Fabrizio Corona sfiora la rissa davanti ad una discoteca a Milano

Fabrizio Corona non si smentisce, davanti a una nota discoteca in zona Garibaldi Porta Nuova a Milano, ha sfiorato la rissa ed ha cercato di entrare a forza nel locale.

Fabrizio Corona sfiora la rissa davanti ad una discoteca a Milano

Fabrizio Corona non ha perso se stesso, e, nonostante gli accalorati appelli dell’avvocato Ivano Chiesa, ha sfiorato la rissa davanti ad una discoteca in zona Garibaldi Porta Nuova a Milano: l’ex re dei paparazzi, dallo scorso 21 febbraio, si trova in affidamento terapeutico

Una videocamera davanti al locale ha riportato l’evento. Corona è stato sedato parzialmente dalle persone presenti dinnanzi all’entrata. “Ti vengo a prendere a costo di tornare in galera” ha urlato a un soggetto non identificato per poi concludere: “Pezzo di m… , pezzo di m… , dovresti chiedermi scusa in ginocchio, dalla strada ti ho preso e sei andato a rubare l’orologio”.

Fabrizio ha cercato di entrare nel locale, appena è stato bloccato ha dato un calcio contro un uomo, faticosamente sono riusciti a farlo allontanare. Corona era visibilmente alterato e fuori controllo. Niente di nuovo sotto il sole, il lupo perde il pelo ma non il vizio.

Nelle scorse ore ha pure perso una delle sue battaglie contro il Fisco, infatti, la corte di cassazione ha accolto il ricorso dell’agenzia delle entrate contro l’imprenditore acclarando la validità degli avvisi di accertamento per evasione delle imposte dirette e dell’Iva nel periodo 2004-2005 in riferimento ai conti della società fotografica la Corona’s. In precedenza la sentenza della Commissione tributaria di Milano del 2015 aveva annullato gli avvisi di accertamento in quanto non erano stati notificati a Corona ma al curatore fallimentare. 

La nuova sentenza prevede che l’imprenditore dovrà pagare anche 13mila euro per le spese del giudizio di Cassazione. Il prossimo 19 giugno, Corona sarà protagonista di una ennesima udienza: i giudici dovranno decidere se annullare la revoca dell’affidamento in prova, come sentenziato nell’ottobre 2016 dal tribunale quando fu arrestato per il “tesoretto” occultato nel controsoffitto della casa della sua assistente. Nel corso della medesima udienza i giudici dovranno anche decidere in merito all’affidamento terapeutico.

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