Pippo Baudo contro il discorso di Fedez: "Avrei spento le telecamere"

Intercettato dai microfoni di "Adnkronos", Pippo Baudo ha attaccato duramente la presa di posizione di Fedez durante il concerto del primo maggio.

Pippo Baudo contro il discorso di Fedez: "Avrei spento le telecamere"

Pippo Baudo si schiera con il ristretto gruppo che ritiene poco adatto il discorso fatto da Fedez durante il concertone del primo maggio. L’artista infatti, prima di esibirsi con le sue canzoni, ha voluto attaccare alcuni membri della Lega e invitando i parlamentari ad accelerare per approvare il Ddl Zan, il disegno di legge anti-omofobia.

Lo storico conduttore del “Festival di Sanremo”, intercettato ai microfoni del sito “Adnkronos“, rivela che avrebbe spento volentieri le telecamere durante il discorso fatto dal marito di Chiara Ferragni. Difatti, secondo Pippo Baudo, Fedez avrebbe fatto tutto questo solamente per farsi un po’ di pubblicità.

Le parole di Pippo Baudo

“Se avessi condotto io il Concertone del Primo Maggio avrei spento le telecamere a Fedez durante il suo discorso” questo è il pensiero del conduttore siciliano, in cui aggiunge che Fedez in quella situazione abbia esagerato. Per Pippo Baudo, Fedez poteva dedicarsi solamente dalla parte dello spettacolo, mentre secondo lui avrebbe fatto tutto ciò con il solo scopo di far parlare di se.

I suoi attacchi non si fermano qui, siccome Baudo sottolinea che certi discorsi non andrebbero mai fatti in una sede ove si è ospite. Per questo motivo continua a spezzare una lancia a favore della Rai, siccome afferma che l’azienda ha tutto il diritto di chiedere prima il testo del suo intervento.

Per Baudo al momento è totalmente inutile aggiungere un’altra legge che confonde le cose e il disegno di legge complicherebbe solamente la situazione: “Quanto si prefigge il Ddl Zan è già previsto dalla nostra Costituzione nei primi 12 articoli […] tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, oltre che di condizioni personali e sociali. Il Ddl Zan è un raddoppio”.

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