolare riscontrati in passato. Non si tratta di una rivoluzione capace di stravolgere la fascia di riferimento del Pixel 10, ma di un intervento strutturale atteso da tempo, che affronta finalmente uno dei principali colli di bottiglia della piattaforma. I miglioramenti reali andranno comunque valutati con test più approfonditi e benchmark dedicati, mentre per la distribuzione definitiva bisognerà attendere la versione stabile di Android 16 QPR3, prevista per marzo 2026. Chi non vuole aspettare può già accedere al programma beta e verificare in prima persona i primi effetti del nuovo driver, segnando un passaggio importante nella maturazione complessiva dell’ecosistema Pixel.
Google News introduce gli audio briefing: ascolta le notizie, ma solo in alcune regioni
Google News lancia una nuova funzione che trasforma gli articoli in audio briefing, pensata per chi preferisce ascoltare le notizie invece di leggerle. La novità include una scheda dedicata “Listen” con un player completo, che permette di riprodurre i contenuti con controllo di riproduzione, salto avanti o indietro e regolazione della velocità da 0,75x a 2x. Ogni briefing mantiene chiara l’attribuzione della fonte e offre link diretti agli articoli completi, consentendo di approfondire subito ciò che cattura l’attenzione. Al momento la funzione è limitata agli utenti statunitensi, ma è accessibile anche fuori regione modificando le impostazioni linguistiche e geografiche. Google evidenzia così la volontà di rendere l’esperienza di fruizione delle notizie più flessibile, integrando audio, riassunti e strumenti basati su AI.
Google Meet migliora la condivisione: arriva finalmente l’audio di sistema nelle presentazioni
Google Meet introduce una novità molto attesa che semplifica in modo concreto la condivisione dell’audio durante le riunioni online. Con il nuovo aggiornamento diventa possibile trasmettere l’audio di sistema del dispositivo, superando il limite che fino a oggi vincolava il suono alla sola scheda del browser condivisa. Durante l’avvio di una presentazione compare ora un’opzione dedicata che consente di includere l’audio del computer insieme allo schermo o alla finestra selezionata, permettendo ai partecipanti di ascoltare in tempo reale qualsiasi contenuto multimediale riprodotto. La funzione è disponibile su macOS 14.02 o successivi e su Windows 11, utilizzando Chrome dalla versione 142, e richiede l’attivazione manuale a ogni presentazione. Il rilascio è già iniziato per gli utenti del canale rapido, mentre la diffusione generale è prevista per l’inizio del 2026, segnando un passo avanti significativo per chi utilizza Meet in ambito professionale e formativo.
Gemini si arricchisce con Opal: mini app create con l’AI, ma l’Italia resta in attesa
Google ha avviato l’integrazione di Opal all’interno di Gemini, rendendo ancora più immediata la creazione di mini app tramite linguaggio naturale, anche se la funzione non è ancora disponibile in Italia. L’assenza nel nostro Paese è legata ai tempi di rilascio regionali e alle normative europee, in particolare al GDPR, che stanno rallentando l’attivazione del servizio. Opal consente di descrivere a parole un’attività o un flusso di lavoro e di trasformarlo automaticamente in una mini applicazione basata su diagrammi di flusso, capace di automatizzare operazioni come l’analisi di dati online o la generazione di report collegati a Google Fogli. L’integrazione con Gemini promette di semplificare ulteriormente l’esperienza, rendendo l’automazione accessibile anche a chi non ha competenze di sviluppo, in attesa che il servizio venga esteso anche al mercato italiano.
Gemini si arricchisce con NotebookLM e nuove funzionalità web
Google Gemini amplia le sue potenzialità con l’integrazione di NotebookLM nella versione web dell’app, pochi mesi dopo il lancio di Gemini 3 Flash. Dal menu “plus” è ora possibile aggiungere i propri notebook digitali direttamente nel prompt, consultando informazioni come numero di fonti e data di creazione, e selezionando più notebook contemporaneamente per semplificare la gestione e l’analisi dei dati. L’aggiornamento introduce anche nuovi limiti di utilizzo a seconda dei piani: gli utenti gratuiti possono generare fino a cinque report di ricerca approfondita con Thinking, mentre i membri di Google AI Pro arrivano a 100 prompt giornalieri e chi dispone di AI Ultra fino a 500, migliorando l’efficienza e la personalizzazione dell’esperienza. Questa novità si accompagna a una continua evoluzione di Gemini per la domotica, con alcune problematiche ancora in fase di monitoraggio, confermando l’impegno di Google nel rendere la piattaforma più versatile, integrata e adatta sia alla produttività che alla gestione intelligente delle informazioni personali.
