Michael Jackson fece ricorso al bisturi per non somigliare al padre

Dai diari di Frank Di Leo, morto nel 2011, emerge che Michael Jackson ricorreva al bisturi perché non voleva somigliare al padre violento e ne era ossessionato anche quando si guardava allo specchio

Michael Jackson fece ricorso al bisturi per non somigliare al padre

Dai diari di Frank Di Leo, ex manager del cantante, morto nel 2011, sarebbe emersa una verità sconcertante sulla fisionomia che Michael Jackson avrebbe assunto nel corso degli anni mentre era in vita. Dalle sue rivelazioni è stato reso noto che Michael Jackson sarebbe ricorso alla chirurgia plastica per cancellare la somiglianza che lo legava al padre. Dai diari di Frank Di Leo emerge che negli Anni Ottanta Jackson gli avrebbe rivelato di non sopportare più di assomigliare così tanto al padre che riteneva una persona violenta e senza scrupoli. Ecco cosa avrebbe confidato Jackson a DiLeo: “Quando mi guardo allo specchio vedo le sue sembianze, non lo sopporto”.

Il re del pop, scomparso nel 2009, sarebbe stato ossessionato da questa somiglianza paterna così forte e il ricorso alla chirurgia estetica gli era sembrata l’unica via per eliminare per sempre i tratti somatici che gli ricordavano il padre. Michael Jackson affrontò un percorso doloroso e pieno di ostacoli per raggiungere il suo obiettivo, e negli anni era riuscito a capovolgere il suo viso e a dargli tratti nuovi. Ecco cosa è scritto nel diario di Di Leo: “Mi confessò di voler stravolgere la sua immagine a causa della somiglianza con suo padre: ‘Devo cancellarlo, devo tagliarlo’ mi disse in lacrime”. 

I tratti del padre ricordavano a Michael le violenze subite da bambino e pensava di cancellarle con l’aiuto del bisturi. Il padre Joseph infatti da piccolo lo picchiava spesso e utilizzava la cinghia dei pantaloni per impartire i suoi insegnamenti. E Di Leo scrive ancora nel suo diario: “Il solo vedere il padre gli procurava stati d’ansia”.

A conferma delle sue dichiarazioni Di Leo racconta di un attacco di panico che ebbe Jackson in occasione di una visita del padre prima che l’artista stesse per esibirsi nel concerto, che lo lasciò sconvolto e pieno di ansia. Purtroppo Frank Di Leo non fece in tempo a pubblicare i diari poiché morì improvvisamente ma ebbe cura di affidare il compito al collega Mark Lamica. I due quaderni lasciati da Di Leo potrebbero divenire un ottimo spunto per scrivere due libri sulla vita di questo cantante che ha conquistato il mondo intero con le sue performance e che non sarà mai dimenticato.

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