Eredità di Alberto Sordi: finisce con nove assoluzioni il processo di primo grado

Nel processo di primo grado sono stati assolti i nove imputati accusati di essersi approfittati dell'incapacità d'intendere e di volere della sorella di Alberto Sordi per mettere le mani sul patrimonio di famiglia.

Eredità di Alberto Sordi: finisce con nove assoluzioni il processo di primo grado

Continuano le polemiche intorno all’eredità di Alberto Sordi come dimostra il processo che ha visto coinvolte nove persone in merito all’inchiesta sul presunto tentativo di circonvenzione della sorella dell’attore, deceduta all’età di novantasette anni. Sono stati assolti nel processo di primo grado i nove accusati poiché  si ritiene che non ci sia stato nessun raggiro nei confronti di Aurelia Sordi.

Secondo la magistratura le numerose persone che sapevano del patrimonio di famiglia, non avrebbero tentato di impossessarsi dell’eredità dell’Albertone nazionale. Per il giudice monocratico Maria Elena Mastrojanni il fatto non sussiste e tale verdetto è stato reso noto dopo due ore di camera di consiglio.

Il fatto non sussiste

I nove imputati sono stati accusati di circonvenzione di incapace e ricettazioni ai danni della sorella di Sordi. E’ finito al centro del contendere un comportamento sospettoso in quanto è stata fatta una donazione al personale di servizio dalla donna anziana quando era incapace di intendere e di volere.

Inoltre si sono contesi l’eredità oltre sessanta parenti dell’attore mentre sono cadute le accuse nei confronti di professionisti, come notai e avvocati fino ad arrivare all’autista di Alberto Sordi. Queste persone avrebbe cercato di approfittare delle condizioni di salute di Aurelia Sordi per entrare in possesso del patrimonio che ammontava a oltre cinquanta milioni di euro.

Il pm Eugenio Abamonte aveva ipotizzato i reati di circonvenzione d’incapace e ricettazioni chiedendo una pena oscillante tra i quattro e i due anni e mezzo. La decisione è cambiata e sono stati assolti l’autista Arturo Artadi, il notaio Gabriele Sciumbata e i legali Francesca Piccolella e Carlo Farina. Dei nove imputati, sono cadute le accuse nei confronti degli altri sei che rappresentano il personale della donna. Si tratta della badante, una cuoca, un giardiniere, due camerieri, una governante e i beneficiari di donazioni. Infine il giudice ha disposto il dissequestro delle somme agli imputati.

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