Al Bano, in media, riceve una telefonata ogni 5 minuti, la suoneria è l’urlo di Tarzan, il dispositivo non è uno smartphone ma uno di quei telefonini vecchia maniera, con apertura a conchiglia: le sue, spesso, sono brevi conversazioni di lavoro, altre provengono dalla tenuta agricola a Cellino San Marco, ove i problemi non mancano. Qualcuno ruba la legna accatastata, altri le olive, le verdure, e i vari frutti raccolti nei 100 ettari della tenuta.
Dopo una serie di concerti in giro per il mondo, Al Bano pare pronto al riposo, 50 anni spesi a cantare, forse, son più che sufficienti: “Ne sentivo il bisogno fisico e mentale. Sai, dopo aver avuto un tumore, poi un infarto, poi un’ischemia e infine un edema alla corda vocale destra, cominci a pensarci meglio. Sono arrivati tutti nello stesso periodo, li ho presi come dei segnali.Fare musica ti stressava? Macché, una goduria pazzesca. Fare musica è come scopare. È fantastico. Per me la musica è stata sempre come un tappeto magico”.
Il cantante racconta di quando aveva cinque anni, di quando suo padre lo portava in campagna a zappare, e lui incominciava a cantare, come a scuola, quando una volta consegnò un testo di una sua composizione al posto delle risposte di un compito di chimica. Ricorda che la professoressa chiese le dovute spiegazioni e lui rispose: “È questa la mia chimica“. Ovviamente quell’anno lo bocciarono.
Quindi se la musica è come scopare, la domanda obbligatoria è stata se ha messo in pausa pure quello: “Eh no! Finché ce la faccio vado avanti. È uno dei piaceri della vita, non vedo perché smettere”. La ex moglie Romina ha detto che è solo stanco, e che non è un vero addio, ma Al Bano ripete che, prima dell’infarto, stava da Dio, è questa botta improvvisa lo ha cambiato totalmente, smorzando la sua iperattività, e certo nella sfiga, sostiene, gli è andata di lusso, Modugno, dopo l’ischemia è rimasto sulla sedia a rotelle: “Mi ha aiutato l’infarto. Le medicine post-infarto hanno lenito gli effetti ischemici”.
Il gusto per la verità non si è mai estinto e Carrisi sostiene che agli inizi odiava le ipocrisie, nell’ambiente discografico erano tutti dei lecchini proni verso il potente di turno. Lui lottava come un contadino, seminava il suo terreno, mentre gli altri seminavano zizzania. “Quando sono venuto a Milano, il mio primo lavoro è stato quello del cameriere in un ristorante. Un giorno uscì sul giornale un trafiletto: “CM di Celentano e Massara cerca voci nuove. ” Al Bano sostenne il provino, lo richiamarono, evidentemente la sua voce aveva colpito gli scrutinatori. Ma la favola ancora non era incominciata e prese a lavorare come meccanico in catena di montaggio alla Innocenti, produceva i profilati della Mini Minor, la Barchetta, e cantava anche in fabbrica: quando qualcuno gli urlava “basta con le serenate” lui rispondeva “cretino, approfittane adesso che sto cantando gratis, che poi dovrai pagare per sentirmi”. Poi quelli del Clan Celentano gli fecero cantare un pezzo dei Temptations, studiò attentamente, con perizia, tutti i falsetti e i vocalizzi black, rimasero sconvolti, lo presero.
L’unica vacanza che ha mai fatto è stata l’Isola dei Famosi: afferma che fu un mese favoloso, pescava come quando aveva 14 anni, disintossicandosi, perse 12 chili: “Giuro che quando Loredana mi ha detto ti lascio in diretta pensavo fosse un tranello. E invece faceva sul serio. Io non so come cazzo si può fare una cosa del genere. Acqua passata”.