Blur, inventore di "Gino", ha deciso di spiegare l’origine del tormentone e di rispondere alle accuse

Il tormentone "Gino" ha invaso le bacheche di personaggi famosi a livello internazionale. Non tutti hanno apprezzato questo movimento di massa, criticando anche il suo inventore, che ha deciso di dire la sua.

Blur, inventore di "Gino", ha deciso di spiegare l’origine del tormentone e di rispondere alle accuse

Creatori di tendenze, web influencer, blogger: queste, ormai, sono le professioni più quotate e più bramate in questo inizio del nuovo millennio. I siti che riescono a sfornare nuovi “talenti” in questo campo sono senza dubbio, Instagram e Youtube. Proprio su quest’ultima piattaforma ha preso vita un tormentone che ha tenuto banco, in questi ultimi giorni dell’anno, sui maggiori siti di informazione.

Stiamo parlando di “Gino“, che a macchia d’olio si è esteso nella maggior parte dei profili Instagram di personaggi noti anche a livello mondiale, come Gwyneth Paltrow e Cristiano Ronaldo. Nella lista delle “vittime” di questa follia di fine anno, come è stata definita sul sito della Repubblica, compare anche l’ex premier Matteo Renzi. Non tutti hanno gradito, anzi in molti si sono sentiti offesi e amareggiati di non poter leggere i commenti dei propri fan, ma, al loro posto, solo quel nome “non-sense” che ha invaso i profili.

Proprio per questo motivo, ecco che l’autore di questa “bravata” ha deciso di scendere in campo e dire la sua per spiegare, o almeno provare a farlo, i motivi di questa invasione. In un video Blur – al secolo Gianmarco Tocco – lo youtuber che ha inventato e chiesto di spammare questo nome in ognidove, ha risposto, con aria compiaciuta, alle varie critiche che gli sono state mosse: “Ho trovato in questa viralità di Gino, un interessante punto di discussione, ci sono state reazioni da parte di gente con tanti numeri che mi hanno dato un’idea di come la mente può ragionare riguardo a certe cose. Gino doveva essere la solita str….a, dovevi SE TI ANDAVA, sotto i post delle persone famose“.

Inoltre rivela che questa moda lui l’aveva già proposta ai suoi followers, quando ne aveva appena 5.000, e l’hashtag di allora era “#ZEJIMBRASDAY“. Ora ha puntato più sulla semplicità, e “Gino” gli ha dato molte più soddisfazioni. Ma, come dicevamo non tutti si sono trovati d’accordo nel considerare questo tormentone simpatico.

Paolo Noise, il noto conduttore radiofonico, ha creato una Instagram Stories: “Incitare la gente ad andare a rompere i c……i è da psicopatici“. Il rapper Lazza, all’inizio sembrava divertito da questa novità, ma quando “GINO” ha cominciato ad essere onnipresente, ha fatto retromarcia e commentato: “Comunque io a 13 anni vincevo le battle di Freestyle, questi scrivono Gino e si sentono pure dei fenomeni” e nella IS aggiunge: “Andate a lavorare!“.

Ma la cosa che Blur tiene a precisare è che lui non ha imposto nulla a nessuno, ha solo proposto una cosa, a suo dire, divertente e altri, come lui, l’hanno trovata altrettanto divertente e perciò è diventata virale. Rivela che un suo fan, in privato, gli ha confessato di aver seguito questo hashtag solo perché il nome era GINO, se avesse proposto MARIO non l’avrebbe spammato, non trovandolo altrettanto divertente. Ammette, infine, che capisce il disagio di chi si aspettava post di auguri e si è ritrovato decine e decine di “Gino”, ma allo stesso modo, a Blur, sembra esagerato parlare di disturbo della quiete pubblica.

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