Serena Enaurdu, minacce dopo la torta con la svastica: "Non ho commesso reato"

Serena Enardu è di nuovo nella bufera dopo aver pubblicato uno scatto con una torta e una svastica: il web si è ribellato e ora lei rivela di aver ricevuto minacce: ecco nel dettaglio.

Serena Enaurdu, minacce dopo la torta con la svastica: "Non ho commesso reato"

Serena Enardu sembra non voler smettere di far parlare di sé e così ecco che sul web compare un’altra immagine pronta a scatenare polemiche e rabbia sul web. Dopo essere stata criticata per un selfie con un ragazzo misterioso che lei alla fine ha definito solo un amico, questa volta la Enardu per molti ha esagerato pubblicando una foto con una torta e una svastica.

L’indignazione del web ha raggiunto livelli molto alti, infatti alla Enardu sono arrivate minacce di morte e insulti con termini scurrili. L’ex fidanzata di Pago non è rimasta in silenzio e, come suo solito, su Instagram ha risposto a questi commenti cercando anche di passare al contrattacco.

Lo sfogo di Serena Enardu dopo la torta con la svastica

Sono stata appellata come ignorante, in mille modi, da giornalisti, influencer, laureati, che prima di aprire la bocca non hanno dato una lettura alla legge”, parte così l’arringa di Serena che cerca in tutti i modi, non di giustificare ciò che ha fatto, ma di far capire che non ha commesso alcun reato pubblicando tale immagine.

Io non ho commesso nessun reato, ma ne ho subiti diversi. Io non starò ferma a guardare, mi dicono fra un po’ non se ne parlerà più, invece no, se ne parlerà ancora perché mi hanno attribuito un reato che non ho fatto” per poi puntualizzare che, invece, il reato è stato commesso da tutti quelli che l’hanno insultata in maniera molto pesante e minacciata addirittura di morte.

Minacce che, secondo Serena, costeranno care a chi le ha fatte: “Adesso smetterò le mie ferie e dedicherò del tempo a guadagnare qualcosa da voi”, avverte la Enardu forse sperando che questo fiume di insulti possa essere in qualche modo arginato. Sicuramente è pronta per passare all’attacco e conclude: “Il mio telefono andrà in procura“.

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