La pasta in bianco più discussa d’Italia: il caso del ristorante 10_11 di Milano tra lusso, tecnica e polemiche sul prezzo

Un semplice piatto di fusilloni e Parmigiano diventa un fenomeno virale a Milano, sollevando domande sul valore dell’alta cucina e sul rapporto tra tradizione e sperimentazione.

La pasta in bianco più discussa d’Italia: il caso del ristorante 10_11 di Milano tra lusso, tecnica e polemiche sul prezzo

Nel cuore pulsante del Quadrilatero della Moda, tra boutique prestigiose e hotel cinque stelle, c’è un ristorante che negli ultimi giorni è diventato protagonista di una curiosa tempesta mediatica. Il 10_11, elegante locale all’interno dell’hotel Portrait in corso Venezia, è finito al centro dell’attenzione per un piatto che, almeno all’apparenza, più semplice non si può: una pasta in bianco. Eppure, quella che potrebbe sembrare una proposta casalinga è diventata una sorta di simbolo del lusso gastronomico milanese, complice un prezzo che ha rapidamente fatto il giro dei social.

La creazione, chiamata “La pasta in bianco del 10_11”, nasce dall’idea dello chef Alberto Quadrio. L’intenzione alla base del piatto è quella di nobilitare un gesto quotidiano, lavorando su tecnica, riduzione degli sprechi e valorizzazione delle materie prime. Ma dietro il successo — e le polemiche — non c’è solo un’idea culinaria raffinata: c’è soprattutto un prezzo considerato da molti sorprendente, i famosi 26 euro per un piatto che ruota attorno a pochi ingredienti.

Per capire il motivo di tanto interesse, è utile analizzare la preparazione. Le croste di Parmigiano Reggiano stagionato 36 mesi vengono trasformate in un brodo, che dopo il filtraggio si divide in parte liquida e parte grassa. I fusilloni non cuociono in acqua salata, bensì proprio nella parte liquida del brodo ricavato dalle croste.

Al termine della cottura, la pasta viene mantecata con la frazione più densa, dando vita a una consistenza cremosa priva di burro od olio. Secondo il concept originale, si tratta di un concentrato puro di sapore: umami intenso, struttura definita, cremosità naturale. La presentazione, curata e volutamente familiare, richiama le grandi zuppiere delle domeniche italiane, ma in un ambiente dal fascino sofisticato.

Ed è proprio questa combinazione tra minimalismo, tecnica e contesto a generare opinioni contrastanti. Alcuni lodano la capacità del ristorante di trasformare un piatto “povero” in un’esperienza, mentre altri ritengono il costo eccessivo per una proposta che non sembra, a prima vista, particolarmente complessa.

In rete si è acceso un dibattito acceso, oscillante tra apprezzamento per la qualità e ironie rivolte alla ristorazione di lusso. Il ristorante 10_11, del resto, punta a offrire un’esperienza completa. Accanto alla celebre pasta in bianco, la carta propone piatti che uniscono ingredienti stagionali, tecniche curate e un’ambientazione ricercata. Lo spaghetto al pomodoro fatto in casa, accompagnato dalla sua scarpetta, viene servito a 29 euro; il pollo alla griglia con peperoni per due persone è proposto a 70 euro; il pescato cotto al sale da condividere costa 65 euro a persona. A questi si aggiunge il brunch domenicale, una formula molto ricca che comprende buffet, piatti caldi, bevande e coperto al costo di 95 euro a persona, un prezzo che testimonia l’approccio premium del locale.

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