Cesare Cremonini racconta la sua schizofrenia: "Avevo allucinazioni e un mostro contro il petto"

Il cantante bolognese si è raccontato in esclusiva al Corriere della Sera e ha parlato per la prima volta della sua schizofrenia, dalla quale è stato salvato dallo psichiatra e dal camminare.

Cesare Cremonini racconta la sua schizofrenia: "Avevo allucinazioni e un mostro contro il petto"

Quando si tratta di personaggi pubblici di grande successo, magari artisti famosi e osannati come Cesare Cremonini, è difficile pensare a loro come dei normali esseri umani con le loro difficoltà, le fragilità spesso nascoste e problemi anche molto seri. E questo è proprio il caso di Cremonini, che ha deciso di raccontarsi senza filtri in un’intervista appena uscita sul Corriere della Sera.

Le domande spaziano dall’infanzia all’adolescenza, tutto sommato felici, fino al primo, grande successo con i LunaPop, storico gruppo dei primissimi anni 2000. E poi il forte legame con Bologna, la città in cui Cremonini è cresciuto e che ne ha plasmato la produzione musicale; non è un caso, infatti, se il capoluogo emiliano sia protagonista e ambientazione di tantissimi suoi brani. Ma l’argomento più interessante dell’intervista è senza dubbio quello in cui Cesare Cremonini parla della sua malattia: la schizofrenia.

Il cantante ha spiegato che quando ha cominciato ad avvertire i primi sintomi sotto forma di “un mostro che premeva contro il petto, salendo fino alla gola”, veniva da un periodo di lavoro molto intenso. Nella sua vita non c’era posto per nient’altro: trascorreva anche venti ore di seguito in sala di registrazione, mangiava solo pizza (a volte anche due pizze per cena), era arrivato a pesare cento chili e non faceva più sesso se non da ubriaco.

Da qui la decisione di rivolgersi a uno psichiatra che gli aveva spiegato come quel mostro che sentiva dentro, che lo graffiava e lo spingeva con “braccia corte e appuntite, gambe ruvide e pelose”, altro non era se non un’allucinazione causata dalla schizofrenia. Il medico gli aveva chiesto cosa lo facesse stare meglio e Cremonini non aveva avuto dubbi nel rispondere: “Camminare“.

E così, insieme ad alcuni farmaci che l’artista definisce “leggeri”, è stata proprio questa la cura alla malattia: camminare tanto, anche chilometri. Ha scoperto le colline, la natura attorno a sé e la pace che deriva dall’essere in armonia con l’ambiente che ci circonda. Ancora oggi cammina molto e lavora meno, perché è stato proprio il lavoro eccessivo a scatenare la malattia latente.

Continua a leggere su Fidelity News