Nel corso di un evento ad hoc, il marchio cinese DJI, a pochi mesi di distanza dal varo del Mavic 3, ha annunciato, come ufficialmente auto-spoilerato nelle ore precedenti, un nuovo drone a uso professionale col nome di DJI Matrice 30.
Il nuovo drone è impermeabile IP55, risultando capace di operare a grandi altitudini (anche con neve, ghiaccio, e vento), reggendo excursus termici da meno 20 a più 50° Celsius. Tra le specifiche del nuovo arrivato figurano l’atterraggio d’emergenza a 3 eliche, la trasmissione a 4 antenne “OcuSync 3 Enterprise”, dei perfezionati sensori che aiutano a evitare automaticamente gli ostacoli tal che ci si possa concentrare solo sulla propria mission, una nuova tecnologia per valutare lo stato del drone e perfezionamenti financo nell’esperienza in prima persona in condizioni di poca luce.
Non meno importante è fatto che il DJI Matrice 30 possa essere agevolmente trasportato, non solo per via dei suoi 3.7 kg di peso, ma anche e soprattutto per il suo poter essere piegato (previa pressione di un pulsante), un po’ come taluni droni giocattolo usati dai principianti. Sempre in tema di specifiche “comuni”, il drone DJI Matrice 30 monta una rinnovata batteria, che offre 41 minuti di volo (con tanto di carica rapida, per passare in mezzora dal 20 al 90%), durevole per verificati 400 cicli di ricarica, supporta gli aggiornamenti off-line, semplicemente caricandoli sulla microSD, ed è molto attento alla sicurezza: di base, mantiene al sicuro i dati attraverso sistemi di backup e ridondanza degli stessi, cripta (standard AES) i log di volo e i contenuti (foto e video) stoccati sulla microSD, e supporta la modalità “local data”, in ragione della quale – isolato il drone da internet – è solo localmente che i dati rimangono.
Per il controllo, il drone DJI Matrice 30 si basa sul nuovo controller RC Plus, autonomo per 6 ore, impermeabile IP54, con diverse interfacce (slot 4G, USB, HDMI, USB, microSD, USB Type-C), e un dispay – ben leggibile all’aperto – da 7 pollici, nei pressi del quale l’accesso alle principali funzioni è garantito mediante 6 pulsanti fisici (presenti assieme ai due stick posizionali). In tema di compatibilità, il drone DJI Matrice 30 supporta la piattaforma FlightHub 2, per il controllo in tempo reale di una flotta di droni con i dati consultabili da un mero browser e la facoltà di creare mappe (a 360° o tridimensionali) in cui collocare poligoni, linee, punti utili nel caso in cui si debbano coordinare più operatori impegnati sullo stesso obiettivo.
A questo “giro”, non manca nemmeno la stazione DJI Dock (25.999 o 29.999 euro a seconda della variante del drone compresa in kit). Si tratta di un hub da 1×1 metri del peso di 90 kg cui il drone DJI Matrice 30 fa ricorso per atterrare, decollare e ricaricarsi prima di ridecollare di nuovo (dopo mezzora): secondo il brand, a corredare il resistente (ad acqua e polvere) DJI Dock, collegabile a un dongle 4G, concorre un sistema di sorveglianza ultragrandangolare e una batteria integrata, che permette di essere sempre operativi anche in caso di blackout.
Esauriti gli elementi comuni, va precisato che il drone DJI Matrice 30 è in realtà uno e duo, essendo cadenzato nelle versioni M30 (9.299 euro) e M30T (12.999 euro). La prima ha un sensore CMOS da 48 megapixel, contraddistinto da uno zoom digitale 200x e ottico 5x-16x, con un laser per determinare le coordinate di un oggetto distante anche 1.200 metri, e un ultragrandangolo da 12 megapixel, all’insegna di un comparto di ripresa capace di eseguire video recording anche in 4K@30fps. La seconda variante, invece, si distingue per avere anche una termocamera radiometrica (un po’ come la LIR TAU 2 del Phantom 336-IR) per misurare la temperatura assoluta di ogni pixel dell’oggetto che si “prende di mira” con l’osservazione.