Col robot umanoide Nao inizia l’era dei robot da compagnia

La tre giorni del Maker Faire di Roma si è ormai conclusa con un successo di pubblico (ben 100 mila i visitatori registrati) e la robotica è il settore applicativo che più ha stupito. Che sia merito anche dell'umanoide robot Nao?

Col robot umanoide Nao inizia l’era dei robot da compagnia

Nelle scorse settimane si è tenuto a Roma, negli spazi dell’Università “La Sapienza”, il “Maker Faire 2015” che ha permesso a ben 100 mila visitatori, in 3 giorni (!), di familiarizzare con una nutrita serie di tecnologie che sembrano decisamente destinate a modificare, in toto, quella che sarà la quotidianità del nostro domani. 

Tra le varie branche di applicazione della tecnologia proposte, una delle più interessanti si è rivelata essere sicuramente quella della robotica.

In questo ambito ci è capitato di vedere robot preparatori di pasta, drink & cocktail, e persino robot umanoidi in grado di presenziare all’inaugurazione della presente kermesse della creatività “artigianale”. Non meno stupefacente, comunque, è apparso essere il robot “Nao”, realizzato dalla start-up high tech parigina “Aldebaran Robotics”.

L’automa in questione, nello specifico, festeggiava i suoi primi (quasi) 10 anni di vita, essendo nato nel lontano 2006, ed i suoi primi successi evolutivi, visto che già nel 2007 diventava la mascotte ufficiale della Robocup, una sorta di olimpiade internazionale della robotica. 

Tra le peculiarità più interessanti di Nao, spicca certamente il suo aspetto particolarmente umano che abbina una silhouette di media altezza ma comunque elegante a un viso particolarmente espressivo e simpatico.

Nao è in grado di muoversi e, persino di ballare a tempo di musica, grazie a 5 assi di movimento ed a un sistema di 21/25 livelli di libertà (a seconda della versione Robocup o Academics): nel caso, poi, cada, il programma inserito nella sua memoria è in grado di riconoscere l’imbarazzo della situazione e di rispondere con un americanissimo “Ouch!”.

Nao è anche capace di evitare gli ostacoli, grazie a un sistema di sensori a ultrasuoni e tramite un meccanismo di sensori di pressione collocato nell’estremità dei suoi piedi, e di interagire con le persone graziea un doppio impianto di ripresa – posto nel capo – in grado di riconoscere persone e cose che lo circondano: a tal proposito le interazioni, sempre molto spontanee e naturali, vengono rese possibili tramite un meccanismo di emozioni opportunamente programmato nel corso degli anni.

Tra i vari usi di Nao che, quindi, si presta molto all’interazione con i bambini ed all’assistenza di anziani e malati, vi è anche quello che prevede l’abbattimento delle barriere linguistiche: Nao, infatti, è anche capace di fare da tramite con le persone lontane, anche di altre nazionalità, grazie alla sua innata capacità di tradurre e ritradurre le conversazioni in lingua avvenute tramite Hangouts (il VOIP di Google).

L’era dei robot da compagnia è, ormai, iniziata?

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