Caterina Balivo nel vortice omofobia, non sarà madrina al Gay Pride: "Una parte della comunità mi ha discriminato"

Caterina Balivo è stata travolta da un ciclone che l'ha messa al centro di critiche da parte della comunità Lgbt. Questo le è costato il ruolo di madrina al Gay Pride di Milano: ecco nel dettaglio.

Caterina Balivo nel vortice omofobia, non sarà madrina al Gay Pride:  "Una parte della comunità mi ha discriminato"

Caterina Balivo confessa di essere rimasta molto turbata in seguito agli episodi di questi ultimi giorni che la vedono al centro di un’aspra polemica scatenata in seguito ad alcuni suoi commenti postati nelle sue Instagram Stories. Tutto ha inizio durante una serata tra amici in casa sua e di alcuni video girati e pubblicati che le hanno causato non pochi grattacapi.

Davanti alla tv, in allegra compagnia di amici, la Balivo si è lasciata scappare un’espressione che non è piaciuta per niente ai molti che l’hanno ascoltata sul web. La conduttrice guardando un’esibizione di Ricky Martin avrebbe pronunciato queste parole: “Sei bono pure se sei fr**io“.

Caterina Balivo non sarà la madrina al Gay Pride. La risposta della conduttrice

Da lì è scoppiata la bagarre che dura ancora ora e che ha portato gli organizzatori del Gay Pride, che si terrà a Milano il 29 giugno prossimo, a prendere la sofferta decisione, Caterina Balivo non sarà la madrina dell’evento: “La “madrina” di un Pride deve essere un fattore unificante. È chiaro che la nostra scelta – di cui ci assumiamo la responsabilità – ha suscitato molte perplessità e polemiche”, spiegano in un comunicato, “(…) abbiamo preso la decisione in accordo con Caterina Balivo di fare un passo indietro. Ringraziamo Caterina Balivo per la disponibilità e la sensibilità dimostrate in questa circostanza”.

Dal canto suo la Balivo, pur accettando la decisione, non sembra condividerla pienamente e precisa che si trattava di un filmato durante una serata tra amici, improntata su un clima scherzoso: “Come i miei amici omosessuali scherzano quando dicono a mio marito: perché vai con le donne? Mi chiedo se conta più la facciata o la sostanza”, continuando a precisare che la missione di eventi del genere è l’aggregazione e non l’esclusione: “Ma poi, il Pride serve a unire e superare le barriere. Quale è la mission? Essere inclusivi o no? È stata esclusa una persona che da anni dice che l’amore è il protagonista e non il genere. Quindi ho deciso: se molti non mi vogliono, non vado. (…) Una parte della comunità ha discriminato me”.

Ha ricordato, infine, di avere molti amici omose**uali, di aver portato suo figlio ad un matrimonio gay e l’unica cosa che le ha chiesto è stata come mai non c’erano i confetti. Vedremo se questa decisione sarà definitiva o se qualcuno deciderà di tornare sui propri passi.

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