L’attuale situazione dei contagi in Italia si sta facendo sempre più preoccupante. I contagi sono in aumento costante già dall’inizio dell’estate e hanno superato ormai i 100mila nuovi casi al giorno, andando a gravare sempre di più sulla situazione degli ospedali. Responsabile di questa attuale quadro epidemiologico è la variante Omicron 5, una mutazione del virus molto più contagiosa.
Rispetto agli anni scorsi balza all’occhio la circostanza che se in passato i contagi tendevano quasi ad azzerarsi in estate, quest’anno, invece, sembrano aumentare senza sosta. La dottoressa Novella Carannante ha voluto fare il punto della situazione svelando quali sono i sintomi più comuni di questa nuova variante: ecco a cosa fare attenzione.
I nuovi sintomi
Dal punto di vista dei numeri dei contagi, stiamo vivendo una situazione molto simile alle ondate invernali, con la differenza fondamentale di una letalità per fortuna molto scarsa. La nuova variante Omicron 5, sebbene si presenti molto più contagiosa, produce sintomi decisamente più blandi e abbordabili.
Come spiega la dotteressa Carannante, la variante rappresenta sostanzialmente un virus differente rispetto al passato, con la conseguenza che occorre dunque fare attenzione a sintomi nuovi. Come detto si tratta di problematiche in linea generale niente affatto gravi: si riscontrano diarrea, dolori addominali, articolari, spossatezza, mal di gola e raffreddore. Tuttavia, per l’infettivologa del Cotugno di Napoli si tratta comunque di un potenziale pericolo per i pazienti più fragili e anziani.
Infatti, i pazienti ricoverati in ospedale hanno tutti mediamente più di 65 anni e, come chiarisce la Carannante, presentano soprattutto questo sintomo: “Il primo sintomo è la febbre alta che perdura per due o tre giorni e che non sempre risposte ai farmaci per abbassarla. Poi ci sono i sintomi di una tipica virosi sistemica stagionale, differente da quella che vedevamo nelle prime ondate”. Per la dotteressa questa malattia si sta evolvendo ormai in una virosi ciclica stagionale che ci accompagnerà nei prossimi anni e, per limitarne i danni, occorrerà procedere ancora con le vaccinazioni.