Gemini for Home: prime difficoltà con le automazioni vocali
L’introduzione di Gemini for Home negli ambienti domestici europei ha evidenziato sia le potenzialità dell’AI di Google applicata alla domotica sia alcune criticità iniziali. Il rilascio graduale sugli speaker Nest e altri dispositivi compatibili ha sostituito il vecchio Google Assistant, ma ha anche causato problemi in alcune automazioni vocali preesistenti. Routine consolidate come l’accensione delle luci o i comandi legati alla buonanotte hanno smesso di funzionare correttamente, con messaggi di errore che indicano dispositivi “inesistenti”, pur essendo l’hardware correttamente configurato. Gli utenti hanno scoperto che duplicare le automazioni e adattarle alla nuova interfaccia può risolvere parzialmente il problema, ma le routine di sistema predefinite restano vincolanti e talvolta interferiscono con parole chiave fondamentali, costringendo a trovare comandi alternativi. Non tutti gli utenti, comunque, riscontrano difficoltà, il che indica che il rollout graduale e le diverse configurazioni domestiche influenzano l’esperienza. Google continua a procedere con cautela, confermando che Gemini for Home è ancora in fase di sperimentazione e perfezionamento.
Mondo Apple
iPhone Air, Apple rivede il progetto in vista della seconda generazione attesa nel 2027
A pochi mesi dal debutto, l’iPhone Air si sta rivelando un esperimento riuscito solo in parte e Apple sembra pronta a farne tesoro in vista di una seconda generazione prevista per il 2027. I segnali raccolti dal mercato e dalle analisi degli addetti ai lavori indicano infatti vendite inferiori alle attese, con il modello rimasto costantemente disponibile anche quando altri iPhone della serie 17 facevano registrare tempi di consegna più lunghi. Alla base di questa accoglienza tiepida non ci sarebbe tanto il concept dello smartphone ultrasottile, quanto l’equilibrio complessivo tra compromessi e prezzo: la scelta di una singola fotocamera posteriore, di un solo speaker audio e di una ricarica meno veloce è apparsa difficile da giustificare a fronte di un listino sensibilmente più alto rispetto all’iPhone 17 e molto vicino a quello dell’iPhone 17 Pro. Secondo un report di The Information, Cupertino starebbe ora riconsiderando proprio questi aspetti, valutando l’introduzione di una seconda fotocamera e una possibile revisione al ribasso del prezzo per rendere l’iPhone Air più competitivo e meglio posizionato all’interno della gamma. Non si tratta ancora di decisioni definitive, ma di riflessioni strategiche che segnano un cambio di passo: l’obiettivo sarebbe trasformare un primo modello percepito come sbilanciato in una proposta più coerente, capace di valorizzare il design sottile senza imporre rinunce eccessive, ridefinendo così il ruolo dell’iPhone Air nel futuro dell’offerta Apple.
Apple 2025: addio a 17 prodotti e preparazione a un 2026 di grandi novità
Il 2025 si chiude per Apple come un anno di transizione, segnato dalla dismissione di ben 17 prodotti tra iPhone, iPad, Apple Watch, Mac e accessori. La linea di smartphone ha visto il pensionamento di numerosi modelli, dal piccolo iPhone SE fino ai più recenti 16 Pro e 16 Pro Max, rimpiazzati dai nuovi 17 Pro e 17 Pro Max con design rinnovato e sistema di raffreddamento aggiornato. Anche gli iPad hanno subito cambiamenti significativi: l’iPad 10 con chip A14 ha lasciato spazio alla versione con A16, mentre l’iPad Air M2 è stato sostituito dall’Air M3, che introduce nuove funzionalità come il Magic Keyboard aggiornato. Nel segmento wearable, Apple Watch Series 10 e Ultra 2 hanno ceduto il passo a Series 11 e Ultra 3, quest’ultimo con connettività 5G e via satellite, mentre il Watch SE ha ottenuto sensori aggiuntivi e uno schermo Sempre Attivo migliorato. La gamma Mac non è stata da meno: MacBook Air M3, Mac Studio e il MacBook Pro base hanno ricevuto aggiornamenti con chip più potenti e batterie maggiorate, con voci di ulteriori versioni M5 in arrivo. Anche gli accessori hanno visto novità, con gli AirPods Pro 3 dotati di sensore cardiaco e migliore audio, la seconda generazione di Apple Vision Pro sostituita dalla versione con chip M5 e un nuovo caricatore MagSafe Qi2.2 per ricariche più veloci. L’insieme di queste sostituzioni non indica un calo di creatività, ma una chiara strategia di Apple per liberare spazio nel portafoglio prodotti e prepararsi a un 2026 ricco di innovazioni, che potrebbe includere l’atteso iPhone pieghevole, nuovi dispositivi per la smart home e aggiornamenti sostanziali per i Mac e gli occhiali intelligenti.
