Dai cani robot alle lavatrici autonome passando per il robot empatico: la robotica concreta che cambia il nostro mondo

Le ultime innovazioni nella robotica spaziano dai cani robot per la sorveglianza di parchi eolici, ai robot umanoidi capaci di gestire il bucato, fino a modelli empatici destinati a rivoluzionare l’assistenza personale attraverso una vera interazione emotiva.

Dai cani robot alle lavatrici autonome passando per il robot empatico: la robotica concreta che cambia il nostro mondo

Il mondo della robotica e dell’intelligenza artificiale sta assistendo a progressi rapidi e significativi, che stanno ridefinendo non solo i processi industriali, ma anche la vita quotidiana e l’interazione umana. Le recenti innovazioni spaziano dall’automazione completa di infrastrutture critiche alla creazione di robot umanoidi sempre più sofisticati, capaci di svolgere compiti complessi e persino di interagire emotivamente con gli esseri umani. Queste novità promettono di trasformare settori chiave come l’energia, la manifattura e l’assistenza personale, segnando un passo ulteriore verso un futuro sempre più autonomo e interconnesso.

I cani robot da sorveglianza, uno scenario da Black Mirror

Una delle innovazioni più sorprendenti nel campo della robotica riguarda l’applicazione di cani robot e droni per la gestione autonoma di parchi eolici, eliminando la necessità di personale umano in loco. Dal settembre 2024, il parco eolico di Ningxia Tongli in Cina, una centrale da 70 megawatt, opera senza la presenza di esseri umani, affidando la sorveglianza a droni e, soprattutto, a una pattuglia di cani robot a quattro zampe del modello X30 dell’azienda DEEP Robotics. Questi robot, che pesano 56 chilogrammi, sono progettati per affrontare condizioni estreme, potendo salire le scale, muoversi nell’oscurità più totale e operare senza sosta in un intervallo di temperature che va dai -20 °C ai 55 °C. La loro efficacia è stata dimostrata alla World Artificial Intelligence Conference di Shanghai, dove un X30 ha identificato guasti e anomalie in una sottostazione elettrica simulata, ricaricandosi autonomamente per garantire operatività continua.

L’intero parco eolico, con oltre 5.000 punti di ispezione, è monitorato costantemente da questa rete autonoma. In caso di anomalie, come un inverter surriscaldato o una vibrazione anomala, i robot e i droni inviano allarmi istantanei a un centro di controllo remoto, potendo analizzare i dati raccolti ed effettuare ispezioni anche in caso di perdita di comunicazione grazie all’intelligenza artificiale integrata. L’obiettivo di questa automazione completa va oltre la semplice riduzione dei costi, puntando all’eliminazione dei rischi per la sicurezza dei tecnici, che tradizionalmente dovevano affrontare condizioni di lavoro estreme in ambienti remoti, ad alta quota e battuti da forti venti. Questo approccio, già visto nelle “dark factories” nel settore dell’elettronica e dell’automotive, è stato implementato con successo dalla società costruttrice Goldwind anche in altri impianti “unmanned” per diverse aziende statali cinesi. La tecnologia di DEEP Robotics è stata inoltre esportata, ad esempio a Singapore, dove robot simili ispezionano stretti tunnel sotterranei per prevenire guasti ai cavi elettrici, dimostrando che il futuro dell’energia è sempre più autonomo.

Il robot domestico che fa il bucato

Un’altra significativa novità nel panorama robotico è Figure 02, un robot umanoide sviluppato dall’omonima startup californiana, probabilmente il primo in grado di fare il bucato. Una breve video dimostrazione ha mostrato Figure 02 prendere gli indumenti da una cesta e caricarli nella lavatrice con movimenti molto efficienti e “naturali“, simili a quelli di un normale essere umano. Sebbene l’esecuzione sia impressionante, si riconosce la necessità di considerare le premesse che derivano da video di questo tipo, come il numero di “take” o il lavoro di preparazione specifica. Un problema significativo nella robotica è la capacità di esulare dalla specificità, ovvero cosa succede se la cesta o gli indumenti hanno forme, colori o materiali diversi, o se la lavatrice ha un design differente. Nonostante ciò, il robot ha dimostrato di poter gestire eventi imprevisti, come l’aggiunta di un ulteriore capo nella cesta dei panni da lavare a metà lavoro.

