dLight: ecco la prima lampada smart di Google

Nelle scorse ore, sono trapelate in rete le immagini di un progetto hardware di Google che, pur non essendo confidenziale, al momento appare riservato ai suoi dipendenti, che potranno farsi spedire a casa dLight, la prima lampada smart di Big G.

dLight: ecco la prima lampada smart di Google

Google è attiva da tempo anche nel ramo dell’hardware, come appurabile dalla commercializzazione degli smartphone Pixel e dai dispositivi dell’ecosistema Nest: a tali prodotti se n’è aggiunto, nelle scorse settimane, un altro rappresentato dalla lampada smart dLight, realizzata per il colosso di Mountain View dalla honkonghiana HCC Teletron (HK) Technology Co, una sussidiaria del gruppo cinese Foxconn (partner storico di Apple e proprietario di Sharp).

Secondo il designer Ben Gold, che ne ha condiviso gli estremi sul proprio profilo Twitter, la lampada intelligente dLight, che nel nome evidenzia un gioco di parole tra i termini inglesi The Light (luce) e Delight (delizia), ha una comune base circolare, con una sottile asticella sulla quale è montata una luce ellittica, che può essere regolata secondo vari preset di illuminazione, anche nella temperatura della luce, e orientata di 90 gradi.

In in tal modo, secondo la descrizione del prodotto, la stessa può essere puntata sulla scrivania, o sull’utente, per aiutare nello smart working o nel telelavoro quando ci si cimenta in una videochiamata.

La lampada smart dLight di Google presenta una porta USB Type-C ben nascosta alla vista, necessaria per l’alimentazione e vanta la connettività Wi-Fi n, indicata anche per gli aggiornamenti OTA (over the air, cioè via etere), essendo in cantiere future novità per il prodotto, oltre che per supportare, come da logo “Hey Google” impresso, i comandi vocali verso Google Assistant, una volta aggiunta all’applicazione Google Home, nella quale risulta già supportata. 

Al momento, sembra che la lampada smart dLight di Google, pur non essendo un progetto confidenziale, non sia prevista per la commercializzazione pubblica, essendo destinata all’uso interno dei dipendenti (un po’ come un dato paio di cuffie over-ear, codename GID5B, messo a disposizione nel 2017) di Big G che – non ancora soggetti al rientro in ufficio, potendo lavorare in remoto quale cautela contro il contagio da coronavirus – possono farsela spedire gratuitamente a domicilio

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