Achille Lauro, parla il padre magistrato

Si è molto parlato del cantante Achille Lauro e dei rumors sul suo turbolento passato. Ad esaltarne le doti è stato il padre magistrato, Nicola De Marinis, che in un'intervista per "DiPiù" ha condensato tutto il suo orgoglio per il figlio.

Achille Lauro, parla il padre magistrato

A pochi giorni dalla 70esima edizione del Festival di Sanremo, si fa sentire Nicola De Marinis, padre di Lauro De Marinis, noto a tutti come  Achille Lauro. Il poliedrico cantante, artista chiave dell’ultima edizione della celebre kermesse canora, è diventato uno dei performer più chiacchierati del panorama musicale italiano.

Sulle accese polemiche che hanno investito il 29enne romano, inerenti le sue stravaganti performance sul palco dell’Ariston e il presunto uso di stupefacenti, parla Nicola De Marinis, padre magistrato e giudice della Corte di cassazione. Si è sbottonato per la prima volta, in un’intervista per il settimanale “Di Più”, il papà del cantante che ha dato scandalo al Festival di Sanremo 2020.

L’illustre giudice della Corte di cassazione si è reso disponibile a raccontare la sua vita di padre amorevole e le sue impressioni in questo momento di grande polemica mediatica. Nella prima parte della sua intervista, l’esimio magistrato ha replicato a coloro che etichettano suo figlio come un drogato: “Non lo è, non ha avuto esperienze devastanti. È un eccentrico ed è ben diverso. Ne avrà fatto uso in passato, ma non come ha scritto, in modo così esagerato”.

Nella seconda parte dell’intervista, Nicola De Marinis si addentra in dettagli personali sulla natura del rapporto con suo figlio: “Ci sentiamo, ci confrontiamo da uomini. Lo chiamo spesso. La mamma è amministratrice della sua casa discografica ed è quella che sicuramente lo sente di più. Oggi sono fiero di lui”.

Il passato di Achille Lauro, tuttavia, resta ancora un rebus da risolvere. Il padre magistrato non riesce a darsi pace per le illazioni divulgate dalla stampa e soprattutto per l’assurdità delle insinuazioni che stanno investendo suo figlio, reo di aver fatto uso di stupefacenti.

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