Max Pezzali parla del suo successo e dei social: "Tornerei agli sms a pagamento"

Max Pezzali, che sta facendo il tutto esaurito con i suoi concerti negli stadi, si racconta a ruota libera: dagli anni '90 sino ad arrivare all'Intelligenza Artificiale.

Max Pezzali parla del suo successo e dei social: "Tornerei agli sms a pagamento"

Ci sono artisti che, a prescindere dal genere musicale o dal gap generazionale, rimangono nel cuore di tutti e piacciono sia agli adulti che ai giovani. È proprio il caso di Max Pezzali, che sta riempiendo gli stadi con il suo tour dal titolo Max forever, che ha già totalizzato 400mila spettatori. Un grande concerto che unisce giovani e adulti, che si uniscono e si mescolano in questa occasione superando qualsiasi gap generazionale. 

Intervistato da Repubblica, Pezzali si racconta a ruota libera, a cominciare dagli anni ’90 che, con gli 883 e Mauro Repetto, hanno sancito la sua popolarità nell’ambito musicale. Di quel periodo ricorda la caduta del Muro di Berlino, ma anche la lotta contro la mafia, a cui parteciparono sia giovani che meno giovani. 

Oggi teme di passare per boomer ed è molto analogico anziché digitale, come la maggior parte della generazione odierna. Per quanto riguarda la musica in generale, oggi a suo dire vi è “questa facilità di fruizione: la musica che ti cade in mano senza che l’hai chiesta, un’offerta pazzesca di fronte a una domanda che non regge, la quantità che si mangia la qualità”

L’Intelligenza Artificiale, una tematica molto in voga di questi tempi, permette di liberarsi dalle cose noiose e ripetitive, per cui è vista come qualcosa di positivo. Riguardo ai social, si dice stanco delle discussioni che avvengono sulle varie piattaforme riguardo qualsiasi tematica e non gli dispiacerebbe tornare agli sms a pagamento

Secondo la sua opinione questo dissing continuo presente sui social ha contagiato tutto, a cominciare dal settore della politica e dell’informazione. Bisognava fermarsi prima anche perché ora è impossibile. Riguardo l’essere boomer, afferma:  “Io sono ancora di quelli che fanno l’abbonamento digitale ma il giornale dev’essere quello di carta, con la gerarchia delle notizie che qualcuno ha scelto”.

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