L’amministratore delegato e fondatore di Figure, Brett Adcock, ha precisato che il robot non è telecomandato o controllato da remoto, ma opera grazie all’algoritmo di intelligenza artificiale sviluppato da Figure stessa, chiamato Helix. Figure non è l’unica startup che sta cercando di portare la robotica umanoide a un nuovo livello tramite l’intelligenza artificiale, sia in ambito domestico che industriale/manifatturiero. L’azienda si concentra soprattutto su quest’ultimo, immaginando che il suo robot sarà utile nelle fabbriche, per esempio quelle di automobili, e ha già collaborato con BMW. Tuttavia, è evidente che l’impiego domestico è nei radar di Figure, e in futuro si potrebbe assistere a uno scenario in cui il robot domestico sarà uno standard al pari di aspirapolvere e lavatrice. Tra le principali concorrenti di Figure in questo scenario, viene menzionata 1X Technologies, il cui robot Neo Gamma è in grado di maneggiare oggetti in modo avanzato e sostenere conversazioni articolate.

Il robot empatico

La terza importante novità è GR-3, il robot umanoide a grandezza naturale svelato dall’azienda di robotica e AI Fourier, che si distingue nettamente dall’idea di macchina costruita per la pura utilità, ponendo l’enfasi sull’empatia e l’interazione emotiva. La “bellezza” di questo modello risiede non tanto in ciò che fa, ma in come pensa e interagisce. GR-3 è dotato di un’architettura cognitiva a doppio percorso: un sistema di “pensiero veloce” che gestisce le risposte istintive e basate su regole, e un “pensiero lento“, alimentato da un modello linguistico di grandi dimensioni, che si occupa di portare avanti conversazioni complesse e contestuali. Questo “cervello ibrido” gli permette di adattarsi non solo ai compiti da svolgere, ma anche al tono della voce, al linguaggio del corpo e agli stimoli emotivi di chi ha di fronte. Per alimentare questa capacità di ragionamento, GR-3 è equipaggiato con un sistema di percezione multimodale che fonde vista, udito e tatto in un unico “motore emotivo” che processa i dati in tempo reale. Grazie a un array di quattro microfoni, può localizzare la provenienza delle voci, mentre delle telecamere a luce strutturata gli consentono di riconoscere i volti e di mantenere il contatto visivo durante una conversazione. Inoltre, ben 31 sensori di pressione distribuiti sul suo corpo rilevano il tocco, innescando risposte realistiche come il battito di ciglia, il movimento degli occhi o sottili gesti che comunicano una reazione emotiva.

Tutta questa tecnologia nasce da una visione di design limpida e sorprendente per una macchina: mettere l’amore al centro, prima di qualsiasi funzionalità. Fourier ha ideato GR-3 non per sostituire l’essere umano, ma per creare un legame emotivo autentico in contesti reali come ospedali, residenze per anziani, spazi pubblici e abitazioni private. Ogni particolare è studiato per farlo percepire come familiare e accogliente, non estraneo: la superficie è morbida al tatto, le tonalità calde e neutre, e le finiture richiamano quelle di tappezzerie di pregio. Lo scopo è offrire conforto a un bambino, essere un compagno per una persona anziana o supportare il monitoraggio della salute, valorizzando l’interazione emotiva allo stesso livello della precisione tecnica. Con i suoi 165 centimetri di altezza, 71 chilogrammi di peso e 55 gradi di libertà, GR-3 si muove in modo naturale e armonioso. La sua interfaccia facciale animata e la camminata fluida gli conferiscono una presenza calda e vicina, evitando la freddezza tipica dei robot. Può perfino adottare andature espressive, come una passeggiata saltellante o una che simula stanchezza. Fourier non lo considera un semplice dispositivo, ma una piattaforma modulare e personalizzabile, con API aperte a sviluppatori, ricercatori e professionisti del settore assistenziale.

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