Brutto periodo per l’attore Matt Damon che, dopo la morte del padre avvenuta a dicembre a 74 anni per cancro, si ritrova a difendersi dalle accuse di aver saputo e taciuto delle molestie sessuali su molte colleghe attrici da parte del produttore Weinstein, visto che con lui aveva recitato come protagonista nel film Il talento di Mr. Ripley.
Una faccenda che si fa ancora più seria soprattutto per delle frasi poco felici usate proprio dal Damon stesso che pretendevano di spiegare alle donne cosa fosse una molestia affermando che secondo lui una pacca sul sedere non doveva essere assolutamente confusa con un tentativo di stupro.
La collega Minnie Driver, sconvolta ha subito replicato con una frase di un antico detto esortandolo a capire che prima di giudicare qualcuno dovrebbe mettersi nei suoi panni, suscitando sicuramente una reazione in Matt.
Quest’ultimo, padre di sole femmine, ha fatto marcia indietro scusandosi apertamente e oggi lo ritroviamo sul red carpet come protagonista del film 12 strong come amico vicino a Chris Hemsworth, in compagnia della bellissima moglie Luciana Barroso sposata nel lontano 2005.
Ecco le sue parole: “Vorrei davvero che avessi ascoltato di più prima di aver espresso la mia opinione e non ho mai avuto intenzione di prolungare la sofferenza di nessuno, con qualsiasi mia parola o azione. Per tutto quello, mi scuso profondamente“.
Ha voluto oltresì soffermarsi sull’impegno del movimento #MeToo e sull’iniziativa Time’s Up, che raccolgono fondi per le vittime di molestie sessuali sul posto di lavoro decidendo però di unirsi sicuramente a loro in un prossimo futuro ma restando in silenzio per un po’ visto che il silenzio, a detta del Demon, è cura.
Minnie Driver dal canto suo ha perdonato Matt Damon dichiarando che continuerà sicuramente a lavorare con lui perchè in fin dei conti ha sbagliato, ma in fin dei conti non ha stuprato nessuno.