L’ex pornostar Brigitta Bulgari, ingiustamente detenuta, è stata risarcita

Brigitta Bulgari, ex pornostar, ha ricevuto un risarcimento di 18mila euro per esser stata ingiustamente arrestata e detenuta per 11 giorni nel 2010. Il giudice ha dichiarato che "il fatto non sussiste"

L’ex pornostar Brigitta Bulgari, ingiustamente detenuta, è stata risarcita

Si è conclusa in maniera positiva la richiesta di risarcimento a favore dell’ex pornostar Brigitta Bulgari. La Corte d’Appello di Perugia le ha infatti riconosciuto un risarcimento di 18 mila euro per essere stata detenuta ingiustamente nel 2010 per 11 giorni in seguito ad uno spettacolo hard che si è tenuto in una discoteca di Fossato di Vico. In quell’occasione venne, infatti, arrestata per prostituzione minorile ed atti osceni in luogo pubblico ma è stata poi prosciolta dagli addebiti dal gup di Perugia.

Il giudice ha dichiarato che il fatto non sussiste, mentre la procura di Perugia aveva chiesto il rinvio a giudizio della trentunenne ungherese. Brigitta Bulgari, assistita dall’avvocato del Foro di Padova, Federico Alati, aveva avanzato la richiesta di risarcimento per 200 mila euro per ingiusta detenzione.

Istanza che è stata accolta dalla Corte d’appello di Perugia che ha però quantificato in 18 mila euro, oltre alle spese legali, l’indennizzo spettante alla Bulgari. Resta ora da capire quale sarà la strategia del suo avvocato in merito alla richiesta iniziale di risarcimento: potrebbe, infatti, fare un ricorso in Cassazione oppure avviare una causa civile.

La pornostar era stata arrestata il 24 maggio del 2010 al termine di uno show a luci rosse in una discoteca di Fossato di Vico. La donna era stata trattenuta nel carcere di Belluno per 11 giorni e poi ai domiciliari. Secondo l’accusa, la ragazza si sarebbe esibita davanti ad un pubblico minorenne, che l’avrebbe toccata nelle sue parti intime. Il gup l’ha però prosciolta ritenendo la Bulgari estranea agli addebiti ipotizzati.

Dopo esser stata prosciolta, la Bulgari aveva dichiarato: “È stato infangato il mio nome, mentre io stavo facendo soltanto il mio lavoro”.

Durante il ricorso presentato alla Corte Corte d’appello, la difesa parlava di “disastro totale” per la sua attività lavorativa, di serate annullate e di un “danno irreversibile all’immagine dell’artista” che nel frattempo aveva deciso di non proseguire nel mondo dell’hard ed iniziare una nuova vita in giro per l’Europa come deejay.

Brigitta Kocsis, questo è il vero nome della 31enne, ha inoltre spiegato al gup Alberto Avenoso che non era assolutamente a conoscenza della presenza di minori e che all’interno del locale non vi era stato un adeguato controllo all’ingresso.

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