iOS in Giappone cambia volto: App Store alternativi, pagamenti aperti e nuove regole per gli utenti
Apple ha annunciato un’importante revisione delle regole di iOS e dell’App Store in Giappone per adeguarsi al Mobile Software Competition Act, avvicinando il modello nipponico a quello già visto in Europa. Le novità prevedono l’apertura agli app store alternativi, l’uso di sistemi di pagamento diversi da quelli Apple e condizioni economiche riviste per gli sviluppatori, pur mantenendo controlli di sicurezza automatici e manuali sulle applicazioni. Cupertino sottolinea i potenziali rischi legati a malware e frodi, ma afferma di aver lavorato con le autorità locali per garantire un equilibrio tra conformità normativa e tutela degli utenti, arrivando persino a indicare il quadro giapponese come più solido di quello europeo sul fronte della sicurezza. Con iOS 26.2, gli utenti giapponesi potranno inoltre scegliere app store, browser, assistente vocale e motore di ricerca predefiniti, mentre gli sviluppatori avranno maggiore libertà anche sul fronte dei browser, grazie alla possibilità di usare motori di rendering alternativi a WebKit.
Apple amplia gli annunci sull’App Store: più visibilità nelle ricerche e nuove chance per gli sviluppatori
Apple ha annunciato un’estensione strutturale degli spazi pubblicitari all’interno dei risultati di ricerca dell’App Store, con l’introduzione di nuove posizioni sponsorizzate a partire dal 2026. Oltre all’annuncio già presente in cima alla lista, le inserzioni compariranno anche più in basso nelle query di ricerca, aumentando le opportunità di visibilità per sviluppatori e inserzionisti nel momento in cui l’utente manifesta un’intenzione di download. La logica di funzionamento resterà invariata, basata su keyword, rilevanza e sistema di aste, senza possibilità di scegliere una collocazione specifica. Apple sottolinea il ruolo centrale della ricerca, da cui nasce una larga parte dei download, e conferma che formato degli annunci, modelli di costo e strumenti di gestione resteranno gli stessi, con il supporto alle nuove posizioni previsto su iOS e iPadOS 26.2 e versioni successive.
iPhone Fold verso il debutto, ma la produzione rischia di frenare la disponibilità
Apple continua a lavorare al suo primo iPhone pieghevole, ma le ultime indiscrezioni indicano un percorso produttivo più complesso del previsto, con possibili conseguenze sulla quantità di dispositivi disponibili al lancio. Secondo gli analisti, l’annuncio potrebbe arrivare nella seconda metà del 2026, mentre la produzione su larga scala rischia di slittare al 2027 a causa di difficoltà tecniche legate soprattutto alla resa iniziale dei componenti e alla messa a punto di elementi chiave come la cerniera. Questo scenario porterebbe a una disponibilità limitata per un periodo prolungato, con una domanda potenzialmente molto più alta dell’offerta. Le stime sulle unità prodotte sarebbero già state riviste al ribasso e, se il trend dovesse continuare, il nuovo iPhone Fold potrebbe arrivare sugli scaffali in quantità ridotte. Il dispositivo, atteso con display esterno compatto e schermo interno più ampio, oltre a un prezzo particolarmente elevato, rappresenta una delle sfide più delicate per Apple negli ultimi anni, chiamata a bilanciare innovazione, qualità costruttiva e capacità produttiva.
Mondo Samsung
Adobe Lightroom si aggiorna: HDR esclusivo per Galaxy S24 e S25 e nuovi strumenti di condivisione
Adobe ha rilasciato la versione 11.1.0 di Lightroom per dispositivi mobili, introducendo funzioni che migliorano l’esperienza di editing fotografico e la gestione dei contenuti. La novità più interessante riguarda i flagship sudcoreani Galaxy S24 e S25 Series, che ora possono sfruttare la modalità HDR per ottenere foto più dettagliate e luminose, valorizzando appieno l’hardware avanzato dei device. L’aggiornamento porta anche strumenti più flessibili per creare album personalizzati e condividerli tramite link o codice QR, disponibili anche per gli utenti gratuiti senza abbonamento premium. Inoltre, Lightroom amplia la compatibilità con nuove fotocamere e obiettivi, ottimizzando la gestione dei file RAW e la correzione delle distorsioni ottiche. La distribuzione dell’app è già attiva su Play Store e Galaxy Store, accompagnata da miglioramenti generali di stabilità e correzione di bug.
