Dalla gloria del cinema alla mensa Caritas: il racconto struggente di Michela Miti

Ex icona del grande schermo, Michela Miti rompe il silenzio sulla sua vita di oggi: tra precarietà, sfratto imminente e un passato che continua a pesare.

Dalla gloria del cinema alla mensa Caritas: il racconto struggente di Michela Miti

Negli anni Ottanta era il sogno proibito di molti italiani, musa della commedia sexy e volto immancabile accanto ad Alvaro Vitali nei film di Pierino. Oggi, però, Michela Miti – nome d’arte di Michela Macaluso – vive un presente ben diverso: un’esistenza segnata da solitudine, difficoltà economiche e l’incertezza di un futuro sempre più precario.

A 62 anni, l’attrice racconta di vivere in periferia romana, lungo via Casilina, in un appartamento che un tempo apparteneva a sua madre. Ma il tempo delle luci della ribalta sembra un ricordo lontano. «Non ho più nulla. Cibo grazie alla Caritas, e a settembre dovrò lasciare casa», ha raccontato con amarezza in un’intervista.

Senza gas in casa, cucina su un fornello elettrico, e affronta problemi di salute che non riesce a curare: un menisco rotto, ad esempio, per il quale non ha i mezzi per un intervento. Nel suo racconto emerge una vita segnata da disillusioni. Dopo una lunga relazione con lo scrittore Alberto Bevilacqua, che non si è mai trasformata in una sicurezza stabile, Michela si è ritrovata sola, senza una pensione e senza diritti d’autore promessi ma mai formalizzati.

Quando Bevilacqua è scomparso, anche quella prospettiva si è dissolta nel nulla. Ma è soprattutto il mondo dello spettacolo, che un tempo l’aveva acclamata, a lasciarle addosso le cicatrici più profonde. Miti parla senza filtri dei compromessi e delle pressioni subite, facendo nomi e cognomi: uno su tutti, Mario Cecchi Gori, che – secondo il suo racconto – l’avrebbe ostacolata in numerosi provini.

Anni di carriera sfumati per non aver accettato determinate dinamiche. «Per superare tutto questo ho dovuto fare anni di terapia», confessa. Oggi l’ex attrice esce raramente, cerca di non farsi riconoscere. Ma chi la ferma per strada riceve ancora un sorriso. Un gesto gentile, dietro cui si cela una realtà molto più dura. Michela Miti non chiede compassione: la sua è una testimonianza cruda, che parla della fragilità dietro la fama, della mancanza di tutele per chi, dopo aver dato tutto allo spettacolo, si ritrova dimenticato. Una storia che fa riflettere, non solo su un destino personale, ma su quello di un intero sistema che spesso consuma e poi lascia andare.

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