Sono passati ormai 12 anni da quel tragico pomeriggio di agosto del 2010, quando la povera Sarah Scazzi fu assassinata dalla zia e dalla cugina. O almeno questa è la verità processuale, di cui non è altrettanto convinto il legale di Sabrina Misseri, Nicola Marseglia, il quale promette di avere tra le mani qualcosa di scottante per riaprire il caso.
Ancora tante ombre intorno ad un caso senza fine, anche perchè le due donne condannate si dichiarano ancora oggi innocenti e non hanno mai confessato l’omicidio. Secondo le rivelazioni dell’avvocato sarebbero spuntati nuovi audio e documenti inediti che riguardano una testimonianza fondamentale del processo: ecco cosa ha detto.
Ecco di cosa si tratta
In molti ricorderanno la confusa testimonianza del fioraio Giovanni Buccolieri che, mentre in un primo momento affermò di aver visto le due donne caricare con veemenza in macchina la povera Sarah Scazzi, successivamente in parte ritrattò dichiarando come probabilmente si trattò solo di un ricordo onirico. Alla fine gli inquirenti presero in considerazione soprattutto le sue prime dichiarazioni e la sua testimonianza si rivelò fondamentale per il processo.
A distanza di tanti anni, l’avvocato Nicola Marseglia ha rivelato la scoperta di una intercettazione che potrebbe addirittura riaprire il caso. In sostanza si tratta di una telefonata tra il fioraio e la moglie in cui l’uomo racconta di essere stato suggestionato dagli inquirenti nel corso dell’interrogatorio avvenuto pochi giorni prima: “A me il primo giorno mi hanno fatto l’interrogatorio. Mi hanno messo in dubbio, mi hanno tartassato tanto per dire quello che loro (gli inquirenti) volevano. Praticamente loro mi hanno fatto raccontare il sogno come se fosse una realtà. Mi hanno suggestionato tutte queste cose queste cosa qua”.
Ai tempi il fioraio Buccolieri fu denunciato anche per false dichiarazioni ai pm, per via appunto delle incongruenze nelle sue dichiarazioni. Non si ebbe modo di approfondire questa controversa intercettazione in quanto il testimone si avvalse della facoltà di non rispondere in attesa che finisse il procedimento penale a suo carico. Successivamente è stato graziato dalla prescrizione e ha continuato a riaffermare la sua prima versione ‘non onirica’ dei fatti.