“Mio figlio è stato bocciato all’esame di terza media”. Così inizia il video che, nel giro di poche ore, ha fatto il giro dei social, scatenando un’ondata di reazioni contrastanti tra chi difende il diritto della scuola a valutare e chi si schiera dalla parte della mamma. Protagonista dello sfogo è Pamela Grecchi, influencer conosciuta su TikTok con l’account CHRIsMOM, che in pochi minuti ha espresso tutta la sua indignazione per una bocciatura che ritiene “assurda e sproporzionata”.
Nel video, pubblicato il 30 giugno, la donna racconta di essere rimasta “scioccata” per la notizia, al punto da pensare inizialmente a uno scherzo telefonico. “Non era assolutamente da bocciare – dice –. È vero, non aveva voglia di studiare, ma portava comunque risultati”. Le insufficienze, secondo la madre, erano solo tre: matematica, inglese e geografia – quest’ultima minimizzata con autoironia: “È come me, non ci capisce nulla”.
A queste si aggiungono “qualche nota”, che però definisce “banale” e non sufficiente per giustificare una misura così drastica. L’esame orale, racconta, “non è andato benissimo”, ma sottolinea che “non si può decidere una bocciatura basandosi su 15 minuti di interrogazione, quando ci sono tre anni di scuola alle spalle”. La parte più controversa del video arriva quando l’influencer accusa i professori di usare la bocciatura come strumento punitivo: “Siete voi i genitori? Allora cacciate i soldi e mantenetelo”, dichiara, rivendicando il proprio ruolo educativo. Secondo la mamma, inoltre, la bocciatura sarebbe stata decisa con troppa leggerezza, addirittura ipotizzando una sorta di ritorsione per la sua presenza costante e visibile sui social. “Non vi piacciono i miei video? Va bene, lo accetto”, commenta con tono polemico, suggerendo una possibile influenza esterna sul giudizio scolastico.
Lo sfogo ha scatenato un’ondata di commenti, molti dei quali critici. “Tre insufficienze e condotta discutibile. Cosa ti aspettavi?”, scrive un utente. “Io l’avrei promosso solo per liberarmi della madre”, ironizza un altro. Non mancano però voci più equilibrate, che si chiedono perché uno studente ammesso all’esame possa comunque essere bocciato, e se la trasparenza del registro elettronico non avrebbe potuto evitare questa situazione.