Barron Hilton è deceduto giovedì nella sua abitazione di Los Angeles all’età di 91 anni, per cause naturali: il figlio Steven M. ha comunicato la sofferenza della famiglia, precisando la straordinarietà dell’uomo che è venuto a mancare. Il presidente del consiglio di amministrazione della Fondazione Conrad N. Hilton ha descritto il noto albergatore e filantropo come un marito amorevole verso la moglie Marilyn, oltre ad essere stato un padre meraviglioso con i suoi 8 figli, amico leale e generoso, uomo d’affari visionario ed appassionato sportivo: una vita insomma trascorsa tra grandi avventure e risultati.
Lodevole anche il ricordo della nipote Paris Hilton che lo ha definito una leggenda, visionario, brillante, bello, gentile, confermandone la vita ricca di appagamenti: allo stesso modo il team Chargers NFL ha confidato, tramite Dean Spanos, proprietario di controllo, che la moderna società non sarebbe stata resa possibile senza la sua presenza come pioneristico leader, imprenditore e prolifico filantropo.
Nato a Dallas il 23 ottobre 1927, era approdato a Los Angeles all’età di 10 anni assieme al trasferimento del padre Conrad N.: lì aveva cominciato da adolescente la sua carriera, occupandosi del posteggio dei veicoli appartenenti agli ospiti dell’hotel, proseguendo poi nel per due decenni nella carriera di imprenditore.
Succeduto al padre nel 1966, come presidente del consiglio di amministrazione della Hilton Hotels Corporation, si era ritirato 30 anni dopo, rimanendo però al presidio per lasciare il suo successore ad occuparsi di fusioni ed acquisizioni.
Nel 2007 venne riferito dalla CNN che aveva ceduto 1.2 miliardi ricavati dalla vendita della società alla fondazione filantropica familiare, che ne avrebbe investito il 97% nell’attività umanitaria. Nella sua vita, Barron si arruolò anche nella Marina, dove ebbe modo di coltivare la passione per la fotografia amatoriale ed acquisire anche la licenza di pilota privato, interesse che non lo avrebbe più abbandonato lungo il corso della sua esistenza.