La rivelazione di John Elkann: "Ho subito violenze da mia madre. Io, Lapo e Ginevra protetti dai nonni"

John Elkann ha espresso fiducia nella magistratura italiana, sottolineando l'unità della famiglia Agnelli nel sostenere la Fiat durante la crisi del 2004, a eccezione della madre Margherita Agnelli, verso la quale ha espresso dure critiche.

La rivelazione di John Elkann: "Ho subito violenze da mia madre. Io, Lapo e Ginevra protetti dai nonni"

Nella giornata di venerdì 31 maggio, John Elkann, presidente di Stellantis, ha rilasciato una lunga e approfondita intervista al quotidiano Avvenire. Al centro del colloquio vi è stata l’eredità della famiglia Agnelli e la causa in corso a Torino. Elkann ha esposto con chiarezza la sua visione sulla complessa situazione familiare e sulle sfide affrontate da uno dei più importanti gruppi industriali italiani.

Con mio fratello e mia sorella abbiamo piena fiducia nella magistratura italiana,” ha dichiarato Elkann. La causa, che si protrae da vent’anni, ha avuto inizio nel 2004, nel mezzo di una crisi che aveva colpito la Fiat. In quel periodo, l’intera famiglia Agnelli si era unita con senso di responsabilità attorno all’azienda, seguendo le volontà del patriarca Giovanni Agnelli. Tuttavia, una figura si è distinta per la sua assenza: Margherita Agnelli, madre di John Elkann.

Elkann non ha nascosto la sua delusione verso la madre. “Invece di essere contenta per la Fiat, per la sua famiglia, per la realizzazione del volere di suo padre, ha reagito nel modo peggiore,” ha affermato con toni duri. Ha inoltre rivelato episodi di violenze fisiche e psicologiche subite da lui e dai suoi fratelli, Lapo e Ginevra, da parte della madre, eventi che hanno segnato profondamente la loro infanzia e creato un forte legame protettivo con i nonni.

Nonostante le difficoltà personali, Elkann ha voluto sottolineare i successi raggiunti da Stellantis e dalle altre aziende sotto la sua guida. “Le nostre aziende oggi danno lavoro a più di 74mila persone in Italia,” ha dichiarato con orgoglio. Negli ultimi cinque anni, il gruppo ha investito 14 miliardi di euro nel paese, creando prodotti competitivi a livello mondiale. Tra i momenti salienti, Elkann ha ricordato l’emozione di vedere le prime Jeep uscire dalle linee di Melfi e le navi acquistate per trasportarle in America.

Elkann ha anche riflettuto su cosa avrebbe potuto essere il destino della Fiat, paragonandola ad altre grandi realtà italiane come Olivetti. “Guardiamo ai fatti: il nostro destino 20 anni fa era quello dell’Olivetti,” ha detto, sottolineando come cattiva gestione e ingegneria finanziaria abbiano portato alla scomparsa dell’azienda. Ha inoltre menzionato la possibilità della nazionalizzazione, un destino che non si è concretizzato grazie alla visione e agli sforzi della famiglia e del management.

L’intervista si è conclusa con uno sguardo fiducioso al futuro. Elkann ha ribadito il suo impegno per il progresso e l’innovazione, elementi chiave che hanno permesso a Stellantis di emergere come un leader nel settore automobilistico globale. La sua dedizione a portare avanti l’eredità di suo nonno e a proteggere il patrimonio industriale italiano risuona come un messaggio di speranza e determinazione per le generazioni future.

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