Bianca Guaccero risponde alle critiche ricevute per i suoi attacchi di panico

L’attrice ha confessato ai microfoni de “I Lunatici” di essere rimasta stupita dal fatto che ancora oggi sia un tabù parlare degli attacchi di panico, un disturbo che anche lei ha dovuto affrontare in passato.

Bianca Guaccero risponde alle critiche ricevute per i suoi attacchi di panico

Ospite ai microfoni de I Lunatici, programma su Rai Radio 2 condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, Bianco Guaccero ha parlato a 360 gradi della sua vita sia privata che professionale. L’attrice di Faccia di Picasso ora al timone di Detto Fatto, ha voluto innanzitutto far sapere quanto sia difficile condurre un programma di questo genere.

È una vera sfida. Cerchiamo tutti i giorni di metterci alla prova senza mai abbassare la guardia” ha precisato la 38enne di origini pugliesi. Sul punto ci tiene poi a considerare questa esperienza come una palestra, anche perché Detto fatto continua a sentirla una trasmissione di Caterina Balivo, nella quale ha cercato di subentrare in punta di piedi.

Quando si passa poi a parlare del suo libro Il tuo cuore è come il mare, Bianca Guaccero non può non parlare degli attacchi di panico, un argomento affrontato proprio durante la sua stesura. “Mi stupisce il fatto che sia ancora un tabù parlare di certe cose. Pensavo di essere in una società un po’ più aperta”. Ma oltre allo sgomento per un tema che non considerava così scabroso, ci tiene anche a precisare che è sbagliato far credere che gli attacchi di panico siano scomparsi in concomitanza con il suo fidanzamento.

Per quanto le riguarda, gli attacchi di panico altro non sono che dei segnali che ci invia il corpo e che dobbiamo essere in grado di interpretare. Ma per farlo bisogna saper intraprendere una ricerca interiore, acquisendo la giusta consapevolezza e sensibilità, indispensabili per far luce sulla loro origine.

Bianca Guaccero è così giunta alla conclusione che il motivo di questo disturbo era legato ad alcune pressioni che influivano sulla sua personalità. “Nel mio caso, erano segnali legati alla tanta energia che avevo dentro, che era compressa per delle sovrastrutture che io avevo addosso, delle identificazioni, che non mi facevano sentire libera”. Spesso mentre gli altri preferivano divertirsi, dedicandosi a qualsiasi forma di svago, lei si chiudeva nel suo mondo, sentendosi diversa. E domandosi perché ciò le capitasse, non di rado piangeva. “Poi, piano piano, la mia natura l’ho cercata nel mondo, la sto ancora cercando, e sto cercando di capire chi sono”, ha concluso la Guaccero.

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