Gerry Scotti ha rilasciato un’intervista a “Mucchio Selvaggio“, il podcast dedicato a temi di cultura e società, e ha raccontato un ricordo del suo passato che ancora oggi è per lui motivo di commozione e dolore. Fedez e Luis Sal hanno raccolto la confidenza dell’iconico presentatore tv che dopo 30 anni di carriera ha deciso di condividere con il suo pubblico un momento privato della sua vita.
Scotti si addentra nel suo privato e non esita ad aprirsi in confessioni inedite. Inizia con il precisare che nei suoi obiettivi personali non c’era quello di diventare “milionario” e ha imparato – purtroppo – a sue spese che i soldi non comprano ciò di cui si ha davvero bisogno.
Il conduttore di “Caduta Libera” nasce a Camporinaldo, nella provincia pavese, il 7 agosto 1956 da papà Mario, operaio al “Corriere della Sera”, mentre la mamma era casalinga: “Ero nipote di un contadino e un panettiere. Ai tempi in cui ero ragazzo, avere un lavoro fisso e una casa era già un sogno, non aspiravo di certo ad avere quello che ho ora“.
L’improvvisa perdita dei genitori
Da ragazzo – racconta lui stesso – trascorreva le giornate con gli amici seduto sui marciapiedi a scommettere che macchina sarebbe passata di lì, nonostante questo i suoi genitori lo hanno sempre sostenuto: “Mio padre lavorava di notte, ma di giorno era sempre lì a sostenermi. Fu lui stesso ad accompagnarmi a Città Studi, per avvicinarmi alla Facoltà“.
Gerry iniziò la strada di giurisprudenza, ma non la portò a termine e scelse di entrare nel mondo dello spettacolo, in cui era più che affermato quando perse entrambi i genitori: “Nello stesso giorno ho perso mio papà e mia mamma, uno se n’è andato di notte, l’altro di giorno” ricorda con la voce rotta dalla commozione “Nonostante ai tempi fossi già benestante, io per loro non ho potuto fare niente. Questo è uno dei più grandi rimorsi che mi resta addosso e che mi resta addosso e che mi fa capire il vero valore dei soldi, che aiutano sì, ma solo a togliersi degli sfizi“.