Il medico legale di Lady D: ad ucciderla fu una lesione unica nel suo genere

Richard Shepherd, il medico legale che si è occupato di ricostruire le cause della morte di Lady Diana, ha pubblicato un libro in cui rivela che la lesione che uccise la Principessa Triste fu una delle più insolite mai viste durante la sua vita.

Il medico legale di Lady D: ad ucciderla fu una lesione unica nel suo genere

A quasi 22 anni di distanza da quel tragico incidente che stroncò la vita di Lady D, Richard Shepherd, il medico legale che ebbe modo di indagare sulle cause della sua morte, ha pubblicato un libro di memorie in cui ha svelato quello che fu il triste dettaglio che ne comportò il decesso. 

Come riportato dal Daily Mirror, in questo libro intitolato Unnatural Causes si è voluto nuovamente ribadire che l’ex moglie del principe Carlo si sarebbe potuta salvare se avesse fatto uso della cintura di sicurezza. Dal punto di vista del medico legale, allacciandole sarebbe sopravvissuta riportando solo alcuni ematomi al volto, o subendo la frattura di qualche costola. 

Ricordando poi quegli attimi concitati che scioccarono il mondo intero, il dottor Shepherd aggiunge che la principessa del popolo non fu fortunata. Ad ucciderla fu infatti una drammatica coincidenza che non le diede scampo. “La lesione riportata da Lady Diana è stata una delle più insolite, se non la più insolita, tra quelle viste in vita mia: si è trattato di una lesione piccola, ma nel punto sbagliato”. 

Pur non volendo alimentare le teorie dei complotti, delle manomissioni e dei depistaggi che si sono susseguite nel corso di questi due decenni, il dottor Shepherd avvalora però la tesi di chi polemizzò con la lentezza dei soccorsi. Detto in altre parole, se l’ambulanza fosse giunta prima, la madre di William e Harry si sarebbe potuta salvare.

Il motivo che lo ha spinto ad arrivare a questa conclusione è molto semplice: a seguito della collisione con il tredicesimo pilone del tunnel del Pont de l’Alma, Diana non morì sul colpo, anzi, continuò a rimanere cosciente. “L’impatto, però, aveva provocato la rottura di una piccolissima vena all’interno dei polmoni e questo aveva causato un’emorragia interna che alla fine si è rivelata fatale, e a nulla servì l’intervento chirurgico d’urgenza in ospedale”.

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