Samsung smentisce le voci sulla fine della produzione di SSD
Samsung ha chiarito ufficialmente che non ha alcun piano di interrompere la produzione dei propri SSD, smentendo così le recenti indiscrezioni diffuse da alcune fonti online. Secondo un portavoce dell’azienda, le notizie riguardanti la possibile eliminazione degli SSD SATA o di altri modelli sono false e prive di fondamento. La precisazione arriva in un momento di forte attenzione sul mercato delle memorie, in particolare a causa della crescente domanda di chip per il settore dell’intelligenza artificiale, che ha spinto alcuni produttori a dare priorità alla produzione di RAM e NAND ad alto margine, rispetto al segmento consumer. L’azienda ha voluto rassicurare utenti e partner, sottolineando che la gamma di SSD destinata al mercato consumer resterà attiva e disponibile. La smentita arriva anche dopo alcune mosse simili di altri produttori, come Micron, che ha deciso di concentrare le proprie risorse sul mercato datacenter. Sebbene il contesto dei prezzi dei chip e della disponibilità sul mercato rimanga complesso, Samsung conferma la continuità della sua offerta di archiviazione a stato solido, smorzando le preoccupazioni generate dalle voci circolate negli ultimi giorni.
Galaxy Z Flip 8 punta sulla sottigliezza: design più snello e nuove ottimizzazioni in arrivo
I primi rumor su Galaxy Z Flip 8 suggeriscono che Samsung stia preparando un ulteriore passo avanti sul fronte del design, rendendo il pieghevole a conchiglia ancora più sottile rispetto all’attuale Flip 7. Dopo il lavoro fatto con Galaxy Z Fold 7, che ha ridotto in modo significativo gli ingombri da chiuso, la stessa filosofia potrebbe essere applicata anche alla linea Flip, uno dei punti storicamente più critici di questa categoria. Le indiscrezioni indicano che la riduzione dello spessore non dovrebbe avvenire a scapito dell’autonomia, con la possibilità di mantenere invariata o addirittura aumentare la capacità della batteria. Parallelamente, Samsung potrebbe intervenire sulla visibilità della piega, migliorando resistenza e luminosità del display, mentre sotto la scocca si parla dell’adozione del chip Exynos 2600. Il lancio sarebbe previsto per la seconda metà del 2026 e, se queste anticipazioni verranno confermate, Galaxy Z Flip 8 potrebbe rappresentare uno dei cambiamenti più rilevanti della serie, segnando un deciso salto generazionale.
Samsung Galaxy Book Pro 6: spuntano le prime immagini dei nuovi portatili premium
In Rete sono trapelate le prime immagini di Samsung Galaxy Book Pro 6, uno dei modelli di punta della prossima generazione di notebook Windows del colosso sudcoreano. Le foto, diffuse da un noto leaker e probabilmente provenienti da documentazione di certificazione, confermano l’arrivo di due varianti differenti per dimensioni, una più compatta da circa 14 pollici e una più grande da 16 pollici, seguendo la strategia già adottata con la serie Galaxy Book 5 Pro. Le immagini non svelano molti dettagli sul design o sulle specifiche tecniche, limitandosi a mostrare una colorazione grigio chiaro e le dimensioni complessive dei dispositivi, ma rafforzano l’idea di un rinnovo imminente. Secondo le indiscrezioni precedenti, Samsung potrebbe puntare su batterie più capienti, nuove tastiere e una piattaforma hardware aggiornata per consolidare la propria offerta premium nel panorama dei laptop Windows in vista del 2026.
Exynos 2600, finalmente qualche dettaglio tecnico concreto
Emergono finalmente informazioni più circostanziate sull’Exynos 2600, il prossimo chip di punta di Samsung destinato ad alimentare i Galaxy S26 e S26 Plus in alcuni mercati, e a fare luce è ancora una volta Ice Universe, leaker storicamente affidabile quando si parla di semiconduttori e strategie della casa coreana. Secondo le indiscrezioni, il SoC sarà realizzato con processo produttivo a 2 nanometri, un passaggio chiave che potrebbe consentire a Samsung di colmare parte del divario accumulato negli ultimi anni nei confronti di TSMC. La CPU dovrebbe adottare una configurazione a 10 core suddivisi in tre cluster, con un core principale in grado di spingersi fino a 3,9 GHz, affiancato da un cluster intermedio a 3,25 GHz e da uno orientato all’efficienza energetica a 2,75 GHz. Numeri che, presi isolatamente, non sembrano rivoluzionari rispetto alle soluzioni più recenti di Qualcomm e MediaTek, ma che vanno letti alla luce di fattori altrettanto determinanti come architettura, gestione della cache, ottimizzazioni software e dissipazione termica. Sul fronte grafico, il chip dovrebbe integrare una GPU identificata come AMD JUNO, probabile nome in codice della futura Xclipse 960 sviluppata in collaborazione con AMD, con una frequenza operativa intorno ai 985 MHz e supporto alle API Vulkan 1.3. Un quadro che inizia a delinearsi con maggiore chiarezza, pur lasciando ancora diversi interrogativi aperti sulle prestazioni reali e sulla strategia complessiva di Samsung, che potrebbe puntare più su equilibrio ed efficienza che sulla rincorsa al primato assoluto nei benchmark.