Tina Cipollari non ci sta e, furiosa, ha voluto replicare alle tante critiche pervenute a suo carico dopo le ultime dichiarazioni rilasciate dall’ex marito Kikò Nalli all’interno della casa del Grande Fratello 16. In molti, hanno puntato il dito contro l’opinionista di Uomini e Donne accusandola di aver manipolato il figlio Francesco.
Come ben sappiamo infatti, il ragazzo dodicenne avrebbe inveito contro Ambra Lombardo dandole della falsa perchè ha deciso di avvicinarsi a Kikò solamente dopo essere uscita dalla casa di Cinecittà. Durante una puntata di Pomeriggio Cinque oltretutto, ad essere presa in causa è stata anche Tina e questo ha fatto molto arrabbiare la Cipollari.
“Sentir parlare di manipolazione accostata al mio nome mi fa accapponare la pelle. Manipolare un figlio significa raggirarlo, controllarlo, ancor peggio usarlo per i propri scopi personali. È una cosa orribile, non avrei mai il coraggio di poterlo fare. Sono le mie creature, non sono dei burattini ”emotivi” che utilizzo a mio piacimento, al contrario di quanto alcuni possano pensare” ha infatti chiosato la Cipollari.
Tina oltretutto, sul suo profilo Facebook, si è lasciata andare ad un lungo sfogo dove ha altresì asserito di non permettere a nessuno di infierire, giudicare o sindacare sulla sua vita privata, sulla sua famiglia e sul suo essere madre, al di là del suo ruolo. I suoi tre figli sono sicuramente in grado di intendere e di volere, e non sono poi così diversi da qualunque altro bambino della loro età che guarda la televisione o possiede un profilo su un qualsiasi social network.
L’opinionista di Uomini e Donne non può e non intende negar loro l’unica possibilità che hanno adesso di poter vedere il padre, ossia quella di seguirlo all’interno del Grande Fratello 16, e non può di certo evitare una qualsiasi loro reazione alla vista di un atteggiamento o comportamento del loro papà, giusto o sbagliato che possa essere ritenuto, perche tutto ciò non dipende sicuramente da lei. Infine la Cipollari ha voluto difendere a spada tratta l’amico Simone Di Matteo tacciato di aver preso le sue difese solamente per visibilità.