La confessione di Leo Gullotta: "Mi tolsero il ruolo di Don Puglisi in quanto gay"

Intervistato dal sito "FQMagazine", l'attore Leo Gullotta si racconta in una lunghissima intervista, rivelando di essere stato rifiutato nel ruolo di Don Puglisi perché omosessuale.

La confessione di Leo Gullotta: "Mi tolsero il ruolo di Don Puglisi in quanto gay"

Leo Gullotta ha iniziato la sua carriera da giovanissimo, facendo il suo esordio grazie a una comparsata al Teatro Massimo Bellini di Catania, città in cui è nato. Nella sua lunghissima esperienza lavorativa ha spaziato in più settori dello spettacolo, partecipando a numerose recite romantiche e drammatiche oltre che ad avere un ruolo importante in televisione negli sceneggiati e nei varietà.

Parallelamente alla carriera di attore e comico è anche un eccezionale doppiatore e ha prestato la voce a Joe Pesci in “C’era una volta in America”, a Burt Young nel film “Rocky” e a Yattaran in “Capitan Harlock”, ed è inoltre diventato la guest star di due episodi de “I Simpson” doppiando Stacy Lovell e Goose Gladwell. Viene ricordato per essere stato uno dei primi italiani a fare coming out, dichiarando la propria omosessualità in una intervista rilasciata al settimanale “Rome gay news”.

L’intervista di Leo Gullotta

In questi giorni Leo Gullota ha rilasciato una intervista a “FQMagazine“, la rubrica diretta dal sito de “Il Fatto Quotidiano”. L’attore ha parlato della sua lunga carriera, ricordando la bella avventura vissuta con il gruppo “Il Bagaglino” e raccontando anche i periodi più duri della sua vita.

Infatti ricorda di essere stato escluso dalla Rai per il ruolo di Don Pino Puglisi in quanto omosessuale: “Stavamo per iniziare a lavorarci quando il regista mi chiamò: […] mi disse che il mio nome era saltato. A qualche funzionario della Rai suonò il campanello d’allarme per la propria carriera: ‘Chissà cosa dirà il Vaticano se scegliamo un omosessuale dichiarato per interpretare Padre Puglisi’. Fu uno schiaffo tremendo, ma non mi arresi”.

Definisce Il Bagaglino come una vignetta televisiva sui politici e sui personaggi più in voga e, proprio per questo motivo, sono riusciti a raccontare il paese in quel periodo storico. Per Leo Gullotta il gruppo è stato: “Un fenomeno televisivo, un’impressionante macchina da guerra in cui tutto era scritto e provato per andare sempre in diretta senza sbavature, una compagnia teatrale che ha realizzato spettacoli cult”.

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