Il mondo del rap è da tempo conosciuto per le sue rivalità, dissing e faide tra artisti, spesso legate a questioni personali o rivalità artistiche. Ma di recente, una controversia nel mondo del rap italiano ha messo in luce un diverso tipo di dissing, uno che coinvolge questioni giuridiche e morali piuttosto che rivalità musicali. La disputa tra Fedez ed Emis Killa riguarda il caso del rapper Shiva, il cui nome d’arte è Andrea Arrigoni.
La controversia ha avuto inizio quando Fedez, noto rapper e influencer italiano, ha discusso il caso Shiva durante un’intervista nella puntata di Muschio Selvaggio in cui intervistava il presidente della regione Campania, Vincenzo De Luca. Durante la conversazione, Fedez ha sollevato l’argomento della cultura delle bande e delle faide tra rapper, notando che questo tipo di dinamiche stanno diventando sempre più presenti anche in Italia, non solo negli Stati Uniti.
Fedez ha dichiarato: “È una cultura che noi abbiamo importato, ma non solo abbiamo importato la musica e lo stile, ma anche gli scazzi“. Questa affermazione era un’introduzione per presentare il caso di Shiva, un rapper coinvolto in una disputa legata a una rivalità tra bande, simile a quelle tra i Blood e i Crips, che sono notoriamente associate alle bande negli Stati Uniti.
La questione principale sollevata da Fedez riguarda la reazione di parte della scena rap italiana all’arresto di Shiva. Molti rapper e appassionati di rap hanno espresso il loro dispiacere per l’arresto del collega, ma Emis Killa ha attirato l’attenzione di Fedez per le sue affermazioni. Emis Killa aveva dichiarato che, nonostante la sua neutralità nella faida tra rapper, era comunque dispiaciuto nel vedere un giovane talentuoso come Shiva finire nelle mani delle autorità.
La terminologia utilizzata da Emis Killa ha sollevato delle polemiche, in quanto sembrava suggerire che lo Stato fosse un nemico, anche quando arresta un individuo accusato di un grave reato. Le parole di Emis Killa su Instagram hanno suscitato reazioni contrastanti: “Vi vedo che godete nei commenti. Sto genere non sarà mai vostro. Sarete per sempre dei turisti, oltre che infami“.
Dopo l’intervista di Fedez e le reazioni di Emis Killa, la disputa è diventata pubblica. Emis Killa ha risposto alle critiche di Fedez su Instagram con una storia in cui ha scritto: “Che bravo ragazzo. Peccato che poi vieni a fare il simpaticone con i miei amici (e tu sai benissimo di chi parlo), che sono persone che condividono gli stessi valori da me espressi, e che la galera se la son fatta, a dire che ‘ti farebbe proprio piacere avere degli amici street’. Secondo me è meglio che stai con gli influencer. E magari che il mio nome te lo levi dalla bocca quando vuoi pulirti la faccia in pubblico“.
Questa controversia ha diviso il mondo del rap italiano e ha portato alla luce questioni importanti riguardo alla percezione della giustizia, della cultura delle bande e dell’etica nel rap. Da un lato, ci sono coloro che sostengono che sia importante prendere posizione contro la violenza e condannare chiunque sia coinvolto in atti illegali, indipendentemente dalla loro appartenenza al mondo della musica. Dall’altro lato, ci sono coloro che ritengono che sia necessario sostenere i propri colleghi artisti, anche quando si trovano in situazioni difficili.
Questa controversia dimostra quanto sia complesso il mondo del rap e quanto le dinamiche interne possano riflettersi sulla percezione pubblica del genere musicale. In ogni caso, è chiaro che il dissing nel rap non si limita più alle sfide musicali, ma può riguardare anche questioni morali e sociali, rendendo questa controversia tra Fedez ed Emis Killa un punto di discussione importante all’interno della cultura rap italiana.