Sullo storico palcoscenico di Miss Italia, una fitta nuvola di polemiche si è abbattuta, alimentata dalle recenti dichiarazioni di Patrizia Mirigliani, figlia del patron del concorso di bellezza. Sebbene Mirigliani abbia sostenuto che il concorso sia “al passo coi tempi e attento ai cambiamenti sociali“, il regolamento rimane irremovibile nella sua esclusione delle concorrenti transgender. La decisione ha suscitato una forte reazione da parte di attivisti, tra cui l’opinione di Clizia De Rossi, una figura prominente nella questione per l’inclusione delle persone trans.
Il gesto di Clizia De Rossi è stato deciso e inequivocabile: ha fatto richiesta di iscrizione al concorso direttamente sul sito ufficiale. Tuttavia, la risposta automatica che ha ricevuto sembra suggerire che le possibilità di essere contattata per procedere con l’iscrizione sono minime. Questo ha ulteriormente alimentato l’accusa di incoerenza nei confronti di Patrizia Mirigliani e del concorso Miss Italia nel suo complesso.
La De Rossi ha puntato il dito contro l’organizzazione del concorso, sottolineando che se Miss Italia si vanta di essere inclusivo e aperto alle diversità, allora dovrebbe abbracciare anche le concorrenti transgender. Ha ricordato come già nel lontano 2014, la proposta di ammettere le ragazze trans nel futuro era stata presa in considerazione, ma nulla è cambiato nel corso di un decennio. Questa mancata evoluzione delle regole sembra contraddire le affermazioni passate della Mirigliani, che aveva sostenuto la necessità di adattarsi ai cambiamenti della società.
L’attivista ha ipotizzato diverse ragioni dietro questa persistente esclusione. Si è chiesta se la Mirigliani abbia avuto pressioni da poteri forti o da influenze politiche, magari in cambio del ritorno del concorso in prima serata su un importante canale televisivo. Ha anche accennato alla possibilità che la paura di perdere il favore del pubblico maschile abbia avuto un ruolo nel mantenimento delle regole discriminatorie.
La storia di Miss Italia è stata segnata da una serie di evoluzioni, che hanno portato all’ammissione di categorie diverse di partecipanti, come le over, le curvy, le donne incinte, le diversamente abili e le donne di colore. Tuttavia, l’esclusione delle concorrenti transgender rimane uno spartiacque. Clizia De Rossi ritiene che sia giunto il momento di fare un passo avanti e di dimostrare autentica inclusività, aprendo le porte del concorso a tutte le donne, indipendentemente dalla loro identità di genere.
Le parole di Vladimir Luxuria, che ha sostenuto la causa di Clizia, hanno contribuito a dare voce a un sentimento di frustrazione e ingiustizia per l’esclusione delle persone trans da un concorso così influente come Miss Italia.
L’opinione pubblica ora osserva da vicino l’organizzazione di Miss Italia e la sua risposta a queste polemiche. La sfida è quella di dimostrare un sincero impegno per l’inclusività e per la rappresentazione di tutte le donne italiane, indipendentemente dalla loro storia di genere.