I fan della trasmissione di Maria De Filippi, Uomini e Donne, la ricordano come la tronista “bella e maledetta“, proprio per la sua aria un po’ triste e insicura, per i suoi modi di fare che facevano intravedere un’anima fragile, nascosta in un corpo che provava a far credere tutto il contrario. Ma l’aggressività e la forza che i suoi tatuaggi e i suoi piercing volevano trasmettere, erano in chiaro contrasto con ciò che facevano affiorare i suoi occhi: stiamo parlando di Valentina Dallari.
E così, dopo l’esperienza di Uomini e Donne, è stata travolta da ciò che cercava di sconfiggere: i suoi fan ben presto hanno cominciato a notare un esagerato dimagrimento. In tanti, anche tramite social, hanno commentato il cambiamento repentino di aspetto come qualcosa di malsano e, forse anche grazie a questo, la Dallari ha ammesso di avere disturbi alimentari e di essere anoressica.
Il difficile percorso riabilitativo, raccontato direttamente da Valentina Dallari
Da quel momento, per lei, è iniziato un duro percorso riabilitativo che l’ha costretta ad un ricovero in cliniche specializzate, per cercare di risolvere questo suo stato fisico e mentale che l’avrebbe condotta all’autodistruzione, come lei stessa ha ammesso: “Un giorno ti svegli e hai due possibilità: vivere o morire“.
Valentina apre le porte del suo cuore e cerca di spiegare quanto sia stato, e continui ad essere, faticoso questo percorso riabilitativo che, però, le restituirà la vita che ha sempre sognato di vivere: “Tutto girava intorno al mio corpo. Ho rischiato la vita. Sono molto elettrizzata all’idea di tornare a esibirmi come disc jockey, però ho anche paura di gestirmi: ci sto lavorando. So solo che voglio riprendermi tutto quanto con gli interessi”.
Grazie all’aiuto della famiglia è riuscita a trovare una struttura in grado di garantirle un viaggio verso la guarigione: “Mi hanno detto che, nelle mie condizioni fisiche, era necessario il ricovero. Farsi aiutare. Gli amici e la famiglia sono di grande sostegno”.
Infine, spiega quanto possa essere dura non accettare i cambiamenti del proprio corpo: “I primi mesi non si accetta neanche di prendere un etto, ma il percorso psicologico aiuta a capire meglio se stessi. L’amore, la mia famiglia, mia sorella e Alessandro sono stati un grande sostegno. Non mi sono sentita sola“.