In un’intervista passata, Bill Gates – fondatore della Microsoft – previde che, entro una ventina d’anni, il progresso hardware e software sarebbe stato tale che i robot avrebbero sostituito gli uomini in tutti i lavori scarsamente specializzati.
Quel momento, a quanto pare, potrebbe essere molto più vicino di quanto non si pensi. In queste ore, la Fastbrick Robotics ha annunciato la nascita di Hadrian 109, il primo robot muratore con le performance tipiche del miglior Stachanov. Nello specifico, Hadrian 109, una macchina semovente, è in grado di poggiare circa 1000 mattoni all’ora, realizzando – in tal modo – una casa in appena 2 giorni.
Il vantaggio – per chi fosse interessato a una nuova residenza – sarebbe non solo di poter avere presto una casa “chiavi in mano”, ovvero completa di tutto punto, ma anche di poter ottenere il tutto con ingenti risparmi (si parla di 20 mila o 30 mila dollari) rispetto a un edificio costruito dai meno efficienti e forzuti muratori umani.
Proprio per questo motivo, spiega Mike Pivac – amministratore della Fastbrick Robotics, Hadrian 109 potrebbe trovare presto mercato sia in Europa che in Gran Bretagna dove la mancanza di mano d’opera ha fatto lievitare i prezzi delle case: le società edili sarebbero ben liete di migliorare performance e incassi grazie al robot in questione.
Chi pensa che sia un azzardo affidare ad un robot un qualcosa di particolarmente sensibile come la costruzione di una casa, dovrà ricredersi. Stefanie Tellex, professoressa di Scienze Informatiche presso la Brown University (USA), ha mostrato all’opera il nuovo software realizzato per migliorare le performance di un Baxter, un robot con braccia meccaniche dotato di viso touch per la digitazione dei comandi. Ebbene, col programma realizzato dalla Tellex, Baxter è in grado di riprendere ogni sorta di oggetto con fotocamere e sensori e di capire quale sia il modo migliore per maneggiarlo con cura, rapidità ed efficacia.
Terminato l’apprendimento, il robot in questione è in grado di codificare la nuova conoscenza appresa e di trasmetterla agli altri fratelli della medesima catena produttiva in modo da migliorare del 75% la capacità di manipolare gli oggetti, indipendentemente dal contesto industriale d’impiego che, quindi, potrà essere sia quello del montaggio di componenti elettroniche che quello dei lavori più alienanti e scarsamente qualificati.
Con robot sempre più bravi nel gestire correttamente qualsiasi oggetto manuale, serviranno ancora gli operai manuali, magari con compiti di coordinamento e vigilanza, o si realizzerà il vaticinio di Bill Gates? Recentemente, inoltre, abbiamo visto che i robot sono anche in grado di operare il tumore al fegato ed al rene oltre che essere dei veri e propri amici da compagnia.