I napoletani (e non solo) lo sanno bene: ogni anno attendono con fiducia la liquefazione del sangue di San Gennaro, facendo affidamento su questo piccolo grande miracolo che secondo la tradizione protegge i fedeli da dolori ed eventi avversi. Si chiama “miracolo laico” perché si svolge nella Cappella di San Gennaro, che è gestita dalla “Deputazione di San Gennaro”: si tratta di un’istituzione laica fondata il 13 gennaio 1527 per volere dei cittadini e del sindaco di Napoli.
A dispetto di ogni laicismo, però, è con vera fede che i cittadini aspettano il tradizionale segno del loro Santo più amato, patrono e protettore di Napoli. Ogni anno ci sono tre date, ovvero tre giornate dove potrebbe avvenire la liquefazione del suo sangue: si tratta della prima domenica di maggio, del 19 settembre e del 16 dicembre, ultima data utile affinché il miracolo avvenga.
Il miracolo di San Gennaro non si è rinnovato: ecco cos’è accaduto in passato
Ci sono anni in cui la liquefazione non si è rinnovata, e sono stati anni nefasti. E stavolta, nel 2020, è successo di nuovo. Ad annunciarlo ai fedeli dopo la messa del mattino è stato monsignor Vincenzo De Gregorio,l’abate della Cappella di San Gennaro del Duomo di Napoli. Il monsignore non ha lasciato alcun margine di dubbio, “Quando abbiamo preso la teca dalla cassaforte” ha spiegato, “il sangue era assolutamente solido e rimane assolutamente solido”.
La liquefazione è avvenuta per la prima volta nel 1389, lasciando sbalorditi i fedeli dell’epoca. Ci sono stati alcuni anni in cui il miracolo non è avvenuto, e questo è considerato presagio di sciagura. Un segno nefasto, insomma, preludio di mesi difficili, quando non segnati da vere e proprie tragedie. Nel settembre del 1939, per esempio, è scoppiata la Seconda Guerra Mondiale. Il miracolo non è avvenuto neanche nel 1943, l’anno in cui i nazisti invasero l’Italia, depredando e uccidendo migliaia di italiani.
Si passa poi al 1973, anno in cui proprio nella città partenopea scoppiò l’epidemia di colera, e infine al 1980, l’anno che la Campania ricorda con grande dolore in quanto parte della regione fu devastata dal terremoto in Irpinia. La domanda che si rivolgono con terrore i napoletani è dunque: cosa succederà ancora a cavallo tra la fine del 2020 e l’inizio del 2021?