Andrea Pirlo, minacce di morte e violenza nei confronti di suo figlio: lo sfogo di Nicolò

Di recente si apprende di una vicenda riguardante il figlio dell'allenatore della Juventus, Andrea Pirlo. Suo figlio Nicolò ha infatti ricevuto minacce di morte, pubblicando gli screenshot dell'accaduto.

Andrea Pirlo, minacce di morte e violenza nei confronti di suo figlio: lo sfogo di Nicolò

Non accade di rado che parenti, mogli, figli e fratelli, di personaggi famosi, subiscano minacce, insulti e prese in giro a causa dell’operato della persona direttamente interessata, le quali azioni possono non essere condivise da tutti. Gesti del genere vengono ovviamente ignorati dalla maggior parte dei cari dei personaggi vip, ma cosa accade se oltre agli insulti si passa a qualcosa di più “strong”, arrivando persino alle minacce di morte?

Fatti del genere accadono in ogni ambito, dalla politica al calcio, come è accaduto in questo in caso. Si parla infatti del noto ex giocatore ed attuale allenatore della Juventus, Andrea Pirlo.

Minacce di morte a Nicolò Pirlo: lo sfogo del ragazzo

Di recente l’andamento del club Juventus non è dei più floridi di sempre. L’allenatore del momento, Pirlo, con i suoi cambi e le sue scelte da bordo campo hanno destato il mal contento in tantissimi tifosi della Juventus. Non è di fatto un mistero che la squadra non è più quella di una volta, tanto che con ogni probabilità, risulta sfumato anche la possibilità di raggiungere il decimo scudetto di fila alla propria maglia.

Insomma Pirlo, con le sue scelte in ambito calcistico, può non piacere, si possono non condividere appieno le sue tattiche, ma esiste un limite da non oltrepassare, come quello avvenuto di recente che riguarda suo figlio Nicolò.

Qualche giorno fa infatti il figlio del campione del mondo 2006, ha ricevuto delle minacce di morte e persino insulti, proprio a causa delle cattive performance di suo padre nel suo ruolo di allenatore. 

Ecco cosa ha dichiarato Nicolò con il suo lungo sfogo in merito: “Credo che a tutto ci sia un limite e già da tempo questo limite è stato superato. Ho 17 anni e quotidianamente ricevo messaggi di questo genere, non perché io faccia qualcosa in particolare ma solo perché sono figlio di un allenatore, che probabilmente, come è giusto che sia, può non piacere. […] Vorrei chiedervi di mettervi per un solo secondo nei miei panni e chiedervi come vi sentireste“.  Un commento oltremodo educato e soprattutto maturo per la sua età, sottolineando che non è bene attaccare persone che c’entrano nulla con il calcio, ma soprattutto non è giusto né corretto minacciare di morte, considerando che si parla di un ragazzino di appena 17 anni.

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