Roma ha dato un ultimo saluto a Piero Angela, il divulgatore scientifico scomparso nella giornata del 13 agosto. Nella giornata del 16 a alle ore 11:30 è stata aperta la camera ardente allestita in Campidoglio, ove resterà aperta fino alle ore 19:00 presso la Sala della Protomoteca in Campidoglio.
Fuori, oltre a tanti amici e colleghi in attesa di entrare nella camera ardente, già verso le 10 del mattino si è riunita una piccola folla composta e molto silenziosa di persone comuni di tutte le età che, nonostante il forte caldo, hanno voluto dare un ultimo saluto a Piero Angela.
Le parole di Alberto Angela
Successivamente, come mostrato anche durante la diretta TV, Alberto Angela ha voluto ricordare il papà grazie a un lungo discorso: “Penso inanzittutto che le persone che amiamo non dovrebbero mai lasciarci. Vorrei partire dall’ultima cosa che ha fatto papà, dal comunicato che voi tutti avete letto. Quello è stato l’ultimo discorso, oltre ad altre cose dette a noi familiari, fatto con poche forze e raccolto da me insieme a mia sorella. Era come se parlasse agli amici, si è rivolto al suo pubblico, a chi lo ha amato”.
“È riuscito a unire, pur mantendo le sue opinioni a volte ferree, ma erano messe in modo tale che non tutti eravamo d’accordo. Questo è una dote difficile da trovare” ha proseguito di fronte al feretro ricoperto da rosse rosse, e circondato da tante corone (anche della Presidenza della Repubblica e della Presidenza del Consiglio), dai gonfaloni delle città di Roma e Torino (dove il divulgatore scientifico è nato nel 1928), della Regione Piemonte e del comune di Montelupo Fiorentino (di cui il giornalista era cittadino onorario dal 2018): “Lui ci ha insegnato tante cose, facendolo con trasmissioni, libri e altri media per comunicare e divulgare. L’ultimo insegnamento me lo ha fatto non con le parole ma non con l’esempio”.
Alberto Angela continua a proseguire il suo discorso: “Mi ha insegnato a non avere paura della morte, che ha attraversato con una serenità che mi ha sconvolto e colpito. Non l’ho mai visto in mezzo allo sconforto, alla tristezza, al dolore, mai. Se ne è andato soddisfatto, come ci si alza dal tavolo dopo una cena con gli amici. Quando ha saputo che ormai era arrivato il suo tempo ha fatto tutte le trasmissioni che state vedendo di ‘Superquark’, un disco jazz e un altro ciclo che ha preparato”.
Successivamente ricorda che Piero, soprattutto nell’ultimo periodo, amava ripetere spesso un’aforisma di Leonardo da Vinci: “Siccome una giornata bene spesa dà lieto dormire, così una vita bene usata dà lieto morire”, sottolineando come lui ha avuto spesso la sensazione di vivere dinanzi a un genio come Leonardo, trovandosi ammaliato sia come figlio che come collega, poiché riusciva a dare sempre la giusta risposta grazie alla sua capacità di sintesi. Per Alberto si trattava di un suggerimento dato a tante persone e al suo pubblico, invitando tutti a godersi la vita e amare le proprie passioni.
“Ora continuerà a vivere in tutti quei ragazzi che hanno la speranza nel futuro e che cercano l’eccellenza” continua Alberto per poi concludere: “Vivrà in tutti i ricercatori che, nonostante le difficoltà, cercano di continuare a metà nella ricerca. Sarà vivo nelle persone che vogliono unire e non disunire e che cercano di trovare la bellezza e la curiosità nella natura e le persone che cercano di assaporare la vita. Concludo con quello che ci ha detto nell’ultimo comunicato, anche voi fate la vostra parte. Beh, anch’io cercherò di far la mia“.