Renato Zero dichiara di essere un miracolato: "Ho rischiato di morire".

Il cantante Renato Zero si è recentemente dichiarato un "miracolato" parlando di un problema che sarebbe sorto al momento della sua nascita e che avrebbe potuto ucciderlo: "Ho rischiato di morire"

Renato Zero dichiara di essere un miracolato: "Ho rischiato di morire".

Renato Zero si sente un miracolato, o è almeno ciò che ha recentemente affermato il noto cantante italiano in relazione ad un episodio avvenuto immediatamente dopo la sua nascita. Una condizione particolare ha infatti creato non poche complicazioni a lui ed alla madre, e stando alle parole dello stesso Renato Zero, i fatti sarebbero stati di una gravità tale che l’oggi 66enne avrebbe addirittura rischiato di morire.

La star della musica italiana ha infatti parlato alla rivista “Oggi” di quei momenti, ovviamente non tanto ricordati data la tenerissima età del cantante all’epoca, quanto piuttosto raccontati a lui dagli stessi genitori: “Subito dopo essere venuto al mondo rischiai di morire, a causa di una incompatibilità materno fetale del fattore Rh”.

Per questo ho avuto bisogno di una trasfusione totale – ha spiegato Renato Zero – In pratica, sono un miracolato, uno al quale la vita è stata regalata e che poi è sempre stato grato di questo regalo“. Dunque il cantante, nel gridare al miracolo, allude ad una qualche intercessione divina che gli ha permesso di superare i primi giorni di vita.

Quell’episodio sarebbe poi stato determinante per ispirargli l’amore per la vita al quale egli stessi avrebbe poi costantemente attinto per trovare ispirazione nella composizione dei suoi testi. Così come anche l’esplorazione degli strati più poveri della realtà di Roma: “L’impatto con la periferia è stato importantissimo, ho imparato da subito il significato delle parole sofferenza, disagio e rabbia” ha infatti confessato Renato Zero.

I primi undici anni della mia vita furono diversi […] C’erano i ‘figli di’ e i ragazzi della cosiddetta ‘Roma Bene‘”. Poi però il “Renato Zero ragazzino” ha imparato a conoscere realtà più vicine al disagio economico, una traversata che a suo dire gli è stata utile per comprendere entrambi i lati della società, dai salottini dorati dell’alta borghesia romana alla vita nei tuguri delle zone più disagiate della periferia della Capitale.

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