Ornella Muti, la Cassazione conferma la condanna per tentata truffa e falso

La Cassazione ha convalidato la decisione della Corte di Appello di Trieste, che aveva giudicato Ornella Muti colpevole di tentata truffa aggravata e falso. Ecco cosa è successo.

Ornella Muti, la Cassazione conferma la condanna per tentata truffa e falso

Ornella Muti, all’anagrafe Francesca Romana Rivelli, è stata condannata dalla Cassazione a sei mesi di reclusione per tentata truffa aggravata e falso. La Suprema Corte, confermando il precedente verdetto della Corte di appello di Trieste del 6 luglio 2017, le ha anche intimato il pagamento di una multa pari a 500 euro.  

I fatti a lei contestati che hanno portato alla condanna risalgono a dicembre 2010, quando la 64enne interprete di film come Il bisbetico domato e Innamorato pazzo, aveva improvvisamente deciso di cancellare uno spettacolo che si sarebbe dovuto tenere presso il Teatro Verdi di Pordenone, per il quale aveva ricevuto un cachet da 24mila euro.

Per avallare il suo forfait, l’attrice classe 1955 aveva presentato un certificato medico per una laringo-tracheite acuta, accompagnata da sintomi febbrili, tosse e raucedine. In ragione della sua indisponibilità per ragioni di salute, lo stesso certificato prescriveva cinque giorni di assoluto riposo, oltre al divieto di far uso della voce.  

Fatto sta che mentre tutti pensavano che Ornella Muti fosse febbricitante ed impossibilita a muoversi dal letto, in realtà si trovava ad un gala di beneficienza a San Pietroburgo, in Russia. A conferma di ciò sono spuntate una serie di fotografie che la vedono immortalata a tavola in compagnia di ospiti come Vladimir Putin e l’attore Kevin Costner.  

Proprio in ragione di queste prove, il pg della Cassazione Pietro Molino aveva chiesto ai giudici della seconda sezione penale della Suprema Corte di ritenere inammissibile il ricorso presentato dalla difesa dell’attrice. Anche in primo grado, il 24 febbraio 2015, la Muti era stata condannata dal Tribunale di Pordenone a otto mesi, oltre a 600 euro di multa. Ora per ottenere la sospensione condizionale della pena, il sex symbol degli anni ’80 dovrà versare una provvisionale di 30mila euro al Teatro Verdi, parte lesa della controversia a seguito del mancato rispetto degli impegni contrattuali dell’attrice.

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