In Italia tutti conoscono il noto cantante Enzo Ghinazzi, in arte Pupo. Si tratta di una delle personalità più importanti della musica italiana, i suoi brani fanno ballare gli italiani ancora oggi. Pupo ha raggiunto l’apice del successo durante gli anni 70-80 quando uscirono le sue due famosissime canzoni, “Gelato al ciccolato” e “Su di noi”. Brani che ancora oggi vengono molto cantati in tutto il Paese e non solo, tra l’altro qualche anno fa sfiorò la vittoria al Festival di Sanremo in coppia con Emanuele Filiberto.
Lui stesso aveva dichiarato che gli sarebbe piaciuto stare nella metà della classifica, “quel posto dove nessuno ti rompe le palle, in cui stai bene. E puoi fare quello che ti pare” – queste sono state le parole di Pupo intervistato dal quotidiano Il Messaggero. La sua è stata una vita però costellata anche da moltissimi problemi personali e recentemente ha dichiarato come egli viva adesso sia con la moglie, Anna, che con la sua amante di nome Patricia. Il rapporto con le due è assolutamente sereno, ma ci sono stati momenti molto particolari nella vita dell’artista. Vediamo di cosa si tratta.
Tentativo di suicidio
Durante l’intervista al Messaggero, Pupo ha spiegato come al giorno d’oggi non consiglierebbe la poligamia ai suoi figli, anche se lui si dice comunque molto contento di quello che ha fatto. Lo è di meno però per un aspetto che ha rischiato però di fargli perdere davvero tutto, ovvero il gioco d’azzardo.
Pupo infatti ha avuto tantissimi problemi con il gioco d’azzardo e questo lo ha portato a raggiungere una situazione di indebitamento molto alto nel 1989, e quindi in un momento molto particolare della sua vita, quando le banche lo assillavano in modo da poter ripagare i suoi debiti, tentò di gettarsi da un ponte sull’autostrada.
Aveva appena perso 50 milioni di lire ad un Casinò a Venezia, cosa che fece alzare di molto il suo debito, che ammontava già a 70 milioni di lire. “Ero sconvolto, non vedevo vie d’uscita. Era notte, fra sabato e domenica, e i Tir non circolavano. Tutti meno uno: quello che mi sfiorò a un millimetro. Lo spostamento d’aria mosse la macchina di qualche centimetro e mi riportò alla ragione” – così ha raccontato quei drammatici momenti Pupo. Ad aiutarlo, anche economicamente, è stato il suo amico di una vita Gianni Morandi, a cui Ghinazzi sarà riconoscente a vita. “Mi ha anche spesso insultato e strapazzato sbattendomi in faccia quel che ero: un poco di buono, un delinquente perché tradivo le attese di mia madre e dei miei amici” – così ricorda Pupo i momenti trascorsi con Morandi. “Io, lui, il nostro commercialista Oliviero Franceschi e Gianmarco Mazzi eravamo in società. Una società che gestiva la mia attività e che oggi appartiene totalmente a me” – questa la conclusione di Pupo.