Negli ultimi giorni è uscito il libro, intitolato “Non ho ucciso l’uomo ragno. Gli 883 e la ricerca della felicità“, la prima autobiografia scritta da Mauro Repetto. Qui ovviamente si parla della sua avventura con Max Pezzali negli 883, ma anche del suo viaggio in America e del suo desiderio di cercare sempre di inseguire i propri sogni.
Nel mentre ha rilasciato un’intervista anche al sito “Rockol” inizia a parlare della nascita del suo libro, rivelando di aver voluto semplicemente mettere questi suoi ricordi in un’autobiografia e, grazie a Stefano Salvati e Raffaella Tommasi, che gli hanno presentato Massimo Cotto, è riuscito a realizzare questo suo piccolo sogno.
Successivamente svela il proprio pensiero in merito al fatto che gli 883 ancora oggi vengono ascoltati anche dai più giovani: “Le nostre canzoni non sono solo delle belle canzoni da canticchiare, ma ricordano un pezzo della propria vita, a tutti, anche a me e a Max: c’è sempre una comunione che si crea ascoltando certe nostre canzoni. Credo che le canzoni degli 883 abbiano così successo perché innanzi tutto piacevano a noi e ci credevamo e poi perché smuovendo dei ricordi creano una connessione totale tra tutti, ci ritroviamo tutti insieme nelle stesse emozioni, pubblico e protagonisti sul palco”.
Resta poi impossibile non parlare della sua reunion, durante la data di San Siro, con Max Pezzali, affermando che per lui si sia trattato di un giorno speciale poiché ha potuto cantare con il suo amico alcune canzoni, come “Non me la menare” o “Weekend”, che gli porta un’epifania di ricordi.
La parola “sogno” è la parola chiave del suo libro, e Repetto in merito svela di essere stato felice di aver affidato i suoi sogni a Max Pezzali: “Lui è sicuramente una delle persone più interessanti che abbia mai conosciuto […] Io la prima volta che l’ho visto in classe al liceo ho subito cercato di avvicinarmi a lui, è sempre stato per me una sorta di fratello maggiore. Max era, è e probabilmente sarà sempre il mio compagno ideale di avventura. Quindi l’ho imbarcato nella mia odissea per arrivare a fare qualcosa nel mondo dello spettacolo, l’ho eletto come passeggero ideale, come copilota ideale […] Sarà sempre un amico e un fratello maggiore per me“.
Il loro rapporto lavorativo, e non di amicizia, si è interrotto quando iniziava ad arrivare il primo successo, poiché insieme parlavano solamente di lavoro e non avevano più altri argomenti da portare avanti. Proprio per questo motivo Mauro Repetto ha ritenuto impossibile la possibilità di essere un suo collega, ove ritiene che per lui è come una sorte di aberrazione.
Parla della nuova serie prodotta da Sky, dal titolo “Hanno ucciso l’Uomo ragno” diretto da Sydney Sibilia, rivelando di essere molto fiducioso di come stanno andando i lavoro ed esprimendo il suo entusiasmo per l’attore scelto per fare il suo personaggio, e della volontà di fare un musical con la voglia di raccontare il proprio angolo di vita degli 883.