Pietro Diomede cacciato da Zelig per la "battuta" su Carol Maltesi: "La rifarei, non devo chiedere scusa a nessuno"

Intervistato dal sito "Fanpage", Pietro Diomede rivela di non essersi pentito della battuta fatta dopo la morte di Carol Maltesi, che gli ha causato l'allontanamento da Zelig.

Pietro Diomede cacciato da Zelig per la "battuta" su Carol Maltesi: "La rifarei, non devo chiedere scusa a nessuno"

Sui social network è scoppiato un polverone quando Pietro Diomede ha annunciato la sua presenza allo Zelig. Proprio per questo motivo i vertici hanno dovuto fare immediatamente dietrofront: “Abbiamo ricevuto segnalazioni in seguito al tweet di un artista che avrebbe dovuto esibirsi presso lo Zelig il 12 Aprile. Ci dissociamo completamente da quel Tweet, che disapproviamo nella maniera più assoluta. Di conseguenza, l’artista è stato escluso dalla programmazione Zelig”.

La bufera è nata a causa di una battuta, decisamente di cattivo gusto fatta sulla morte di Carol Maltesi, uccisa dal suo fidanzato Davide Fontana perché voleva trasferirsi a Verona. Il suo profilo Twitter però è pieno di atrocità, in cui ci sono battute agghiaccianti anche su Siniša Mihajlović, Will Smith e la moglie Jada Pinkett sulla vicenda degli Oscar 2022 e Bebe Vio, solamente per citare alcuni dei personaggi finiti nel suo mirino.

Pietro Diomede non chiede scusa

Nonostante le critiche furenti ricevute sui social, ove l’hashtag #PietroDiomede è arrivato in cima alle tendenze e ancora oggi si trova nella classifica dei trend topic in Italia, il comico continua imperterrito per la propria strada non volendo chiedere scusa a nessuno.

“No, della mia battuta non chiedo scusa” rivela Pietro in un’intervista al sito Fanpage: “Quando pubblico sono consapevole che farà male e che potrebbe creare delle conseguenze. Soprattutto non chiedo scusa anche perché lo chiede Alessandro Gassmann. Il mio obiettivo non era offendere. La battuta era sul fatto che una pornostar fosse stata riconosciuta dai tatuaggi. Probabilmente rifarei la battuta ma un po’ più fine, però sì la rifarei.

Anzi, il comico afferma che sia lui che il teatro Zelig si siano fatti una pubblicità più o meno positiva in merito a questa vicenda: “Io credo che il problema non sia la battuta. Diciamo che ci siamo fatti tutti una bella pubblicità, sia io che Zelig. Di mattina era in tendenza Zelig, il pomeriggio io. Uno a uno, palla al centro”.

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